«Terzo valico, rischio amianto»

Voltaggio. «La presenza di amianto in questa zona è ormai una cosa nota». A dirlo è Giorgio Semino, geologo, che insieme al dottor Giancarlo Faragli è stato chiamato ad approfondire la questione amianto in relazione con la costruzione del terzo valico, ovvero la nuova linea ferroviaria ad alta capacità Genova-Tortona.

I due esperti sono intervenuti venerdì sera a Voltaggio, invitati dagli organizzatori dell’iniziativa: Afa (Amici delle ferrovie e dell’ambiente), Forum dell’alta val Lemme e il circolo locale di Legambiente.

Semino ha così spiegato la composizione delle rocce di quest’area degli Appennini liguri, interessati dallo scavo sia del tunnel ferroviario che delle due gallerie di servizio.L’intervento del geologo è stato molto tecnico e tra la documentazione presentata ha inserito e illustrato una studio del 2005 voluto dalla Provincia di Alessandria, che aveva chiesto di fare dei campionamenti sull’aria, sul suolo e sull’acqua proprio in Val Lemme.

Studio che ha confermato la presenza del minerale e delle tipologie che si possono riscontrare tra le rocce vallemmine. «In natura l’amianto non è nocivo. Diventa pericoloso solo se movimentato, scavato e trasportato», ha spiegato Semino.

Il geologo ha paragonato le serpentiniti, le rocce in cui si trova l’amianto, a delle vene. «Dove il terreno è attraversato dalla vene troviamo il minerale e magari a pochissima distanza, anche di pochi metri, l’amianto è del tutto assente. Per questo i campionamenti e il metodo con cui vengono eseguiti acquistano un’importanza rilevante».

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