Legambiente: “Dopo Lupi e Incalza si riparta da zero e si esca #fuoridaltunnel delle grandi opere”
Al convegno tenutosi sabato 21 marzo ad
Arquata
Dall’azzeramento della Legge
Obiettivo al rafforzamento del trasporto ferroviario pendolare. Legambiente
presenta 5 proposte al Governo Renzi per voltare pagina
“Basta leggere i giornali di questi giorni per farsi un’idea di come siano
gestiti i cantieri delle grandi opere, da chi siano scelte le priorità
d'investimento in questo Paese e sulla base di quali criteri.
È ora di dirigerci a passo svelto
fuori dal tunnel delle grandi opere”. Non poteva che partire dai fatti di
cronaca giudiziaria degli ultimi giorni la giornata di studi
“#fuoridaltunnel, inutilità e danni delle grandi opere” promossa da
Legambiente ad Arquata Scrivia. Un'opera figlia del “sistema Incalza”
dall'inizio alla fine: senza gara, senza controlli, con immensi costi pubblici e
guadagni privati. Un’infrastruttura di 53 chilometri, di cui 39 in galleria, dal
costo cresciuto negli anni di ben otto volte e stimato oggi in oltre 6,2
miliardi di euro: 115 milioni di euro al chilometro completamente a carico dei
contribuenti.
“Quello del
Terzo Valico, come quello della Tav in Valsusa, sono progetti insensati dal
punto di vista dell'utilità rispetto agli studi sul flusso delle merci e
rispetto al sottoutilizzo e alla completa disattenzione per le linee storiche –
dichiarano Edoardo Zanchini e Fabio Dovana, rispettivamente vicepresidente
nazionale di Legambiente e presidente di Legambiente Piemonte e Valle
d’Aosta. Dopo gli scandali di questi giorni chiediamo al Governo di fermare
immediatamente i cantieri delle grandi opere e di ripensare l’elenco delle
infrastrutture strategiche su basi oggettive, dando priorità alla mobilità
urbana, locale e pendolare che rappresenta più dell’80% di tutti gli
spostamenti. Occorre tornare ad investire
seriamente sul trasporto ferroviario pendolare e al contempo ridurre la quota di
trasporto merci che viaggia su gomma mettendo ordine nel calderone delle accise
e investendo seriamente nella logistica e su progetti, magari più piccoli ma
integrati, che risolvano problemi di congestione e di
connessione”.
Legambiente
traccia in cinque punti la via di uscita dal sistema delle grandi opere,
partendo innanzitutto dall’abolizione della Legge Obiettivo, provvedimento che ha connotato il dibattito politico
nell’ultimo decennio e che ha cambiato profondamente la visione del tema
infrastrutturale nel nostro Paese. Un provvedimento nato per far ripartire la
costruzione delle opere pubbliche in Italia dopo Tangentopoli e per fermare veti
da parte di Enti Locali e ambientalisti, che ha portato invece a investimenti
sbagliati, deregulation dei procedimenti autorizzativi, lievitazione dei costi e
ritardi nei lavori. Una legge che ha visto nella costruzione di nuove strade,
autostrade e grandi opere la priorità infrastrutturale, dimenticandosi del
trasporto pendolare e dei grandi nodi urbani, in cui si concentra la domanda di
mobilità e la produzione di CO2 e di inquinanti atmosferici. Per Legambiente
bisogna poi fermare
immediatamente i progetti e i cantieri di grandi opere inutili come il Terzo Valico e
l'alta velocità Torino-Lione, ed azzerare i finanziamenti pubblici alle
autostrade, a maggior ragione dopo il fallimento annunciato della BreBeMi.
L’obiettivo per l’associazione ambientalista deve essere quello di liberare
risorse per un serio rilancio del trasporto ferroviario pendolare che
porti al raggiungimento di 5 milioni di cittadini trasportati nel 2020 (dagli
attuali 2,7 milioni), con un programma decennale che preveda almeno 300 milioni
di euro di risorse statali l’anno per l’acquisto di treni regionali. Per
ottenere invece una riduzione
di almeno il 20% della quota di trasporto merci che viaggia su
gomma, Legambiente propone al Governo
Renzi di mettere ordine nel sistema delle accise dei trasporti (dove solo le
agevolazioni per autotrasporto, aerei e navi, agricoltura valgono oltre 5,6
miliardi di euro ogni anno) e di investire seriamente nella logistica e
nell’offerta di servizi efficienti, concorrenziali e integrati, avendo il
coraggio di tagliare opere faraoniche puntando invece su piccoli interventi
efficaci. Infine, anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca, per Legambiente
è necessario cancellare il
general contractor, vietare i subappalti nei cantieri ed intensificare i controlli attraverso commissioni di controllo
specifiche.
Ogni giorno che passa e ogni metro in
più costruito sono soldi sottratti alle vere priorità d'investimento sottolinea
Paola Lugaro, presidente del circolo di Legambiente Val Lemme. In
particolare, per quanto riguarda il Terzo Valico, occorre procedere rapidamente
alla nomina del nuovo Commissario Straordinario in sostituzione alter Lupi con
il compito di decommisionare l’opera e giungere rapidamente alla risistemazione
del territorio e alla chiusura definitiva dei cantieri. I denari già stanziati
siano dirottati al potenziamento del trasporto pendolare, alla sicurezza del
territorio, vera emergenza del Paese, e al sostegno delle economie locali, con
la messa in pratica di politiche di sviluppo di attività sostenibili e
portatrici di occasioni lavorative di qualità”.
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