Terzo Valico ferroviario Ge-Mi senza vie di uscita

Pier Luigi Cavalchini
Debole e acquiescente il Comunicato proveniente dalla Giunta del Comune di Alessandria a firma Rita Rossa, che, a pochi minuti dalla fine dell’incontro con il ministro Lupi e  tutta una serie di personalità in qualche modo coinvolte nell’ affaire “Terzo Valico ferroviario MI-GE”, non va oltre prese di posizione già note. Anzi si avverte un certo arretramento che in questa fase è sinceramente preoccupante.
Preciso subito che la sottolineatura “in questa fase” non è casuale. Siamo infatti arrivati ad un punto di sostanziale non ritorno con lo schieramento pro-vecchia-Tav in qualche modo rinsaldato nelle sue varie componenti. Non si sentono più, in sostanza, divergenze tra le posizioni di Moretti e RFI, i vari istituti bancari coinvolti  e l’Ente Porto di Genova. Soprattutto la questione ha ormai preso l’aspetto di un più prosaico e tradizionale “combattimento per il proprio territorio”, per un “noi” non ben definito e che vede nell’assessore regionale Bonino l’affossatrice  delle aspettative del Piemonte sud a tutto vantaggio di altre zone del Piemonte. Niente di nuovo.  Un duro attacco alla Regione, o almeno ad una sua parte significativa, aprendo invece al livello nazionale e, leggendo bene il Comunicato, riservando al solo presidente Cota un trattamento di favore.  Evidentemente si deve essere smarcato rispetto a qualche suo assessore oppure, ancor più tradizionalmente, ha imparato a dire sì a tutti.
Si diceva prima di “un punto di non ritorno” con una parte favorevole coesa e  un’altra che si oppone e continua a ripetere quelle che sono le motivazioni di sempre: i  soldi sono importanti per gli interventi  da fare ma quelli  indicati sono sbagliati. Lavoro alle fabbriche e agli impianti liguri e piemontesi ma solo per opere sensate, raddoppiamenti di linea, correzioni di percorso, riorganizzazione di orari e percorrenze, diverso rapporto con i porti liguri (non solo Genova). Cose su cui è stato scritto un nuovo ricorso al Tar e su cui ci si attendono iniziative da parte dei no-Tav.   Ecco qui il “non ritorno”. Ormai il percorso è a senso unico, in progressiva  discesa e vede solo due esiti: o si fa il “buco” o si abbandona tutto perdendo soldi ecc (“perché il territorio non capisce” questa citazione invece viene da lontano, dai tempi del no alle centrali nucleari sul Po e la pronunciò l’ingegner Zichichi in prefettura ad Alessandria nel 1984).
In tutti e due i casi non si è riusciti a discutere della questione e, a questo punto anche il promesso “Tavolo di Concertazione”, fotocopia prevedibile di quello presieduto da  Mario Virano in Val Susa, diventerebbe inutile.
Non si costituisce un Tavolo per decidere le opere di compensazione e qualche piccola variante dovuta a filoni amiantiferi o a qualche altro “problema in itinere” (quest’ultima è ripresa da un’espressione dello stesso Ministro Lupi). Non ci va, nemmeno, che il tutto diventi merce di scambio per un improbabile rilancio di SLALA e di tutto il sistema logistico provinciale alessandrino. Non sono i milioni che possono arrivare “di sponda” che permetteranno un effettivo rilancio del territorio, ma solo – e lo sanno tutti – un insieme di  operazioni concertate tra enti pubblici, privati, lavoratori e finanziatori. Ammesso che, finalmente, si abbiano le idee chiare e non si operi solo in forza di ricatto.
Come già scritto in altre occasioni qui le proposte sono già state fatte da tempo e, piuttosto, il decisore politico dovrebbe solo cercare di applicarle. Sono il frutto di lunghi (e costosi) studi di apparati legati al sistema ferroviario, di approfondimenti condotti dalle varie rappresentanze dei lavoratori, di segnalazioni reiterate dei comitati di pendolari. Un percorso lungo e complesso che, se fosse partito in modo corretto  anche solo una quindicina di anni fa oggi avrebbe già all’attivo proposte concrete e soluzioni d’avanguardia. 
Niente di tutto ciò. Se non ci credete, leggete l’intero comunicato e vi farete un’idea.
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Comunicato Stampa. Lunedì 28 ottobre. Ore 19.32
Al termine dell’incontro sul Terzo Valico svoltosi in Prefettura con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, il sindaco, Maria Rita Rossa, ribadisce l’importanza della riunione “che ha permesso il confronto su numerose questioni e, in particolare, sul tema ambientale”.
“Questione pregiudiziale – ha sottolineato il Sindaco – alla realizzazione dell’opera è, infatti, l’attenzione alla tutela della salute e alla certezza e alla trasparenza dei dati di monitoraggio sui materiali di scavo. Elementi che necessitano, perciò, dell’attività in loco dell’Osservatorio ambientale”.
In merito alle opportunità sullo sviluppo connesse all’opera il Sindaco si augura che prevalga l’impostazione data dal Ministro rispetto a quella dell’assessore regionale Barbara Bonino. “L’assessore Bonino – dichiara il Sindaco – ha definito il Retroporto ‘scatola vuota’ dimenticando, forse, di avere contribuito lei stessa a renderlo tale. È stata, infatti, l‘assessore Bonino a scegliere di rimodulare con diversa finalità i 6 milioni di fondi FAS già destinati alla realizzazione della strada di collegamento fra lo scalo merci e la tangenziale di Alessandria: strada che avrebbe permesso di arrivare al casello di Alessandria Sud direttamente dallo Scalo. Decisione che ha, evidentemente, eliminato ogni possibilità di interesse di investimenti da parte di privati sull’area”.
“E trovo alquanto inopportuno – sottolinea Maria Rita Rossa – che l’assessore Bonino si esprima in termini di ‘impossibilità di dare soddisfazione al singolo territorio’ e di ‘ruolo degli agenti del territorio’ dal momento che non è stata presente a nessuna delle riunioni di Slala, salvo contestarne sempre l’utilità e la funzione.
Io ho il dovere di rappresentare le esigenze di una città dando priorità alla questione ambientale e, poi, allo sviluppo con la rivalorizzazione dello Scalo. Non sfugge a nessuno come il rilancio dello Scalo e il consolidamento della logistica significhino posti di lavoro.
In questi anni, inoltre, abbiamo assistito al depauperamento dei collegamenti ferroviari a causa delle scelte dell’Amministratore Delegato di RFI Mauro Moretti che, eliminando molte tratte di collegamento con il Centro ed il Sud Italia, hanno colpito i cittadini, i pendolari e i movimenti commerciali.
Noi ci aspettiamo, prioritariamente, risposte chiare sulla questione ambientale e, poi, qualora non seguissero atti concreti quali il rifinanziamento delle infrastrutture viabili e la rivitalizzazione della Società del Retroporto, ci chiediamo perché dovremmo partecipare a un progetto che rispettiamo nella sua valenza nazionale ed internazionale ma che non rappresenta elemento di rilancio e sviluppo per il nostro territorio”.
“Riconosco con soddisfazione – conclude - il ben diverso atteggiamento del presidente Roberto Cota e sono certa che sarà confermato da quello dei rappresentanti alessandrini in Regione che sapranno riprendere il percorso che era stato avviato. Così come sono fiduciosa, grazie anche al sostegno aperto e pubblico dei parlamentari Bargero, Borioli, Balduzzi e Lavagno, che le sollecitazioni fatte dal ministro Lupi ai suoi tecnici porteranno alla rapida apertura di un Tavolo che sappia riconoscere il giusto ruolo della centralità del capoluogo”.

 

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