Ho licenziato Ebe, irremobivile No vax. Il diritto di obiettare è anche nostro


E così alla fine abbiamo licenziato la signora Ebe, le abbiamo dato i quindici giorni, come da contratto. È stata una decisione terribile, se n’è parlato in casa per tre angoscianti sere di fila, tutto mi sarei aspettato da me tranne che iniziare una carriera di licenziatore, ma alla fine la Ebe non ci ha dato alternativa alcuna. Non solo non si è vaccinata e non lo farà mai e poi mai, ma ha fatto delle gran storie anche sul Green pass, è disposta a farne due alla settimana, sempre che non ci sia troppa coda alla farmacia, ci ha chiesto di infrangere la legge, tanto chi vuoi che se ne accorga e ci ha chiesto di rispettare le sue opinioni come le garantisce la costituzione. E non sente ragione, è disposta ad affrontare la fame per sé e per i suoi figli, un’eroina dei diritti, una martire della libertà, inutile cercare di ragionare, farle capire che lei può anche sentirsi in diritto di obiettare a una legge.

Ma non può imporci di farlo anche noi, né la paura per la sua salute, i vaccini come minimo modificano il Dna, può darle il diritto di rinunciare ai timori per la nostra di saluteNiente da fare, neanche a ricordarle che la leader locale di chi la pensa come lei è una nota dermatologa, nota in particolare per essere stata una pioniera delle iniezioni di botulino a fini estetici, diuturnamente applicato su sé stessa e poi sulle sue pazienti, e che passerà alla storia del battutismo locale il finale del suo ultimo comizio, quando ha urlato alla folla, davvero una folla e acclamante, di non cedere all’imposizione di coloro che definiscono il vaccino un’innocua “punturina”.

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