Per rilanciare l’edilizia facciamo il Terzo Valico
Una
settimana fa ad Alessandria si è negato, sulla base di
dati forniti (da…chi?) che ci sia rischio amianto e che comunque se verrà
trovato (L’Arpa l’ha trovato a livelli stratosferici, ossia 200 grammi ogni chilo di
roccia) si troverà qualche soluzione.
Commentare le conclusioni
del convegno sindacati, politici, Confindustria,
sindaci alessandrini è inutile, talmente sciocca e meschina è questa
proposta.
Cogliandro
della Cgil: partiamo con il
grande buco con ben chiara una progettualità sul
territorio
Borioli del P.D. “il rischio amianto non è tale da fermare
l'opera”
Cogliandro: “Noi non siamo per la
cementificazione selvaggia, ma per un consumo intelligente del territorio, per
l'edilizia scolastica e la infrastrutturazione”. “Sì, dunque, al Terzo Valico Genova -
Milano”. (Veramente collega Fegino con Tortona - n.d.r.)
Né
Cavallera del P.D.L.
né
Borioli mettono in dubbio
“l'opportunità per il territorio” rappresentata dal Terzo valico dei
Giovi. Opportunità
che “deve essere però gestita in modo diverso rispetto a quanto avvenuto in
Val Susa”, dice l'assessore
regionale. Troppo buono!
Accelera il passo il senatore
Borioli che dice chiaramente come, sulla base delle
informazioni ricevute, “non esista un rischio
amianto tale per cui si debba giustificare l'interruzione dell’opera”.
Secondo Borioli, se non ci
sono rischi, l’opera deve andare avanti. Anche perché il
territorio non avrebbe la forza 'contrattuale' di chiedere un investimento equivalente in altre
opere”.
Quindi
: Terzo valico, prendere o lasciare.
L’Orlando innamorato e il
Lupi incazzato (a giudicare dal modo di
presentarsi) verranno il 28 in Alessandria a trovarci.
Non noi, i comitati, le associazioni, la gente, ma
prefetto, sindaci con elmetto giallo, sindacalisti del menga, politici conniventi, e altri scodinzolatori per avviare in gran segreto chissà quale
strategia. Dicono che verranno tutti e due perché
vogliono “metterci la faccia”.
Quante
volte lo abbiamo già sentito dire, ad esempio da Bossi che, all’inizio del
dicembre 2002, disse "Inaugurerò io i cantieri la prossima
primavera" e "Sono pronto a metterci la faccia".
Anche il 56° annuncio di inizio lavori è finito in soffitta. A Voltaggio
il 10 ottobre dovevano concentrarsi ruspe, camion, talpe e lupi, ma tutto tace.
Che qualcuno abbia
ascoltato il consiglio di Mario Bavastro? Mario
ricorda nel bel documentario NO TERZO VALICO che è assurdo riprendano i lavori
esattamente nel foro pilota che era stato bloccato dai Noe poiché non si trattava di indagini geognostiche e neppure coperte finanziariamente da regolari
decisioni del Parlamento.
Non porta bene iniziare
laddove era già venuto fuori uno sbuffo maleodorante di Truffa aggravata nei
confronti dello Stato, per di più in un’epoca in cui non è più tanto assicurata
l’impunità dalle berlusconiane amnistie per termini temporali
scaduti.
E non porta bene iniziare
con una ditta subappaltrice, la LAURO di Borgosesia che praticava l’antico e accettato rito
dell’unzione in busta chiusa al politico di turno. Inoltre è notizia di quest’estate l’indagine
della GdF di Torino sulla
Lauro S.p.a., per truffa
aggravata ai danni dello Stato. Ironicamente, si tratta della
stessa accusa piombata sulla testa dei vertici Cociv,
di Ercole Incalza e del senatore Pdl Luigi Grillo per
lo stesso cantiere di Voltaggio, nel 1998.
Di cosa è accusata la
Lauro s.p.a.? Avrebbe messo in piedi un meccanismo di false
fatturazioni ottenendo dalla Regione ben 10 milioni di euro,
girando poi i lavori da eseguire ad una ditta priva di certificazioni,
la Co.Ge.Fa. di
Torino (quest’ultima è stata implicata in altri scandali in Regione, sempre
relativi alla corruzione, come nel caso dei lavori per la variante
di Tortona che (ancora guarda caso) serve esclusivamente al
Terzo Valico per portare lo smarino all’amianto dal
casello di Tortona alla cava Montemerla, adiacente il
torrente Grue.
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