IL TERZO VALICO COME SAIGON 1975

Su IL PICCOLO il giornale di maggiore diffusione della provincia di Alessandria è apparso un lodevole articolo (lunedì 14 novembre) di Luciano Asborno (vedi parte finale) sul tema del Terzo Valico. Subito dopo è stata pubblicata una lettera firmata da Nuova Democrazia Europea - Si al Terzo Valico con critiche al precedente articolo.
Essendo stato chiamato in causa ho replicato con la seguente lettera inviata al Piccolo

Gentile direttore de “Il Piccolo”,
ho letto il pezzo inviatovi da “Nuova Democrazia Europea” in merito alle potenzialità taumaturgiche del Terzo Valico TAV. Lettera corretta e che rispetto pur essendo agli antipodi del mio modo di vedere.
Scherzosamente faccio notare che definire “tal Antonello Brunetti”, mi pare un po’ discutibile visto che io almeno ho un nome e faccio parte di una associazione, “Amici delle Ferrovie e dell’Ambiente”, che opera da vent’anni, che ha prodotto un’infinità di documenti e di studi, ha un Consiglio di 15 volontari e ha organizzato assemblee da Milano a Genova e nell’aprile del 2006 una marcia da Serravalle ad Arquata con la partecipazione di 3.000 persone. “Nuova D.E.” è certamente una associazione di tutto rispetto, ma una firma con un nome non ci sarebbe stata male a piè di lettera.
Veniamo ai punti focali della lettera di N.D.E.: T.A.V. vuol dire collegamenti efficienti per il trasporto merci verso il Nord-Europa; il porto di Genova senza il Terzo Valico non può svilupparsi; le alternative costerebbero di più.
Non voglio farla lunga, se volete documentazione completa collegatevi con il sito www.comitatiscrivia.it, alla voce trasporti. Elenco solo alcuni dati, con la speranza di offrire spunti per la riflessione nel lettore e negli autori della lettera.
- Esattamente 20 anni fa, l’11 maggio 1991, il manager dell’Alta Velocità, Lorenzo Necci, rilascia al “Sole 24 ore” la seguente dichiarazione: la concessione al consorzio privato Civ, senza alcun appalto, è stata una carta di scambio per avere il via sul T.A.V.; inoltre le Fs non hanno dati reali che confortino la validità del progetto. Le previsioni sono assurde: 50.000 passeggeri al giorno e il 20% delle merci di Genova passerà su binari. L’opera sarà in gran parte finanziata dai privati che quindi non devono partecipare ad alcuna gara, ed ecco che nel dicembre 1991 nasce il COCIV.
Quindi una pura operazione per inserire nella mangiatoia chi era rimasto escluso dall’ “affare del secolo”. Tutti sanno che privati e banche, invece, non tirano fuori una lira e tutto sarà pagato nei prossimi 30 anni dai contribuenti italiani con un ricavo (dichiarazione di Italo Moretti) che non supererà il 10-15% di quanto verrà speso.
- Forse è per questo motivo che il governo, l’11 novembre 2011, il giorno precedente la sua decadenza, ha firmato il contratto con il Cociv. Pare proprio che il provvedimento deciso in fretta e furia da un esecutivo più simile ad un gruppo di disperati in fuga da Saigon che ad un vero tavolo decisionale, provochi più danni che altro. Addirittura gli stessi membri di Commissione sono stati presi di sorpresa ed hanno appreso dagli organi di stampa ciò che stava succedendo.
- I costi sono enormi e, per non essere accusato di parzialità, voglio citare quanto detto ieri sera (20 novembre) nel corso della trasmissione TERRA di Toni Capuozzo, Canale 5. Rispetto alle cifre indicate al momento del contratto per i vari tratti del T.A.V. Milano-Napoli e Milano-Torino, i costi sono aumentati da tre a sei volte, e tutti a carico dello Stato, ossia di tutti noi che paghiamo le tasse e soffriamo la crisi. E per che cosa?
Capuozzo ha citato le previsioni di quattro anni fa per l’Alta Velocità Milano-Torino: 160 treni al giorno di cui 120 passeggeri e 40 merci. La realtà attuale è la seguente: 10 treni passeggeri al giorno e 0 (zero!) merci.
- Dario Balotta, ex segretario CISL per i trasporti in Lombardia, due settimane fa ha detto: “Il terzo valico ferroviario tra Milano e Genova é un progetto irreale che si sostiene da previsioni della domanda gonfiate all'inverosimile: 5 milioni di container l'anno, mentre il porto di Genova ne movimenta 1,7 milioni, dei quali solo la minima parte, circa 50.000 (il 2,9%), viene trasportata oggi in treno''.
- Aggiunge Balotta “Negli Stati Uniti, i treni merci viaggiano a 40 km all'ora, ma la crescita del settore trasporti delle ferrovie è stata del 70%: saranno assunti decine di migliaia di ferrovieri, mentre da noi le Fs continuano a tagliare l’organico. Il problema, quindi, non è far arrivare velocemente le merci, semmai è fondamentale la puntualità, l’efficienza, la certezza dei tempi, altrimenti le merci vanno su gomma, dove il trasporto è addirittura ancora incentivato dallo Stato"…Per tutti questi motivi, il Terzo Valico non è utile. Anche perché le ferrovie sono al disastro: “Non si fa più manutenzione, le condizioni sono paurose, i ritardi sono abituali, il ruolo sociale delle ferrovie, cioè il trasporto passeggeri, sta scomparendo. In un paese come l'Italia dove è necessario un pendolarismo su brevi distanze, si fanno progetti come l'Alta Velocità, basato su lunghe percorrenze".
- È di questi giorni la notizia di un vero e proprio "smantellamento" del servizio di trasporto
pubblico. Da gennaio le tariffe aumenteranno per gli utenti del 10% e un ulteriore 15% dei convogli verrà soppresso raggiungendo il tetto del 40% nel giro di tre anni (dati di “Repubblica”).
- I sostenitori del Terzo Valico sostengono che con quest’opera tutto migliorerà, sia per i passeggeri che per le merci. Ammettiamo per un attimo che dall’attuale utilizzo 2,9% per le merci si passi addirittura al 20%, le attuali linee dei Giovi, ora semideserte a causa della scarsa richiesta di convogli merci, sarebbero più che sufficienti. Ma volendo creare linee dedicate esclusivamente alle merci basterebbe ammodernare la Voltri- Ovada-Alessandria e le due linee alle spalle di Savona. Il tutto per costi decisamente inferiori a quelli del Terzo Valico, anche inserendo rafforzamenti delle due linee dei Giovi, del tipo il quadruplicamento della Tortona-Voghera.
L’obiettivo primario deve essere la gestione efficiente e la manutenzione di tutto l’esistente offrendo servizi migliorativi per i pendolari e misure reali per il rilancio del trasporto merci su binari, trasporto che, ricordiamolo un’ultima volta, non può essere fatto su linee ad Alta Velocità.
Purtroppo, invece, queste constatazioni semplici e ridotte all’osso hanno sullo sfondo l'alone grigio della politica, di certa imprenditoria e delle banche, le quali vedono nel bucone di cinquanta chilometri solo una doviziosa miniera d'oro.
Questi, a mio avviso, erano e sono i loro intenti.
Antonello Brunetti

Articolo apparso su “Il Piccolo”, a firma di Luciano Asborno
Siglato il contratto per i lavori del terzo valico
lUna disponibilità iniziale di 430 milioni di euro. La voce degli oppositori
Novi Ligure
_ Il saccheggio prima della ritirata. Così è stato definita dagli oppositori del terzo valico ferroviario tra il Piemonte e
la Liguria, la notizia, rimbalzata nella nostra provincia venerdì scorso da Roma, secondo la quale Governo,
Ferrovie e Cociv (54% Impregilo, 20% Tecnimont, 21% Condotte e 5% Civ) l’11 novembre hanno siglato il
contratto per i lavori del terzo valico, con una disponibilità iniziale di 430 milioni di euro.
I commenti sono al vetriolo:
«Che schifo! E probabilmente la cosa verrà accettata come normale. Un’altra cattedrale nel deserto
che secondo le valutazioni fatte dal Governo non più di sei mesi fa, costava 6 miliardi e 200 milioni e poi
chissà quanto. Tanto i costi saranno tutti a carico dei cittadini italiani che pagano le tasse e avrà ripercussioni
economiche negative per almeno trent’anni. E tutto ciò per un’opera inutile».
Dopo le immancabili considerazioni sulla Impregilo e su Massimo Ponzellini che la scorsa settimana
è stato al centro della cronaca nazionale per il caso BpmAtlantis, gli oppositori tornano al terzo valico,
un’opera alla cui realizzazione si sono sempre opposti e probabilmente continueranno a farlo: «Nel contratto
si parla di costruzione di una linea alta velocità - alta capacità. Non esiste in nessuna parte del mondo: o
si fa una o si fa l’altra - sottolinea Antonello Brunetti che è uno dei leader storici dell’opposizione al terzo valico
tra il Piemonte e la Liguria - ci parlano di 50.000 passeggeri al dì e sono solo 1600. Inoltre per i 100.000
pendolari questa linea non serve a nulla. Ci parlano di 4milioni di teu e invece sono ora 1.700.000, esattamente
quelli che erano nel 2005 e per di più il trasporto su rotaie si è ridotto al lumicino per cui c’è un forte calo di
contenitori merci trasportati su treni da Genova (non più di 50.000 all’anno)».
«E poi - aggiunge Brunetti - cosa servono container che arrivano a Genova e proseguono verso Rotterdam
senza alcuna lavorazione delle merci e creazione di posti di lavoro o di attività qualificate? Siamo proprio
solo un buco di passaggio ».
Poi Brunetti con gli altri ambientalisti che non vogliono il supertreno si sono chiesti: «Circa 6 miliardi di
euro per cosa? Almeno li si utilizzi, se ci sono, per bloccare il degrado delle ferrovie normali, dare efficienza
al servizio e alle strutture, ampliare l’utenza anziché ridurre al lumicino il numero delle corse. Una spesa inutile
visto che esistono già cinque valichi che richiedono solo migliorie. Tale opera comporterà la distruzione
irrimediabile di ambienti naturali e di falde acquifere ».
Ma le considerazione degli oppositori del terzo valico vanno oltre e coinvolgonol’economia nazionale,
in questi giorni nel mirino dell’Europa: «C’è da essere molto preoccupati del fatto che in un momento di grave
crisi economica come quello attuale, lo Stato italiano sprechi in questo modo grandi quantità di soldi
pubblici, indebitando tra l’altro le future generazioni; e in questo modo riproduca lo stesso perverso processo
di appropriazione da parte di una minoranza della ricchezza di tutti, che ha portato alla presente crisi. Firmare
il contratto per l’opera vuol dire mettere nelle mani di chi ne ha avuto l’a assegnazione la possibilità di
ottenere cifre gigantesche, in caso di mancata attuazione, esattamente come avvenuto per il ponte di Messina ».
In queste parole c’è scoramento, ma non rassegnazione. L’opposizione al terzo valico, dalle nostri parti, continuerà.
L.A.

Commenti

  1. Tante vale allora mettere anche la lettera a cui si è risposto:
    Siamo del neonato Comitato Pro-TAV, nato a seguito di una lunga e ponderata discussione tra alcuni cittadini piemontesi (in particolare della provincia di Torino e di Alessandria), comitato promosso dalla rete piemontese di Nuova Democrazia Europea. Riteniamo di dover rispondere all'articolo dal titolo 'Siglato il contratto per i lavori del terzo valico' pubblicato lunedì sul vostro giornale. Ci è sembrato, fin dalla infelice frase di apertura, solo uno spot a tal Antonello Brunetti e alle ragioni del no al Terzo Valico, senza lasciare o accennare minimamente alle ragioni che invece sostengono la necessità del Terzo Valico.

    Innanzitutto il porto di Genova potrebbe dotarsi finalmente del suo sbocco in pianura verso Milano e Torino, ma in particolare potrebbe avere collegamenti diretti e ad alta capacità con l'Europa Centrale e tramite i collegamenti ad alta capacità futuri della val di Susa con il nord della Francia; contestare l'opera perchè il porto di Genova muove 1 milione e 700 di Tau e non 4 milioni vuol dire chiudere gli occhi di fronte al fatto che il porto di Genova non riesce ad aumentare il traffico di merci proprio a causa della mancanza di collegamenti efficenti con la Pianura Padana ed il resto d'Europa, oltre che per deficit strutturali tra i quali la ridotta capacità di stoccaggio e movimentazioni merci date proprio dal poco terreno disponibile in quel di Genova, deficit strutturali che con il Terzo Valico si potrebbero almeno in parte superare spostando parte delle attività di movimentazione e stoccaggio nella provincia di Alessandria.
    Per Genova vorrebbe dire lavoro, per noi idem concretizzandosi in poli logistici e servizi connessi. Non poco per una provincia come la nostra con dati economici di certo non positivi da ancora prima della crisi.

    Servono sicuramente politiche a favore del trasporto ferroviario per contrastare quello su gomma, ma prima di tutto servono infrastrutture ferroviarie adeguate che di per sè rendano il trasporto su ferro competitivo, cosa che non si può dire di quelle attuali completamente inadatte al trasporto su grande scala di merci.

    I costi sono sicuramente lievitati, ma di questo bisogna ringraziare solo la imbelle classe politica dirigente che ha continuato a reinviare l'inizio dell'opera per anni perchè doveva finanziarsi i suoi privilegi o comprarsi i voti tramite i più disparati metodi.

    A noi quest'opera di certo non ci sembra uno spreco (ed è sotto gli occhi di tutti come gli sprechi siano ben altri e su ben altri ordine di grandezza per di più!), anche se è implicito che bisogna vigilare costantemente sulla realizzazione della stessa; ci sembra uno spreco semmai continuare a reinviarla continuando a deprimere economicamente per la scarsità di infrastrutture realmente moderne ed efficenti una intera provincia e regione.

    Tra l'altro il signor Antonelli Brunetti per la cronaca non ci sembra molto coerente visto che alza la voce contro l'uso di fondi sicuramente sostanziosi, quando proprio lui proponeva in alternativa al terzo valico tutta una serie di opere che nel loro insieme, ma anche singolarmente, difficilmente costerebbero meno del Terzo Valico e senza per di più assicurarne i vantaggi.


    Comitato Pro TAV
    Nuova Democrazia Europea - Alessandria

    Interessante notare come alla nostra lettera non si sia replicato manco lontanamente nel merito, ma si è ripetuto pari pari le stesse cose a cui noi avevamo sollevato già le nostre critiche.

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