“Nessun rincaro per la Tav. L’Italia pagherà 2,9 miliardi”

Il commissario Virano: 7,7 è il valore complessivo del contratto

Torino
Non ci sono incrementi di costo e la quota che l’Italia pagherà per la realizzazione della Torino-Lione è quella che conoscono tutti, cioè 2,9 miliardi su un costo complessivo di 8,4 miliardi». Mario Virano, commissario straordinario della Torino-Lione, prova a mettere alcuni punti fermi sugli investimenti necessari per scavare il tunnel di base lungo 57 chilometri e le due stazioni internazionali di Susa e St. Jean de Maurienne. L’allarme su una lievitazione spropositata delle spese era stato lanciato dal vicepresidente della commissione Trasporti del Senato, Stefano Esposito.

L’ultras del fronte sì Tav leggendo l’accordo di programma firmato dal ministero dei Trasporti e da Rfi che valuta in 7,7 miliardi la quota italiana è stato netto: «Se fosse confermato un aumento del 165% sarò il primo a chiedere di bloccare l’opera».

Chi ha ragione? Virano conosce il contenuto dell’accordo di programma e si dice convinto che le «incomprensioni siano nate dal fatto che nessuno si è preso la briga di spiegare come si arriva alla somma di 7,7 miliardi». L’11 novembre gli uomini di Rfi e anche il ministro delle Infrastrutture lo spiegheranno ai senatori ma Virano prova ad anticipare le motivazioni. Eccole: «Ai 7,7 miliardi è necessario sottrarre il contributo dell’Ue». 

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