È finito il tempo delle mele (marce)

Si apra la stagione delle opere utili e sostenibili




“Si chiuda la stagione delle grandi infrastrutture realizzate per la convenienza privata di pochissimi e non nell’interesse generale, nel segno di quello che gli ecologisti e le forze impegnate sul terreno della legalità da tempo denunciano e chiedono: le grandi opere necessarie all’Italia sono quelle indispensabili per migliorare la vita quotidiana degli italiani, ovvero rimettere in sesto il nostro territorio, assicurare una mobilità pubblica efficiente nelle città e rimediare allo stato scandaloso del trasporto regionale, puntare sul ferro e sul cabotaggio costiero per il trasporto delle merci smettendo di favorire con regali milionari il settore dell’autotrasporto.

Questo è ciò che va fatto oggi, se davvero si vuole demolire la “cupola” che governa da decenni i grandi affari delle opere pubbliche, mentre vanno riconsiderate scelte estranee all’interesse generale e costosissime.

Questo è il messaggio dell’appello pubblico “È finito il tempo delle mele (marce): si apra la stagione delle opere utili, legali e sostenibili”, promosso da Green Italia e sottoscritto, tra gli altri, dal Copresidente Partito Verde Europeo Monica Frassoni, dall’artista Moni Ovadia, dallo storico dell’arte Tomaso Montanari, dal meteorologo e climatologo Luca Mercalli, dal produttore cinematografico Carlo Degli Esposti, dai deputati Pd Pippo Civati e Felice Casson, dalla senatrice di Sel Loredana De Petris, dall’esponente del Partito Radicale Marco Cappato, dal portavoce dei Verdi Angelo Bonelli, dai presidenti di Legambiente e WWF Vittorio Cogliati Dezza e Donatella Bianchi, da Domenico Fininguerra del Forum “Salviamo il paesaggio”, dei maggiori esperti italiani in trasportistica, Maria Rosa Vittadini, Anna Donati, Mario Zambrini, Dario Balotta, oltre che da Annalisa Corrado, Fabio Granata, Oliviero Alotto, Roberto Della Seta, Francesco Ferrante di Green Italia.

“L’inchiesta della magistratura – si legge nell’appello – ha scoperchiato il crogiolo di corruzione favorito dalla commistione fra politici irresponsabili, funzionari pubblici inamovibili e spesso conniventi con imprenditori senza scrupoli, e le scarse garanzie sull’imparzialità delle procedure, che hanno impedito processi decisionali trasparenti e scelte ponderate nell’interesse collettivo.

Per far ripartire il Paese, dotandolo delle infrastrutture realmente necessarie occorre abolire la Legge Obiettivo, con il suo elenco sconfinato di opere spesso inutili e insostenibili; rivedere le norme sulla valutazione di impatto ambientale, dando luogo per ogni grande opera a un vero “dibattito pubblico” aperto alla partecipazione di cittadini e gruppi organizzati; rivedere il Codice Appalti del 2006, introducendo norme chiare e semplici per garantire gare trasparenti e piena concorrenza nel mercato dei lavori pubblici; eliminare quelle disposizioni contenute nel Decreto “Sblocca Italia” e nell’ultima Legge di Stabilità che permettono una nuova ondata di opere di nessuna utilità pubblica (trivellazioni petrolifere, inceneritori di rifiuti) ed elargiscono inaccettabili “favori” a lobby potenti a cominciare dalla proroga delle concessioni ai “signori delle autostrade” che costerebbe alle casse pubbliche 16 miliardi di euro.

Il nuovo Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti risponda a un radicale cambio di rotta negli indirizzi e nei metodi delle politiche pubbliche in fatto di infrastrutture e trasporti. Basta con strutture parallele, dentro e fuori il ministero, che aggiungono solo opacità a opacità. Occorre invece un Ministro custode intransigente della legalità e della trasparenza amministrativa”.

Per sottoscrivere l’appello (pubblicato su www.greenitalia.org) inviare un’e-mail a info@greenitalia.org

Basta scrivere: Concordo con l’appello contro le Grandi opere corrotte, inviato da Anna Donati.

Nome e Cognome, paese e provincia, eventuale professione. Nient’altro

Antonello Brunetti

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