Al signor Lorenzo Robbiano
Mi pare giunto il momento di fare il punto sull’operato
del sindaco di Novi in merito al Terzo Valico, e, a tal fine, farò riferimento a
quanto riepilogato in due articoli filorobbianeschi apparsi su il Popolo di
Novi e sul sito Novionline.
“A Roma abbiamo ottenuto risultati
importanti”
Le pare importante, visto che Lei fa spesso e giustamente
richiamo ai valori della Resistenza e al contrasto di ogni forma malavitosa e
mafiosa, che si operi sul nostro territorio con la massima arroganza e qui le
cito solo due esempi che mi hanno turbato.
-- Il cippo che
ricorda il sacrificio dei caduti di Rocca dei Corvi si trova ora ingabbiato tra
file di reti dei cantieri del Terzo Valico. Le centinaia di roveri, che per
decenni hanno custodito con rispetto uno dei tanti luoghi simbolo della
Resistenza partigiana, sono solo un ricordo, tritate tra le macerie dei
cantieri. Vicino a quel cippo nei giorni della Liberazione in località Barabini
di Trasta, in Val Polcevera, vennero ritrovate alcune fosse ricoperte di terra.
Da quelle fosse furono estratti i corpi di 5 persone, torturate a morte dai
tedeschi che nella zona avevano un comando e che soprattutto nel mese di marzo
1945 avevano intensificato le azioni di polizia volte a terrorizzare la
popolazione, in una zona industriale e operaia, dove era attiva l’azione
antifascista e partigiana, spesso in collegamento con quella delle fabbriche.
Tra gli assassinati era presente anche una donna (Graziella Giuffrida di 21
anni) che, condotta nella sede del comando di Fegino, fu violentata e sottoposta
a tortura prima di essere uccisa e gettata in una delle fosse di Via Rocca dei
Corvi.
Qualche giorno fa, in occasione del 69 anniversario dell’eccidio, alcune decine di persone si sono ritrovate intorno a quel cippo, per ricordare il sacrificio di quei partigiani, dinnanzi al quale Co.Civ e autorità non hanno esitato un istante a creare il deserto.
È stato letto il testo scritto da alcuni abitanti di Trasta e del Comitato Villa Sanguineti di cui riporto un breve passo: “….la storia si ripete. Cambia forma, ma rimane la stessa sostanza, la stessa prepotenza. L’autorità con la forza si prende la nostra terra e la nostra vita. Decide sulla nostra pelle, sulla nostra salute, scavalcando i nostri diritti imponendo il suo dovere: il dover guadagnare.”
Qualche giorno fa, in occasione del 69 anniversario dell’eccidio, alcune decine di persone si sono ritrovate intorno a quel cippo, per ricordare il sacrificio di quei partigiani, dinnanzi al quale Co.Civ e autorità non hanno esitato un istante a creare il deserto.
È stato letto il testo scritto da alcuni abitanti di Trasta e del Comitato Villa Sanguineti di cui riporto un breve passo: “….la storia si ripete. Cambia forma, ma rimane la stessa sostanza, la stessa prepotenza. L’autorità con la forza si prende la nostra terra e la nostra vita. Decide sulla nostra pelle, sulla nostra salute, scavalcando i nostri diritti imponendo il suo dovere: il dover guadagnare.”
“Qui vivono
per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti
per sempre alla luce” G.Ungaretti
-- “Ti avremmo tagliato la gola e buttato in un
buco, se avessi strappato le reti al mio paese”.
Questo è stato detto a un membro del
comitato no tav/terzo valico che osservava le attività interne all’enorme
cantiere Romanellotta di Pozzolo Formigaro.
È questo solo l’ultimo esempio del
livello di legalità con cui ci si muove intorno ai lavori del Terzo Valico.
Tralasciando tutte le denunce fatte da più di 20 anni, assistiamo a una continua
escalation di indifferenza e arroganza nei confronti delle regole: ruspe che
entrano in terreni privati, denunce e fogli di via per azioni irrisorie,
materiali trasportati senza dichiarazioni di sicurezza
sull’amianto.
È vero, i membri del comitato si sono
resi “colpevoli” di aver tolto le reti del cantiere, ma lo hanno fatto di
giorno, a viso scoperto, in una festa popolare con donne e bambini, come estremo
tentativo per difendere la loro terra.
C’è ancora chi pensa che il Terzo
valico porti benessere e lavoro…l’operaio che ha minacciato non era della zona,
proveniva da posti dove la legalità è una vaga idea. Vogliamo un territorio devastato, mancanza
d’acqua, aria irrespirabile, traffico, minacce di morte? In cambio di cosa? Di
qualche opera compensativa, magari una rotatoria o un sottopasso in
più?
“Nell’incontro di Roma abbiamo
ottenuto dal Ministero e dal Co.civ l’istituzione di un tavolo di concertazione
che ci permette di ragionare sul progetto di sviluppo del territorio”.
Caro Robbiano, non ho voglia di beccarmi una seconda
querela dal Cociv e quindi mi limiterò solo a ricordarLe, riferendomi a dati di
cronaca, chi sono i suoi interlocutori.
--Il ministro delle Infrastrutture Maurizio
Lupi è indagato per concorso in abuso d'atti di ufficio insieme
a Fedele Sanciu, ex senatore del Pdl e Commissario dell'autorità
portuale del Nord Sardegna.
-- È di venerdì scorso la notizia circa la condanna in Corte
d’appello di Firenze dei vertici del Consorzio Cavet, controllato da Impregilo,
per danni ambientali connessi alla realizzazione del Tav del Mugello fra Bologna
e Firenze. Fra i condannati ci sono anche coloro che pare abbiano rivestito la carica di Presidente del Cociv
fino a fine del 2012, di direttore del Cociv fino al marzo 2013 e, infine, così
dicono, l’attuale direttore del Cociv (condannato a 4 anni e 6 mesi).
Questa la sintesi riportata dai
giornali: “Secondo l’accusa durante
i lavori per la costruzione dell’alta velocità tra Firenze e Bologna le terre di
scavo sono state smaltite in cave o in siti per i quali ci sarebbero state delle
certificazioni illegittime. Inquinati anche 24 corsi d’acqua. Diciannove persone
condannate, tra i quali i vertici del consorzio controllato da Impregilo.
Contestati a vario titolo: traffico illecito di rifiuti e omessa
bonifica”
Giriamo a Robbiano la domanda posta
da No TAV-Terzo Valico: “È eticamente accettabile che gli uomini del Cociv
possano costruire il Terzo Valico dopo i danni ambientali compiuti
nell’esecuzione dei lavori del Tav del Mugello?
“Senza Terzo Valico la
Liguria rimarrebbe isolata e le merci non potrebbero uscire dal
porto”.
Questa affermazione trita e ritrita,
ripresa come un ritornello dai genovesi, non ha alcun senso.
I circa 200.000 container annuali (non 4 milioni come
prevede Luigi Merlo presidente dell’Autorità portuale) impiegano una giornata ad
uscire dal porto semplicemente perché c’è un solo binario disponibile
all’interno del porto. La Liguria nel suo complesso ha ben sei linee
(sottoutilizzate) per superare l’Appennino, di cui tre al servizio del porto di
Genova. È vero che c’è isolamento, ma per ben altre cause e soprattutto per
l’unico e precario binario lungo la costa.
“La proposta Terzo
Valico destò preoccupazione all’amministrazione comunale. Le alternative erano
due: il puro e semplice NO alla linea oppure entrare nel merito della questione
e cercare, analizzando il progetto, di annullare o
quanto meno limitare i danni che un’opera di tale portata può creare
all’ambiente e, nel contempo, cercare di portare qualche vantaggio al nostro
territorio in termini di posti
di lavoro, di attività logistiche e di opere compensative. Si è deciso di
intraprendere la seconda via anche perché dieci anni fa viene deliberata la
legge obiettivo per la quale i Comuni devono accettare il passaggio della nuova
linea”.
Appena eletti, i nuovi rappresentanti PD in Parlamento
avevano dichiarato di voler annullare l’antidemocratica legge obiettivo di
Berlusconi e Lunardi, ma non se ne è saputo più nulla e la legge obiettivo,
ossia l’esaltazione dell’ - Io so’ Io e voi non siete un cazzo
- (dal marchese del Grillo) continua a essere in vigore. Le autorità superiori
hanno deciso e quindi mi adeguo ... ma mi pare che gli uomini dell’antifascismo
e della Resistenza avessero un altro modo di ragionare. Ma senza disturbare i
partigiani, anche i personaggi “senza volto” del bel libro di un certo Lorenzo
Robbiano da Novi non si adeguavano per niente!
Una “grande opera” nata male (vedi dichiarazioni Necci e
Imposimato), inutile, costosissima e dannosa va respinta e non appesantita da
altre colate di cemento, compensazioni e ulteriori spianate di asfalto.
“Il
ministro Lupi ha sostenuto che l’Unione europea finanzierà in parte
l’opera”È una menzogna! La Fegino - Tortona non è una
tratta transfrontaliera e quindi nessun contributo europeo né in passato né ora.
Non rientra nell’elenco delle opere che l’Europa ritiene necessarie e se
l’Italia vuole sbattere via oltre sei miliardi lo faccia pure, ma senza battere
cassa a Bruxelles! Eppure continuano a raccontarci questa frottola.
Ma anche il tanto declamato corridoio Genova - Rotterdam o corridoio dei due mari, di
cui la classe politica favorevole all’opera si riempie la bocca senza troppa
cognizione di causa, non esiste più e persino quegli sveglioni dei nostri
politici, se avessero studiato un pochino o almeno visitato il sito della
Comunità Europea, avrebbero potuto trarre questa semplice conclusione. Infatti a
partire dal meeting “Ten-T days” svoltosi in Estonia a Tallinn dal 16 al 18 Ottobre del
2013 i vecchi corridoi Ten-T (reti di trasporto trans-europee) sono stati messi
in soffitta e al loro posto sono stati
tracciati nove
nuovi corridoi principali che formeranno le arterie dei trasporti dell’Unione
Europea.
Se andiamo a
leggere il documento riguardante l’ultima richiesta di finanziamento alla Commissione
Europea da parte
degli Stati membri possiamo vedere a
pagina 171 che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Italiano ha
presentato richiesta di cofinanziamento per i primi due lotti di lavori del
Terzo Valico.
Il
finanziamento riconosciuto è stato pari a ZERO euro e nelle motivazioni si può
leggere che il progetto non rientra nelle priorità di finanziamento della
Comunità Europea!
Più che “chiedercelo l’Europa” è la
nostra classe politica che chiede all’Europa di far rientrare il Terzo Valico
all’interno di uno dei corridoi europei. Non ce lo chiede l’Europa, ma sono
quelli del Cociv (Salini-Impregilo, Società Italiana per Condotte d’Acqua e Civ)
a chiederlo ai loro amici politici e quando i politici hanno chiesto soldi
all’Europa, l’Europa ha risposto ZERO euro.
Riprendendo una acuta sintesi di Ivan
“Il Terzo Valico è un progetto strategico pagato coi soldi di tutti i cittadini.
Strategico per i bilanci del Cociv, ovviamente”.
INFINE
“Tra le proposte
dell’amministrazione comunale di Novi era inserita quella dell’eliminazione
dello ‘Shunt’, vale a dire del bypass
ferroviario che doveva correre nella campagna che divide Novi e Pozzolo in
direzione Alessandria. Nell’incontro che abbiamo avuto a Roma la scorsa
settimana l’AD Ferrovie dello Stato,
Mauro Moretti, ha dichiarato che lo
‘shunt’ verrà eliminato dal tracciato. Questo significa sette chilometri in meno
di linea. Oggi, inoltre, ci sarà la possibilità, entrando il Terzo Valico nella
linea storica, di alimentare nuovamente San
Bovo”.Durante l’incontro a Roma tra Ministro ed enti locali è stato
assicurato al sindaco di Novi, o almeno così dice lui, che lo Shunt sarà
eliminato.
Parole, ma nessun documento!
E
poi cosa cambia?
Proprio questa mattina nella zona Pieve di Novi il Cociv
ha iniziato a tirare su reti (prontamente abbattute nel giro di tre ore dagli
abitanti della zona) per recintare un territorio che verrà desertificato.
Il ramo principale della linea, che
con ‘sto benedetto “sciant” non c’entra niente, continua a passare dal Basso
Pieve, proveniente da Serravalle e diretto a Tortona. Nulla cambierà per i km in superficie che cancelleranno l’ultimo
polmone verde rimasto a due passi da Novi. Il Sindaco uscente di Novi ha poco da
gongolare: l’eliminazione dello Shunt finora è pura propaganda, non a caso a due
mesi dalle elezioni novesi.
Tale operazione prevede un nuovo
progetto, un nuovo iter amministrativo, una revisione dei costi, e soprattutto
modifica radicalmente lo scopo dell’opera.
Per di più non salverà minimamente il
Basso Pieve dalla devastazione.
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