Indifferenza e incapacità
Polveri sottili, c’inquini, abbattimento alberi, via i treni
Su “Oggi cronaca” leggiamo che la presenza delle polveri sottili in
quel di Tortona è aumentata del 70% rispetto all’anno scorso.
La legge prevede che non si debbano superare i 50 μg/m3 e
invece il livello di particolato Pm10 ha superato varie volte addirittura i
150.
Quasi totale l’indifferenza di chi gestisce i nostri territori che
oltre tutto sono sottoposti a continue richieste relative a strutture che
producono altro inquinamento con la motivazione che la zona è servita da due
autostrade, ricca di acque di falde per gli smaltimenti e, con tanto di
risolini durante la conferenza dei servizi per la discarica Cinquini di Molino,
già contornata o coperta da impianti deturpanti tanto che i proponenti Solchem
ed Edison nel 2002 definirono la Bassa Valle
Scrivia brown field, ossia terra marrone, terra bruciata.
Dopo la centrale di abbruciamento sorgo ora è in pista la Irweg per una discarica che
il signor Porazza, amico di Garrone, vorrebbe creare a Molino in località
Cinquini.
Non capisco perché la sindaca di Molino non gli abbia ancora risposto,
alla luce anche dei dati citati sopra, un secco NO. E, per far sparire i
risolini strafottenti, sintetizzare la motivazione con un piccolo trattino
ricurvo: NO perché C’INQUINI!
I Castelnovesi da giovedì riceveranno il Calendario 2014 dedicato alle siepi e agli arbusti.
Due mesi riportano le foto di due lunghe siepi lungo le strade di
Cantaberta e dell’Olmo. Queste siepi esistono ancora nonostante l’indifferenza
e l’incapacità di chi compie le cosiddette opere pubbliche. Ve ne racconto la
vicenda in sintesi.
All’epoca della Terza corsia autostradale vennero espropriati molti
terreni compresi quelli destinate alle “cortine arboree”. I proprietari si
misero in tasca i soldi e lasciarono strisciate di una decina di metri di
larghezza per la piantumazione di alberi. Questi vennero collocati
dall’autostrada, ma mai innaffiati. Risultato: piante tutte morte e terreni
rioccupati abusivamente e, oserei dire,
“giustamente” dagli agricoltori, il tutto nella totale indifferenza
generale di chi doveva controllare.
Cosa c’entra la strada dell’olmo?
Qui esisteva una delle ultime siepi campestri; nessun tecnico pagato per
redigere uno studio sull’impatto ambientale venne sul posto e solo guardando
cartine stradali decisero di espropriare. Il che avrebbe voluto dire fare il
deserto, collocare qualche pianta e poi lasciarla morire. Ho rifiutato
l’esproprio e ho difeso quella siepe con i denti, sino a quando trovai un
geometra serio della Mi-Ge che accettò di venire sul posto e che
imbarazzatissimo mi diede ragione ed escluse questa strisciata di siepe dallo
spianamento previsto. Purtroppo ora questo geometra non c’è più e a fronte di
mie segnalazioni su una serie di errori di esecuzione per lo smaltimento di
acque piovane non ho mai avuto alcuna risposta.
Storia simile per la strada Cantaberta.
Si deve alzare la stradina di un metro e quindi mi comunicano che esproprieranno
una strisciata di quattro metri di larghezza facendo fuori una siepe che avevo
ricreato, sulla base dei miei ricordi infantili, ricchissima di arbusti locali.
L’argine lì non serve a nulla perché i terreni sono in pendio e quindi fanno
già da argine. Fatto sta che tutti gli alberelli e gli arbusti lungo la parte
rimanente della strada Cantaberta vengono sradicati. Io resisto e contesto
l’esproprio. Anche in questo caso ho la fortuna di imbattermi in un giovane
geometra castelnovese che viene sul posto, verifica e riduce l’area da
espropriare, salvando la siepe.
Si fanno tante chiacchiere sulla tutela ambientale, ma solitamente
prevalgono l’ignoranza o l’indifferenza. Per esperienza diretta vi assicuro che
anche la semplice difesa di un albero, di una siepe, di uno scorcio
paesaggistico è cosa difficile ed estenuante. Non parliamo poi di terreni
demaniali, rive dei torrenti, alberi secolari o di pregio.
In Valpolcevera, nell’unica area verde situata presso la scuola
Salvemini, sono iniziati alcuni lavori per l’Alta Velocità Terzo Valico. Sabato
14 dicembre duecento persone (famiglie, bambini, anziani, molte ragazze) sono
entrati nel cantiere Trasta per piantarvi le bandiere No Tav. Chi non si era
ancora recato sul posto ha constatato che intere colline del cantiere sono
state sottoposte a un unico intervento: l’abbattimento con gigantesche ruspe di
migliaia di alberi, con roveri secolari che costituivano i polmoni di una zona
già ampiamente cementificata in questi ultimi decenni. Il filmato prodotto e le
foto scattate ti stringono il cuore: al posto di un bosco antico ora c’è un
deserto punteggiato dalle ceppaie che hanno resistito e un gruppo di bambini che giocano sotto il
braccio di una ruspa gigante.
Il tutto pagato con i soldi di tutti noi contribuenti tartassati da
criminali che si fanno rimborsare persino l’acquisto delle mutande o
architettano opere faraoniche che non servono a nulla.
Costosissime e inutili e tutto ciò in contemporanea con il disfacimento
delle linee ferroviarie sulle quali non si stornano contributi e non si
decidono interventi migliorativi, anzi si sopprimono del tutto, vedi ad esempio
lo sfacelo delle strutture e la soppressione delle corse per i pendolari che
costituiscono il 95% dell’utenza. È di oggi la notizia che da Tortona si potrà
raggiungere Torino solo una volta al giorno e che nelle ore serali a Tortona
non si fermerà più alcun treno.
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