“Il terzo valico…una boiata pazzesca!”

SOLIDARIETÀ da un componente dell’Associazione AFA

Non mi dilungo nell’attestazione di solidarietà totale con i dieci NO TAV -TERZO VALICO, è talmente ovvia che mi limito a mettermi in coda a quanti lo hanno già fatto concordando con le loro parole.
Vorrei però esternare la mia indignazione per questo atto da codice Rocco: foglio di via nei comuni liguri a persone che danno fastidio per le loro idee espresse in modo pacifico.
Tutti sappiamo cosa è avvenuto il 10 luglio a Trasta, presso la scuola Sanguineti. Un raduno festoso con partecipazione di donne e bambini che, accompagnati da persone del luogo, hanno visitato i loro orti, assaggiato i prodotti e ammirato il paesaggio che il Cociv vorrebbe sconvolgere con cantieri, ruspe, talpe mostruose, polveri, rumore e un via vai incessante di grossi camion. Altri duecento, lì vicino, si sono posti lungo la strada e hanno impedito il passaggio di mezzi della polizia e del Cociv verso terreni privati in cui  iniziare la distruzione. Il tutto in modo pacifico e con solo contorno di slogan e di qualche battibecco.
Dieci dei presenti sono stati poi espulsi dal questore di Genova dal territorio ligure perché considerati pericolosi sovversivi, o meglio “socialmente pericolosi”. Ne conosco alcuni e sinceramente, pensando a un Davide Bailo di Novi, la persona più mite (ma ben documentata e ferma nelle sue convinzioni) di questa terra mi viene, scusatemi, da ridere.
Ma se lui è pericoloso cosa dovremmo dire dei SI TAV
- tipo Stefano Esposito che incita a manganellare chi la pensa diversamente (a onor del vero più che un Sitav lo si potrebbe definire un NoNotav)
- tipo le imprese auto aggiudicatrici del TAV MI-GE avrebbero versato (secondo la confessione Lodigiani) nel 1991 il 4% dei costi dell’opera a destra e manca
- tipo i Palenzona e i Walter Lupi coinvolti in vicende piuttosto torbide
- tipo i dirigenti Tav, Cociv ecc che nel 1997 vennero incriminati di “truffa aggravata nei confronti dello Stato” per una cifra di 140 miliardi di lire e ne uscirono con le leggi berlusconiane della scadenza dei termini e senza assoluzione
- tipo Cota che spende 43 milioni di euro per una circonvallazione a Tortona  che serve solo a portare lo smarino alla cava Montemerla e nel frattempo distrugge l’economia piemontese e sopprime servizi primari quali ad esempio quello ospedaliero.
- tipo la consorteria che decise, commettendo una operazione di “Corruzione ad alta velocità”, come dichiara nel suo libro il giudice Imposimato, di assegnare ad alcune imprese, senza appalti e senza alcuna loro partecipazione finanziaria, la più inutile e assurda opera che sia mai stata architettata (torbidamente) in Italia
- tipo il Burlando che avrebbe dovuto essere subito amorevolmente ricoverato due minuti dopo aver affermato “le cose vengono prima delle persone”
- sulla stessa lunghezza d’onda (perturbata) è Mauro Moretti che a marzo 2013 dichiara in quel di Padova Non ha senso spendere 7 miliardi di euro per fare il Terzo Valico” e poi non muove un dito per fermare questo enorme spreco di soldi pubblici.
Non voglio infierire e mi fermo qui.
Va constatato però che a questi signori non è mai stato assegnato un tranquillo arresto domiciliare, un mesetto di lavori socialmenti utili, un bigliettino che gli impedisca di andare, che so io, alle Maldive. Nulla!
A dieci persone che si battono, spesso con contrasti non simpatici, con rinunce, con sacrificio, per il bene di tutti, anche degli indifferenti, invece viene decretato il divieto di andare in Liguria.
Verrebbe da dire: “papa Francesco, pensaci tu e vai a parlare con questo questore che magari è un baciapile e ricordagli che hai appena invitato i giovani a far casino quando lo si fa per il bene della collettività”
E la libertà di pensiero, di azione, di movimento sancita  della nostra Costituzione?
Ad esempio uno dei dieci lavora come conduttore di treni: lo faranno scendere ai Giovi e affideranno la locomotiva a un passeggero estratto a sorte?
Un anno fa ci fu una forte discussione all’interno del movimento No-Tav alessandrino. Se dovessero iniziare gli espropri e creare i cantieri cosa facciamo?
Cerchiamo il collegamento con i Comuni puntando a una unità d’azione per bloccare lo sconvolgimento delle nostre terre?
Altra ipotesi: ci auguriamo che le istituzioni locali agiscano senza tentennamenti e senza accordi oscuri, ma noi, intanto, autonomamente facciamo la nostra battaglia e, sull’esempio della Val di Susa, cerchiamo di bloccare pacificamente tutto. Pur sapendo che si corre il rischio alla lunga di essere criminalizzati, di essere giudicati come soggetti pericolosi, di essere accusati di avere finalità politiche e poi di essere denunciati e magari anche manganellati.
Non c’è da stupirsi per questo contrasto interno; è caratteristico di ogni momento storico in cui ci si deve battere contro qualcosa che è autoritario, violento, sostenuto da grossi interessi personali. Ognuno fa le sue scelte e decide come resistere e come condurre la sua lotta partigiana a difesa di una parte precisa: quella di tutte le comunità della val Polcevera, Lemme e Scrivia oltre che del diritto di opporsi a ciò che si ritiene eticamente corrotto, economicamente disastroso, tecnicamente sballato, insomma contro ciò che un tipo spiritoso ultimamente ha definito fantozzianamente:
 “Il Terzo Valico… Una boiata pazzesca!”
                                                                                                                    Antonello Brunetti

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