Bravo, Mercalli!

(via mail)
 
Ieri sera, seguendo “Che tempo che fa”, ho sentito l’intervento di Luca Mercalli e finalmente ho tirato un respiro di sollievo.
Da parecchie settimane sento parlare di Agenda Monti, di politicanti ladroni, di corsa alle candidature, di Berlusconi, di crescita, di economia e ho notato il più assoluto silenzio sulla tematica ambientale.
Il buon Luca, con la chiarezza che gli è solita, si è dichiarato “deluso” dall’insieme di banalità incluse nella cosiddetta Agenda Monti e stanco di sentir parlare di “crescita, competitività, sviluppo economico”. Nessuno che presenti idee su come affrontare i problemi ambientali, i cambiamenti climatici, la crisi energetica e alimentare, il consumo e il dissesto del territorio, l’imbruttimento del mondo, la totale mancanza di manutenzione delle bellezze artistiche e paesaggistiche, ecc. ecc.
È vero che governare vuol dire affrontare aspetti assai diversi fra di loro, ma ignorare totalmente l’ambiente in cui viviamo e che ci dà la vita mi pare poco intelligente.
Per offrire un contributo di idee su come sia possibile e doveroso portare avanti una linea in cui economia e ambientalismo marcino sottobraccio vi offro due documenti che considero interessanti.
Uno si riferisce a una eventuale Agenda ambientalista e l’altro, redatto un anno fa da Legambiente, analizza, partendo da realizzazioni concrete, come andrebbero rivisti i Piani regolatori comunali

L’ Agenda per il governo dell’ambiente



In Italia, gli effetti della gravissima crisi ambientale e finanziaria globale in atto sono tali da  richiedere  immediatamente  un programma per gestire l’unico sviluppo (non ‘crescita’) possibile, quello sostenibile.
Contemporaneamente deve partire un radicale  ridisegno normativo, secondo approcci partecipativi, per armonizzare  subito la legislazione in senso europeo, uno snellimento sul versante  burocratico-procedurale  che elimini corruzione e concussione, la creazione di  funzioni di controllo e monitoraggio.
Le risorse necessarie all’attuazione dell’Agenda ambientale si reperiscono attraverso:
-    l’utilizzo pieno (oggi al 17% circa) delle risorse comunitarie,
-    tagli netti a spesa militare (F35) e  cosiddette ‘Grandi opere’,
-    alienazione  trasparente di beni sequestrati all’economia criminale.
L’agenda si compone di  azioni di manutenzione e innovazione:
1)  Manutenzione , rinaturazione e riqualificazione del territorio
Per la eliminazione di potenziali rischi di perdita di vite umane a causa del dissesto idrogeologico, ISPRA produce la mappatura delle aree prioritarie d’intervento, sulla base dei Piani redatti dalle Autorità di Bacino e dalle altre istituzioni competenti in materia.
L’attuazione delle norme ‘anti cementificazione del suolo’  viene sorretta dalla diffusione di forme di presidio locale attivo (ingegneria naturalistica) di versanti appenninici ed alpini e dalla riduzione di prelievi dagli alvei fluviali (promuovendo il recupero di materiali, a partire dai detriti di demolizione, sostitutivi di quelli lapidei pregiati), intorno ai quali viene immediatamente proibito e sanzionato ogni nuovo  insediamento, trattandosi di  aree  esondabili.
Per quanto attiene insediamenti già realizzati in spregio a tale norma e alle relative buone pratiche, i Comuni deliberano  gli abbattimenti e la messa in sicurezza dei punti a rischio.
ISPRA, in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato, l’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali e gli Enti Parco, elabora i piani di sviluppo e gestione delle superfici boscate, promuovendo anche la creazione  di nuovi boschi planiziali, con particolare attenzione al loro ruolo sia di ‘cortina vegetativa’ a tutela delle conurbazioni già afflitte da pessima qualità dell’aria che di contenimento di emissioni inquinanti da infrastrutture autostradali, ferroviarie, aeroportuali, portuali.
Per la bonifica delle aree contaminate, l’elenco dei siti viene revisionato dalle Regioni e ordinato per effettiva priorità  da ISPRA: la Cassa Depositi e Prestiti finanzia la messa in sicurezza dai fattori di rischio. destinando le  aree, certificate come messe in sicurezza, a utilizzi naturalistici o culturali.
2)    Manutenzione, rinaturazione e riqualificazione dell’ambiente costruito
Blocco immediatamente  operativo del consumo di circa 100 ettari/giorno di suolo agricolo per nuove costruzioni civili, industriali e infrastrutturali. Si può costruire solo su terreni già edificati, come indica ad esempio la gestione territoriale tedesca. Basta con l’“erosione urbana”, l’”impermeabilizzazione”, la “cementificazione” del territorio. I suoli eventualmente recuperati vanno destinati alla valorizzazione agricola e ambientale (ad esempio corridoi e cinture verdi, orti urbani). Va demolita l’incultura dominante negli Enti locali, pronti a favorire colate di cemento e di asfalto per acquisire entrate ulteriori per i bilanci comunali. Enti spesso insensibili alla tutela storica, architettonica e ambientale al punto di lasciar ammalorare migliaia di edifici, anche di pregio, sia nelle aree rurali che urbane.
Quel regime fiscale perverso va modificato introducendo, come in Francia, la deduzione dal reddito imponibile di tutti i costi per il recupero/ristrutturazione del già costruito se gli immobili sono locati per almeno 6 anni. Sempre in Francia, per opere di miglioria e manutenzione delle  case costruite da almeno due anni, l’IVA viene ridotta al 5%  e si introducono incentivi all’efficienza energetica per quelle costruite prima del 1990.  Investendo in efficienza energetica, si crea occupazione, si risparmiano  8 miliardi di euro/anno, si riduce l’importazione di combustibili fossili, si tagliano le emissioni di gas serra di circa 55 milioni di tonn/anno, nel rispetto degli impegni nazionali di riduzione al 2020 .
La disincentivazione di nuova edificazione, riqualificando l’esistente anche sul piano dell’arredo urbano, deve essere sostenuta da un più facile accesso al credito, da politiche di formazione mirata per nuova imprenditoria  (efficienza energetica, teleriscaldamento /condizionamento, gestione di verde private e pubblico) e dal rilancio dell’artigianato nei settori edile, termoidraulico, elettrotecnico, della rinaturazione e del disegno e gestione del paesaggio.
3)    Manutenzione di  infrastrutture e servizi
Il degrado di cruciali infrastrutture quali la ferroviaria  (priorità da dare a pendolarità e trasporto merci), l’elettrica, la acquedottistica  (dispersione dalle reti idriche di oltre il 50% rispetto al 10%  fisiologico), la fognaria/depurativa (oggetto di molte procedure d’infrazione UE), la telematica (priorità a banda larga, reti informatiche) è  ormai più che critico. Si richiede immediata manutenzione e modernizzazione di reti e impianti ora citati, con  estesa applicazione di moduli  di telecontrollo, telecomand , telegestione e monitoraggio cui siano associate  modalità  di trasferimento dell’informazione in tempo reale ai competenti Enti di Controllo e al pubblico (es.: inquinamento atmosferico, consumi idrici ed elettrici, qualità delle acque, stato dei trasporti).  Nel campo dei trasporti si privilegiano le opzioni capaci di migliorare la qualità dell’aria: potenziamento del trasporto pubblico e rinnovamento delle relative flotte, logistica commerciale su ferro, in aree urbane affidata a mezzi elettrici o a gas , promozione delle bicicletta .
Nel campo dei servizi idrici, si dà piena attuazione all’esito referendario. Nel campo dei servizi di igiene ambientale urbana  viene generalizzata la pratica di  raccolta differenziata “porta a porta” delle frazioni di rifiuto recuperabili per industria e agricoltura (per ridare fertilità ai terreni si valorizzano fermentazione aerobica ed anaerobica dei residui organici). La precaria qualità dell’aria orienta anche le scelte impiantistiche di trattamento dei flussi di rifiuti residui verso la stabilizzazione biologico-meccanica del rifiuto urbano residuante dalla raccolta differenziata, coerentemente con la strategia ‘Rifiuti Zero’ che dà attuazione alla strategia dell’Unione Europea in tema di eliminazione di nuove sorgenti di emissioni addizionali, quail gli inceneritori.
4)    Manutenzione normativa
Il diritto all’ambiente salubre deve diventare parte integrante della Carta Costituzionale. Una Legge-Quadro sull’Ambiente deve recepire  e dare attuazione  alla normativa europea relativa  alle risorse idriche, all’inquinamento atmosferico, alla gestione dei rifiuti, alla tutela della biodiversità , alla conservazione della natura e alle strategie e politiche per la sostenibilità.
5)    Innovazione per il contrasto  alla eco-criminalità
D’intesa con la Procura Nazionale Antimafia, presso un nuovo Ministero dello Sviluppo Sostenibile deve essere istituito il Coordinamento InterForze  per la prevenzione ed il  contrasto alla criminalità ambientale , che si compone di rappresentanti  dei Comandi dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale dello Stato, delle Capitanerie di Porto. Al Coordinamento compete la proposizione di innovazioni normative specifiche inerenti i reati e delitti ambientali, il monitoraggio di strategie ed azioni operative di 

contrasto alla eco-criminalità, l’uso efficiente delle risorse in campo.

Il Regolamento Edilizio d'Italia - 16 febbraio 2012

Come rendere più sostenibile l'edilizia italiana, semplicemente, copiando dai Comuni che sono più avanti nell'innovazione energetica e ambientale.
Il meglio dei Regolamenti Edilizi dei Comuni italiani, nella selezione di Legambiente, per spingere l'edilizia di qualità, il risparmio energetico e idrico, la sostenibilità ambientale.
Per festeggiare il settimo anniversario dell’entrata in vigore del protocollo di Kyoto Legambiente lancia il "regolamento edilizio d'Italia", per spingere in tutti i Comuni italiani le innovazioni energetiche e ambientali che possono rendere le nostre case e città più vivibili e ridurre le emissioni di CO2, responsabili dei cambiamenti climatici. La ragione per cui abbiamo posto l’attenzione sui Regolamenti Edilizi comunali è perché rappresentano uno snodo fondamentale dei processi edilizi, dove si incontrano le Direttive Europee in materia di efficienza energetica in edilizia e la legislazione nazionale e regionale. Il settore delle abitazioni è infatti uno dei principali responsabili dei consumi energetici italiani e dell’aumento delle emissioni di anidride carbonica.
La proposta che rivolgiamo alle amministrazioni comunali è di guardare a queste realtà. Abbiamo infatti messo assieme il meglio di quello che si può trovare nei regolamenti edilizi italiani in termini di efficienza energetica e integrazione delle fonti rinnovabili in edilizia, di risparmio idrico, qualità del costruire. Copiare bene ha particolarmente senso perché edifici ristrutturati o costruiti in questo modo arrivano praticamente ad azzerare i consumi energetici, a ridurre sensibilmente i consumi idrici migliorando il comfort degli spazi pubblici e nelle abitazioni. E nei Comuni dove questa strada è già oggi stata intrapresa è cresciuta non solo la consapevolezza di come queste innovazioni migliorino la qualità del costruire, ma anche quanto queste nuove tecniche permettano di accrescere competenze, di creare lavoro, oltre a realizzare edifici sostenibili con un costo che incide pochissimo sul prezzo di vendita finale
Insomma oggi non ci sono più scuse per rinviare questo tipo di interventi.
Per Legambiente le città italiane possono diventare un grande laboratorio di manutenzione e riqualificazione con obiettivi energetico-ambientali. Una prospettiva capace di creare nuovi posti di lavoro, qualità e vivibilità, nella direzione di una città che consuma meno energia, più pulita e bella; in una parola più sostenibile.
Al centro dell’attenzione abbiamo posto gli obiettivi che riguardano alcuni campi di intervento fondamentali:
-la riduzione dei consumi energetici, attraverso interventi che riducono il fabbisogno nelle abitazioni, aumentando l’isolamento termico degli edifici e valorizzando gli apporti solari passivi.
-le fonti energetiche rinnovabili, da utilizzare e integrare negli edifici per i fabbisogni di riscaldamento dell’acqua igienico-sanitaria e la produzione di energia elettrica.
-il ciclo dell’acqua, riducendo fabbisogni e consumi di acqua nelle abitazioni attraverso il recupero, la depurazione, il riutilizzo per gli usi compatibili; nella direzione di aumentare la permeabilità dei suoli; sviluppando l’utilizzo di tecnologie e sistemi di risparmio.
Le proposte scritte in questo documento sono suddivise in nove temi fondamentali dell’edilizia sostenibile:
1) Isolamento termico
2) Prestazione dei serramenti
3) Integrazione delle fonti rinnovabili
4) Utilizzo di tecnologie per l’efficienza energetica e contabilizzazione individuale del calore
5) Orientamento e schermatura degli edifici
6) Materiali da costruzione
7) Risparmio idrico e recupero delle acque meteoriche
8) Permeabilità dei suoli
9) Certificazione energetica
Proprio per la grande varietà di situazioni climatiche e territoriali presenti nel territorio italiano vengono individuate proposte riferite ai diversi temi di intervento inserendo le migliori norme ed esperienze già applicate in ambito regionale e comunale, che possono essere facilmente adattate ai contesti locali.

1   -  ISOLAMENTO TERMICO DEGLI EDIFICI
Da chi copiare?  Comune di Collegno (TO), Allegato Energetico del 5/3/2009. Comune di Oristano.
1.1 Negli interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria e negli interventi di restauro e risanamento conservativo, degli edifici di tutte le categorie ad eccezione dei fabbricati industriali, artigianali e agricoli non residenziali, i cui ambienti sono riscaldati per esigenze del processo produttivo o utilizzando reflui energetici del processo produttivo stesso non altrimenti utilizzabili, che prevedano la sostituzione dei serramenti esterni e/o prevedano la sostituzione o la rimozione e il riposizionamento della copertura, o di eventuali solai verso esterno, contro terra o verso locali non riscaldati, è fatto obbligo di realizzare una trasmittanza termica U del singolo componente oggetto d’intervento non superiore ai seguenti valori:
- pareti esterne di 0,25 W/m2K,
- strutture opache orizzontali di copertura e strutture opache orizzontali di pavimento 0,23 W/m2K,
- chiusure trasparenti (valore medio vetro/telaio) 1,7 W/m2K.
Eventuali sottofinestre e cassonetti per avvolgibile dovranno avere le medesime caratteristiche prestazionali delle pareti esterne.
Nei nuovi interventi edilizi dai computi relativi alle volumetrie e superfici edificabili sono esclusi gli aumenti di spessore realizzati per esigenze di isolamento termico per tutto lo spessore che nei muri esterni supera le dimensioni minime di 30 cm fino a 50 cm complessivi, nei solai con spessore oltre i 20 cm fino a 45 cm.
1.2 Le serre bioclimatiche, i sistemi di captazione e sfruttamento dell’energia solare integrati nell’edificio (muri di accumulo, muri trombe, sistemi strutturali a “doppia pelle”, camini solari, tetti captanti) sono considerati volumi tecnici non computabili ai fini edificatori.
1.3 Nei nuovi interventi edilizi e negli interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione che riguardino almeno il 50% dell’edificio e la sostituzione delle finestre è fatto obbligo l’utilizzo di doppi vetri, con cavità contenente gas a bassa conduttività.
Nei nuovi edifici o in caso di ristrutturazione delle coperture è possibile migliorare le caratteristiche d’isolamento termico, d’inerzia termica e di assorbimento delle polveri inquinanti delle strutture di copertura degli edifici attraverso la realizzazione di tetti piani coperti a verde e di giardini pensili; vengono previsti incentivi di riduzione del 20% della quota relativa al costo di costruzione per quanto riguarda gli oneri.
In tutta Italia sono 273 i Comuni che obbligano l’uso di doppi vetri, 632 quelli che impongono limiti per l’isolamento termico. Nel Regolamento Edilizio del Comune di Carugate è stabilito che gli edifici di nuova costruzione e da ristrutturare, devono avere i seguenti valori massimi di trasmittanza termica U: per le pareti esterne: 0,30 W/m2 K; per le coperture (piane e a falde): 0,30 W/m2 K; per i basamenti su terreno (o cantine): 0,50 W/m2 K; per i basamenti su pilotis: 0,35 W/m2 K; per pareti e solette verso ambienti interni: 0,70 W/m2 K; per serramenti (valore medio vetro/telaio): 2,30 W/m2 K.
I tetti verdi vengono citati, facendone promozione, in 208 Regolamenti Edilizi. In 11 Comuni della Provincia di Lecco il ricorso ai tetti verdi è previsto obbligatoriamente per almeno il 30% della superficie in caso di nuova costruzione.

2 -  PRESTAZIONI DEI SERRAMENTI
Da chi copiare? Comune di Bassano del Grappa (VI), Regolamento per l’Edilizia Sostenibile del 25/11/2010.
2.1 Nelle nuove costruzioni e negli edifici esistenti in caso di interventi edilizi nei quali sia prevista la sostituzione dei serramenti, è obbligatorio l’ utilizzo di serramenti aventi una trasmittanza media (Uw), riferita all’intero sistema telaio/vetro non superiore a 2,2 W/m2K. L’utilizzo di chiusure trasparenti la cui prestazione complessiva del sistema telaio/vetro e cassonetto, ove presente, abbia valori inferiori per almeno il 30% dei valori fissati per normativa, costituisce titolo di merito al raggiungimento degli incentivi emanati dal Comune.
Sono 282 i Comuni che hanno introdotto specifiche indicazioni che riguardano le prestazioni dei serramenti.
Mentre sono 26 i Comuni che incentivano i miglioramenti nelle prestazioni in caso di sostituzione.

3  - INTEGRAZIONE DELLE FONTI RINNOVABILI DI ENERGIA
Da chi copiare? Lignano Sabbiadoro (UD), Brembate di Sopra (BG), Rovello Porro (CO), Falconara Marittima (AN) e Monopoli (BA) hanno già inserito l’obbligo previsto del Decreto 28/2011. Regione Emilia-Romagna, Dgr 2366/2011.
3.1 Nel caso di edifici di nuova costruzione, di edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti o di ampliamenti l’impianto termico e/o l’impianto tecnologico idrico-sanitario deve essere progettato e realizzato in modo da garantire il contemporaneo rispetto della copertura, tramite il ricorso ad energia prodotta da impianti alimentati da fonti rinnovabili, del 50% dei consumi previsti per l’acqua calda sanitaria e delle seguenti percentuali dei consumi di energia termica:
a) per gli interventi per i quali la richiesta di titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012 e fino al 31 dicembre 2014: del 35% della somma dei consumi complessivamente previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
b) per gli interventi per i quali la richiesta di titolo edilizio è presentata a partire dal 1° gennaio 2015: del 50% della somma dei consumi complessivamente previsti per l’acqua calda sanitaria, il riscaldamento e il raffrescamento
I limiti di cui alle precedenti lett. a) e lett. b) sono:
- ridotti del 50% per gli edifici situati nei centri storici;
- incrementati del 10% per gli edifici pubblici.
Nel caso di edifici di nuova costruzione o di edifici sottoposti a ristrutturazioni rilevanti, è fatto obbligo  di prevedere l’utilizzo delle fonti rinnovabili a copertura di quota parte dei consumi di energia elettrica dell’edificio.
A tal fine è obbligatoria l’installazione sopra o all’interno dell’edificio o nelle relative pertinenze di impianti per la produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili asserviti agli utilizzi elettrici dell'edificio, con caratteristiche tali da garantire il contemporaneo rispetto delle condizioni seguenti:
a) potenza elettrica P installata non inferiore a 1 kW per unità abitativa e 0,5 kW per ogni 100 m2 di superficie utile energetica di edifici ad uso non residenziale;
b) potenza elettrica P installata non inferiore a:
- P = Sq /65, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 31 maggio 2012 al 31 dicembre 2014,
- P = Sq /50, quando la richiesta del pertinente titolo edilizio è presentata dal 1° gennaio 2015,
dove Sq è la superficie coperta dell’edificio misurata in m2.
In caso di utilizzo di pannelli solari fotovoltaici disposti sui tetti degli edifici, i predetti componenti devono essere aderenti o integrati nei tetti medesimi, con la stessa inclinazione e lo stesso orientamento della falda.
I limiti di cui alle precedenti lett. a) e lett. b) sono:
- ridotti del 50% per gli edifici situati nei centri storici;
- incrementati del 10% per gli edifici pubblici.
In 467 Comuni in Italia è comunque presente un Regolamento Edilizio che prevede l’obbligo di installare pannelli fotovoltaici mentre in 463 Comuni vige l’obbligo di soddisfare parte del fabbisogno di acqua calda sanitaria con pannelli solari termici. L’obbligo di installare entrambe le tecnologie è presente in 353 Comuni.
Nel Regolamento Edilizio del Comune di Collesalvetti (LI) è obbligatoria l’installazione di impianti solari termici per la produzione di acqua calda a usi sanitari nei nuovi edifici per il 50% del fabbisogno e di 1,2 kW di potenza di fotovoltaico.
Nel Regolamento Edilizio del Comune di Arenzano (GE) l’obbligo di installazione di impianti solari termici riguarda tutti i nuovi edifici e le ristrutturazioni, per il 50% dei fabbisogni di acqua calda per gli usi igienico-sanitari è affiancato dall’obbligo di produzione annua minima di 1.500 kWh per unità immobiliare da fotovoltaico, raddoppiata se l’immobile è dotato di impianto per il condizionamento estivo.

4  - UTILIZZO DI TECNOLOGIE PER L’EFFICIENZA ENERGETICA E CONTABILIZZAZIONE INDIVIDUALE DEL CALORE
Da chi copiare?  Comune di Novi di Modena (MO), Allegato Energetico del 29/10/2009. Comune di Divignano (NO), Allegato Energetico del 12/9/2011. Comune di Guidonia Montecelio (RM), Regolamento Edilizio del Luglio 2010. Comune di Castel Maggiore (BO), Regolamento Urbanistico Edilizio del 27/1/2010.
4.1 Negli edifici residenziali e per quelli adibiti ad uffici con numero di unità immobiliari superiori a 4 di nuova costruzione o in caso di sostituzione dell’impianto di riscaldamento è obbligatoria, l’installazione di impianti centralizzati e sistemi per la contabilizzazione individuale del calore utilizzato per il riscaldamento, così da garantire una ripartizione corretta dei consumi energetici effettuati da ogni singola abitazione.
E’ obbligatorio anche l’utilizzo di pompe di calore nel caso in cui non sia presente un sistema di altro tipo per il riscaldamento dell’acqua per usi sanitari quali pannelli solari termici.
E’ obbligatorio per gli edifici di nuova costruzione e per quelli soggetti a ristrutturazione edilizia l’ allacciamento alla rete di teleriscaldamento se presente entro 1.000 metri di distanza. In alternativa ai generatori di calore tradizionali è consigliata l'installazione di impianti finalizzati allo sfruttamento dell'energia geotermica del suolo che prevedano l'utilizzo di sonde geotermiche abbinate a pompe di calore.
Per gli edifici di nuova costruzione e per quelli oggetto di riqualificazione impiantistica globale, è fortemente raccomandato l'uso di valvole termostatiche con sensore di temperatura separato dalla valvola, posta ad una distanza tale da non risentire da disturbi dovuti a effetti radiativi diretti.
Tale misura ha lo scopo di garantire:
-un controllo della temperatura in ogni locale e quindi un elevato livello di comfort.
-la riduzione degli sprechi connessi a condizioni disuniformi nell'edificio e il pieno utilizzo degli apporti solari invernali gratuiti attraverso le vetrate.
Il controllo della purezza dell'aria e dell' umidità relativa deve essere garantito da un sistema di ventilazione meccanica dimensionata per un valore di ricambi d'aria strettamente necessario secondo le indicazione della normativa italiana e del Regolamento di Igiene, possibilmente adottando strategie di ventilazione controllata . Allo scopo di ridurre il consumo energetico del sistema di distribuzione dell'aria occorre utilizzare:
-condotti e diffusori che garantiscano perdite di carico ridotte.
-ventilatori con motori ad alta efficienza e controllo della velocità
È fortemente raccomandato che i circuiti di mandata e di ripresa dell'aria siano fra loro interfacciati mediante un recuperatore di calore stagno per consentire un recupero energetico di almeno il 50%.
É prescritta l'installazione di dispositivi per la regolazione automatica della temperatura ambiente (valvole termostatiche, termostati collegati a sistemi locali o centrali di attuazione, ecc.) nei singoli locali o nelle singole zone aventi caratteristiche di uso ed esposizione uniformi al fine di non determinare sovrariscaldamento per effetto degli apporti solari.
Nei nuovi interventi edilizi e negli interventi di ristrutturazione che riguardino singole abitazioni nei quali è prevista la completa sostituzione dell’impianto di riscaldamento, è favorita l’installazione di caldaie a condensazione nel caso in cui il vettore energetico utilizzato è il gas o sistemi di efficienza uguale o maggiore.
Nei nuovi interventi edilizi e negli interventi di ristrutturazione che riguardano complessi edilizi pubblici e privati nei quali è prevista la sostituzione dell’impianto di riscaldamento, è favorita l’installazione di impianti di micro-cogenerazione1 alimentati a gas, anche abbinati con macchine frigorifero ad assorbimento (trigenerazione2).
1 La Micro-cogenerazione è una tecnologia che prevede la sostituzione della caldaia per riscaldamento (nel residenziale, terziario, negli alberghi, ospedali etc.) con un piccolo cogeneratore a gas metano (motore a scoppio, pila a combustibile oppure microturbina) che, oltre a produrre la stessa quantità di calore, produce elettricità senza aumentare il fabbisogno di combustibile. Abbina ai benefici classici della cogenerazione i vantaggi della vicinanza fra produzione e consumo di energia, eliminando la necessità di predisporre costose reti per il teleriscaldamento, e le perdite nella distribuzione (sia elettriche che termiche). Pertanto, rispetto alla situazione attuale, la microcogenerazione comporta un risparmio di fonte primaria di circa il 44%.
2 La Trigenerazione prevede labbinamento fra un cogeneratore ed un refrigeratore ad assorbimento, consente di realizzare impianti in grado di produrre le tre principali forme di energia richieste nel settore civile, ovvero elettricità, calore e freddo. Questa combinazione trae vantaggio dalla capacità del refrigeratore ad assorbimento di produrre freddo consumando il calore prodotto dal cogeneratore, eliminando in questo modo l'elevato fabbisogno elettrico della climatizzazione estiva convenzionale (a compressore), e realizzando nel contempo un risparmio di fonte primaria ben oltre il 50%.
Nei nuovi interventi edilizi e negli interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione è favorito l’utilizzo di pannelli radianti integrati nei pavimenti o nelle solette dei locali di climatizzazione.
La contabilizzazione individuale dei consumi termici è requisito obbligatorio in 164 Comuni italiani ed è obbligatorio per Legge Regionale su tutto il territorio della Lombardia. Sono 187 i Comuni che obbligano l’allaccio a reti di teleriscaldamento se presenti entro una certa distanza.

5 -  ORIENTAMENTO E SCHERMATURA DEGLI EDIFICI
Da chi copiare? Comune di Bergamo, modifica al Regolamento Edilizio del 15/12/2008.
5.1 In assenza di documentati impedimenti di natura tecnica e funzionale o di  motivate scelte di natura urbanistica o di valorizzazione storico-artistica, gli edifici di nuova costruzione devono rispettare le seguenti disposizioni:
a) l’asse longitudinale principale deve essere posizionato lungo la direttrice est-ovest, con una tolleranza di 45°;
b) gli ambienti nei quali si svolge la maggior parte della vita abitativa devono essere disposti a sud-est, sud e sud-ovest;
c) gli ambienti che hanno meno bisogno di riscaldamento e di illuminazione (autorimesse, ripostigli, lavanderie, corridoi o altro) devono essere  disposti lungo il lato nord e servire da cuscinetto fra il fronte più freddo e gli spazi più utilizzati;
d) le distanze tra gli edifici all’interno dello stesso lotto devono essere tali da garantire sulle facciate, nelle peggiori condizioni stagionali (21 dicembre), il minimo ombreggiamento possibile. Al fine di favorire l’apporto energetico del sole nel periodo invernale, ciascuno degli elementi trasparenti che chiude gli spazi principali dell’organismo edilizio deve avere assicurato alle ore 10,12,14 del 21 dicembre un’area soleggiata non inferiore all’80% della superficie trasparente dell’elemento stesso. In particolari condizioni del sito, quali la preesistenza di manufatti ombreggianti l’organismo edilizio, il requisito indicato è convenzionalmente raggiunto con il soleggiamento dell’80% di ciascuna delle finestre dei piani non in ombra nelle ore in cui viene verificato il requisito; e) le superfici vetrate devono essere collocate da sud-est a sudovest, e debbono essere provviste di schermature esterne o altri sistemi che permettano di rispettare il requisito del minimo soleggiamento estivo. Al fine di limitare un apporto eccessivo del calore solare in estate, durante il periodo estivo l’ombreggiamento di ciascuno degli elementi trasparenti delle chiusure esterne degli spazi dell’organismo edilizio destinati ad attività principali deve essere uguale o superiore all’80%.
Sono 258 i Comuni in Italia che obbligano al corretto orientamento lungo l’asse sudest-sudovest degli edifici. In 21 Comuni vi è un esplicito divieto di realizzare edifici o singole abitazioni con un unico affaccio verso nord.
Nei Comuni dell’Empolese-Val d’Elsa l’oscuramento delle superfici vetrate esterne è obbligatorio per almeno il 70% del totale delle superfici e viene incentivata una percentuale superiore.

6 MATERIALI DA COSTRUZIONE
Da chi copiare? Comune di Lignano Sabbiadoro (UD), Regolamento Edilizio del 13/7/2011. Comuni della Bassa Romagna (RA), Regolamento Edilizio Unitario dell’Aprile 2011.
6.1 Nei nuovi interventi e negli interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione è preferibile l’uso di materiali atossici, asettici, durevoli, facilmente manutenibili, eco-compatibili e riciclabili. Come criteri guida e parametri di riferimento si devono considerare:
-l’utilizzazione di materiali e lavorazioni atossici, privi di emissioni di cui sia dimostrata la nocività ed a contenuto basso o nullo di sostanze ed emissioni tossiche o a tossicità potenziale (come formaldeide, PVC, sostanze volatili nocive derivanti da vernici o collanti, radioattività naturale, ecc.).
-l’utilizzo di materiali asettici inattaccabili da muffe e altri agenti biologici in particolare per le strutture, le finiture, gli impianti idrico-sanitari e di climatizzazione; favorire la salubrità e la traspirabilità di strutture, partizioni, coperture con adeguati accorgimenti costruttivi (es. tetti ventilati, solai o vespai aerati, drenaggi, ecc.).
-l’utilizzo di materiali naturali e locali (quindi non provenienti da specie protette ed alloctone, come nel caso dei legni tropicali, o provenienti da cicli di lavorazione ad alto impatto ambientale); di materiali per le strutture, le finiture, gli impianti e le sistemazioni esterne durevoli e facilmente mantenibili.
-l’impiego di materiali facilmente riciclabili e non tossici durante le fasi di demolizione o di riutilizzo; riutilizzazione preferenziale in situ dei materiali (componenti murarie, inerti, terreni di riporto, ecc.) ottenuti dalle demolizioni e scavi del terreno su cui insiste l’intervento.
Si fa obbligo di utilizzare almeno il 30% dei rifiuti inerti derivati da opere di costruzione e demolizione per tutti gli interventi edilizi con finalità abitative e produttive. Nel caso in cui il progetto di urbanizzazione preveda la realizzazione di rilevati o riempimenti devono essere impiegati materiali e componenti derivanti da attività di riciclaggio per almeno il 50% del volume complessivo movimentato.
In 329 Comuni italiani si promuove l’uso di materiali di provenienza locale, naturali e riciclabili o con un lungo ciclo di vita. Tra questi nel Regolamento Edilizio del Comune di Rozzano vige l’obbligo di utilizzare almeno il 25% di materiali riciclati per le nuove costruzioni. In 47 Comuni vengono erogati incentivi nel caso si usi una quota di materiali riciclabili per la realizzazione dell’edificio che riguardano uno sconto degli oneri di urbanizzazione.

7 -  RISPARMIO IDRICO E RECUPERO DELLE ACQUE METEORICHE Da chi copiare?
Comuni del Meratese (LC), Allegato Energetico-Ambientale del 26/10/2007. Comune di Caneva (PN), Regolamento Edilizio del Marzo 2010.
7.1 Gli edifici di nuova costruzione e/o ristrutturazione totale, con superficie destinata a verde pertinenziale e/o a cortile superiore a 30 mq, dovranno essere realizzati in modo tale da recuperare attraverso sistemi di captazione, filtro e accumulo, l’acqua meteorica proveniente dalle coperture per consentirne l’utilizzo per usi compatibili, con la contestuale realizzazione di una rete di adduzione e distribuzione idrica delle stesse acque (rete duale).
Le coperture dei tetti devono essere munite, tanto verso il suolo pubblico quanto verso gli spazi interni, di canali di gronda atti a convogliare le acque meteoriche nei pluviali e nel sistema di raccolta. A titolo esemplificativo si riportano alcuni degli usi compatibili:
- irrigazione aree verdi  - pulizia delle aree pavimentate (cortili e passaggi)  - usi tecnologici  - usi tecnologici relativi a sistemi di climatizzazione attiva  - alimentazione cassette di scarico dei w.c.2
La vasca di accumulo deve essere dotata di un sistema di filtratura per l’acqua in entrata, di uno sfioratore sifonato collegato al sistema disperdente interno alla proprietàper smaltire l’eventuale acqua in eccesso e di un adeguato sistema di pompaggio per fornire l’acqua alla pressione necessaria agli usi suddetti.
L’impianto idrico così formato non può essere collegato alla normale rete idrica e le sue bocchette devono essere dotate di dicitura “acqua non potabile”secondo la normativa vigente.
Gli edifici di nuova costruzione e/o ristrutturazione totale dovranno essere realizzati in modo tale da ridurre i consumi di acqua potabile. Dovranno essere perseguiti i seguenti obiettivi di risparmio, rispetto al dato stimato di 250 l/giorno/abitante:
Nuovi edifici: residenziali/commerciali/produttivi riduzione del 30%     sportivi/terziario riduzione del 40%
Edifici esistenti: residenziali/commerciali/produttivi riduzione del 20%      sportivi/terziario riduzione del 30%
A titolo esemplificativo si dovrà prevedere:
- cassette w.c. a doppio pulsante (7/12 lt . – 5/7 lt.) o “acqua stop”;
- contabilizzazione separata (contatori singoli);
- miscelatori di flusso dell’acqua e dispositivi frangigetto e/o riduttori di flusso;
- eventuali dispositivi di decalcarizzazione, in relazione alle condizioni di rete
- dispositivi di controllo a tempo applicati ai singoli elementi erogatori (edifici pubblici).
Nei nuovi interventi edilizi e negli interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione che riguardino il rifacimento degli impianti idrici, sono favorite tutte le soluzioni che permettano il trattamento e recupero completo del ciclo delle acque. In tutti i casi in cui vi siano spazi liberi di pertinenza degli edifici è favorita anche la depurazione delle acque nere mediante sistemi naturali (fitodepurazione) e il riutilizzo delle acque depurate per irrigazione o la restituzione al ciclo naturale attraverso la rete delle acque bianche
Il risparmio idrico ed il recupero delle acque piovane è obbligatorio negli edifici di nuova costruzione e nel caso di ristrutturazione in 461 Comuni.

8 -  PERMEABILITÀ DEI SUOLI
Da chi copiare? Comune di Bolzano, Deliberazione del C.C. del 10.02.2004.
9.1 L’indice di Riduzione dell’Impatto Edilizio (R.I.E.) è un indice numerico di qualità ambientale applicato al lotto edilizio al fine di certificare la qualità dell’intervento edilizio rispetto alla permeabilità del suolo ed al verde. L’indice si esprime con un valore compreso tra 0, superficie completamente sigillata, e 10, completamente permeabile.
Si rende obbligatoria la certificazione R.I.E. per tutti gli interventi edilizi, sia residenziali che produttivi, imponendo come valori minimi un indice pari a 1,5 per le zone produttive e pari a 4 per le zone residenziali.
Nei nuovi interventi urbanistici e edilizi la sistemazione esterna di piazze e spazi pubblici, nonché delle aree libere nei nuovi interventi edilizi deve prevedere superfici permeabili per almeno metà delle aree, con alberature ad alto fusto nel numero minimo di 1 ogni 30 metri quadri.
Nei nuovi interventi urbanistici e edilizi la realizzazione di parcheggi pubblici e privati deve garantire la permeabilità delle aree attraverso la scelta di superfici che consentano la crescita dell’erba, con griglie antisdrucciolo e alberature ad alto fusto distribuite nell’area e in numero minimo di 1 ogni 4 posti auto.
Sono 147 i Comuni dove si impone un obbligo sulla percentuale di terreno da lasciare permeabile nel caso di edificazione di nuovi insediamenti residenziali e/o produttivi.
Nel Comune di Monterotondo (RM) viene incentivato il raggiungimento del 90% di permeabilità della superficie non edificata di un nuovo lotto.

9 -  CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI E MINIMO CLASSE B PER LE NUOVE COSTRUZIONI
Da chi copiare? Comune di Udine, Regolamento Energetico dell’1/6/2009.
10.1 Su tutto il territorio comunale, per gli edifici di nuova costruzione a destinazione d’uso residenziale, scolastico, terziario ed alberghiero4, al fine del rilascio dell’agibilità è obbligatorio il raggiungimento di un fabbisogno di calore specifico dell’involucro < 50 kWh/m2anno, pari alla classe energetica B secondo la procedura CasaClima. Il rilascio del certificato di agibilità è subordinato alla presentazione del certificato CasaClima che attesti il fabbisogno dell’edificio.
 

Commenti

Post popolari in questo blog

Salviamo i torrenti Gorzente e Piota dalla distruzione ambientale