CIPE e TERZO VALICO : proroga di due anni e 80 milioni all’anno per un decennio
«Come
si apprende dalla lettura del verbale della seduta del
CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione
Economica) del 19 Luglio 2013 è stata
concessa la proroga di due anni della dichiarazione di pubblica utilità relativa
alla realizzazione del Terzo Valico e sono stati stanziati circa 80 milioni di
euro all’anno per ciascuno degli anni dal 2015 al 2024 per uno stanziamento
complessivo di 802 milioni di euro, di cui 39 prelevati dai Beni culturali, per
il finanziamento iniziale secondo lotto
dei lavori della “grande opera inutile”.»
Proviamo
a capire che cosa è cambiato.
Prima
due conti
Fino a
inizio aprile 2013 per il Terzo Valico erano stanziati il primo
lotto da 500 milioni di Euro, il secondo
lotto da 1,1 miliardi di euro - TOTALE 1 miliardo e 600
milioni
Poi vengono decurtati 240
milioni di Euro per la manutenzione delle linee esistenti.
Quindi rimane
1 miliardo e 360 milioni di
Euro.
Altra
decisione: si aggiungono 120
milioni all’anno per dieci anni da dividersi
col Brennero (non si sa in quale percentuale).
Altro
passaggio: con la legge “per fare” si prevede un definanziamento alle infrastrutture non cantierizzate in favore di opere diverse e di più “urgente”
attuazione, del tipo Expo 2015. Sono 763 i milioni
sottratti al Terzo Valico, 524 quelli tolti alla Torino-Lione, 235 al ponte sullo stretto di Messina. Quindi per il Terzo Valico sino ad ieri erano rimasti 597
milioni più una quota ics per dieci anni, valutabile intorno ai 70
milioni per anno (e quindi 50 per il Brennero)
a partire dal 2014. Qui le cose si fanno più confuse e quindi, occhio e
croce, sino al 2023 vi sarebbero un miliardo e 297
milioni di euro.
Infine ieri
il Cipe tira fuori (da chissà dove?) i 763 milioni tolti prima e ci aggiunge 39 milioni di euro
tolti al Ministero per i Beni culturali (e nessuno dice niente? Signora Borletti?). Totale 802 milioni,
ma, cosa che i giornali genovesi non segnalano,
ripartiti in dieci anni (dal 2015 al 2024). Parrebbe quindi che il Terzo Valico,
sino al 2024 avrebbe disponibili 2 miliardi e 99 milioni, ossia
un terzo della cifra preventivata.
Apparentemente in questi quattro mesi i
finanziamenti complessivi sono passati da un miliardo e 600 a 2 miliardi e 99.
Sorge
però un dubbio e i giornali non fanno
chiarezza: questi 802 milioni ripartiti in dieci anni sono aggiuntivi o
sostituiscono quella disposizione confusa dei 120 milioni all’anno per dieci
anni da ripartirsi fra Terzo Valico e Brennero. Ho l’impressione che la
sostituisca fissando in 80 milioni all’anno (dal 2015 e
non dal 2014) il contributo Terzo Valico ed eliminando il
Brennero.
Se
così fosse, e molto probabilmente è, siamo alla fine del rompicapo: il Terzo
Valico avrebbe ora 1 miliardo e 397 milioni di euro
contro il miliardo e 600 di quattro mesi fa.
Un
altro calcolo veloce: un quinto circa è stato stanziato per i prossimi dieci
anni, quindi l’opera sarà conclusa, con questo ritmo, nel
2064!
Sanno fare
i conti i signori gongolanti e auto incensatori di
oggi? Ossia i vari Paita, Burlando, Lupetti vari, Cota, Esposito e via sbavando? Forse ci prendono per
fessi o forse non sanno fare i conti; del resto non
sanno neppure che occorre fare un conticino prima di
un’opera per verificare il rapporto costi- benefici.
Ma tanto
che gliene frega,
alla nostra “classe dirigente”? Importante è che venga aperto qualche cantiere, ovviamente facendo sfracelli
ambientali, per poter dichiarare che l’opera è
cantierizzata e pronta per l’avvio e
poter eventualmente succhiare, magari prendendoli oltre che dai beni
culturali anche dalla Sanità, e
distribuire altri benefit agli amici e amici degli
amici.
LA
PROROGA
Scrivevamo due mesi fa: “Il finanziamento al
Terzo Valico è pressoché annullato e la dichiarazione di pubblica utilità
dell’opera è in scadenza in agosto.
Per di più è stata presentata un’ interrogazione in
Senato dal Movimento cinque stelle. Dinanzi a queste scadenze certamente la
lobby affaristico-bancaria-politica del TAV farà di
tutto tramite i suoi lacchè per ribaltare la situazione e in particolare per far
dichiarare utile l’opera forse più inutile fra le tanti
cattedrali nel deserto di questi ultimi
decenni.”
A sostenere
la pubblica utilità dell’opera non è stato presentato alcun studio sul rapporto costi-benefici. L’interrogazione
parlamentare, snobbando illegalmente il sollecito in
Parlamento da parte di Scibona, non ha avuto alcuna
risposta nonostante l’abbondante superamento dei termini (del resto cosa si
pretende da un Parlamento che è in mano alla coppia Alfano-Schifani e ai trasversali componenti del partito del
tondino, del cemento e delle ruspe? ).
In merito
agli stanziamenti, da quel pasticcio tortuoso del togli e metti
abbiamo ricavato che i soldi per la cantierizzazione (ossia della
mucca da mungere per anni) ci sono.
Personalmente non avevo alcuna illusione
(concordando con l’opinione generale dei comitati NoTAV) sul prevalere della ragione, del buon senso, di una
conduzione intelligente della politica economica.
Obiettivo
primario dei fautori del più grande affare del secolo, come venne definito da Imposimato, è
avviare i cantieri con tutto quello che ne consegue, fissare bene chi deve
essere coinvolto nella spartizione del denaro pubblico senza dimenticarsi di
nessuno della cricca, foderare ogni opera di slogan pubblicitari
fasulli.
- Nessuna
attenzione al fatto che graverà nella fase costruttiva del 100 % sul debito dello
Stato e così pure dell’85-90% nella fase gestionale
- Nessuna
attenzione al fatto che tutti gli altri paesi europei hanno bloccato le nuove
linee ad Alta Velocità per rimodernare le linee
esistenti
- Nessuna
attenzione al fatto che non siano più di 130.000 i container che attraversano
l’Appennino ligure a fronte dei 5 milioni
previsti
- Nessuna
attenzione al fatto che gli attuali tre valichi alle spalle di Genova hanno già adesso una disponibilità di maggiorazione del
trasporto container di almeno due milioni di teu
- Nessuna
attenzione al fatto che a Rotterdam non gliene freghi un tubo di ricevere merci
cinesi attraverso Genova e Tortona, anzi rimangano
esterrefatti di fronte a una simile costosissima
pazzia.
Questa
grande opera, dichiarata ieri di pubblica utilità, da più di vent’anni sta
turbando la vita di decine di migliaia di persone e nello stesso tempo ha
portato gramo a
chi si è adoperato per farla inserire nel progetto TAV, con addirittura il
parere inizialmente contrario dello stesso Necci che
la considerava INUTILE.
Andiamo a
vedere chi erano i general contractor dicembre 1991
del supertreno Mi - Ge.
- Del Prato (25%), la prima ad essere estromessa dopo
fallimento
- Gambogi-Ferruzzi (20%) di Raul Gardini, vicenda
superconosciuta
- Itinera di Gavio (20%), ora
estromessa dalla Salini che ha pressoché l’intera quota Cociv e che tra l’altro ha un sacco di appalti nel Kazachistan;
- Grassetto
di Salvatore Ligresti (25%), leggete cosa se ne scrive in questi
giorni
- Poi CER
(Cooperative emiliane 3%), CIV (banche2%), (Tecnimont
5%)
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