"Le generazioni a venire non ci perdoneranno il danno che noi stiamo loro facendo!"
Centrale a biomasse di Casei Gerola, il TAR dà ragione alla Provincia di Pavia
Apprendiamo oggi che il TAR della Lombardia ha respinto il ricorso
presentato dai comuni di Castelnuovo, Molino, Alzano, Pontecurone, Isola S.
Antonio e Guazzora nel settembre 2012 contro l'autorizzazione alla
realizzazione della centrale a biomasse di Casei. I Comuni alessandrini
chiedevano "l'annullamento dell'autorizzazione e di ogni altro atto ad esso
conseguente relativo alla centrale di Casei Gerola». Il presidente della
Provincia di Pavia, Daniele Bosone del P.D., ha affermato che l'impianto,
collocato a cento metri dal confine con la Provincia di Alessandria, "potrà
entrare a pieno regime nel 2016».
Tutti sanno che le centrali biomasse, soprattutto quelle di elevata entità
(questa, fra le più grandi d'Italia, brucerà 110 mila tonnellate di legna e
di sorgo), producono livelli notevoli di inquinamento dell'aria. Siamo in un
periodo di cali notevoli nel consumo di energia elettrica ed è noto che la
produzione di energie alternative in Italia è la più alta di tutta Europa.
Perché produrre altra corrente elettrica in una zona (Piemonte-Lombardia)
già superfornita? Perché elevare ulteriormente i livelli di polveri sottili
e di altri inquinanti, depaurare ulteriormente il territorio di alberi,
sottrarre migliaia di ettari alle produzioni agricole di tipo alimentare?
Facile la risposta: succhiare i fondi statali distribuiti con abbondanza a
questo tipo di centrali. Poiché non tutti lo sanno, è utile ricordare che
questi soldi vengono da una tassa sulla bolletta della luce (denominata A3),
introdotta nel 1999 per incentivare le fonti di energia rinnovabile e che,
mediamente, pesa nel bilancio famigliare con 83 euro all'anno, usati per
alimentare il mercato dei "Certificati Verdi".
Quasi tutte le Regioni poi non verificano, come dovrebbe avvenire secondo
una normativa europea tassativa, che il calore disperso in aria venga
dirottato per chiudere le centraline famigliari o condominiali.
Non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza Tar, ma rimane il
fatto certo che i componenti della Commissione con tutta probabilità non
tengono conto dei dati appurati di recente a livello regionale piemontese.
Va detto altresì che le amministrazioni comunali alessandrine coinvolte
hanno agito correttamente, unendosi e presentando un ricorso al Tar. In
questo caso sono state più sensibili dei loro ammininistrati, decisamente
poco presenti alle assemblee indette.
Eppure la zona di Tortona è quella più intasata dalle polveri sottili di
tutta la Regione e più si viene a nord - verso Castelnuovo, Pontecurone,
Sale, Casei - e peggio è.
Basti un dato per tutti.
I giornali hanno indicato come zona disastrata Tortona nel cui centro la
centralina dell'Arpa aveva registrato valori di Pm10 addirittura di 152
microgrammi e il giorno successivo di 151 micro.
Ebbene negli stessi giorni la centralina situata nella periferia di
Castelnuovo, in via Caduti per la patria, registrava 159 microgrammi di
polveri sottili. Riflettiamo: 159!
E quindi i valori più alti in tutto il Piemonte!
Se il territorio controllato dalla centralina è fuori legge, in quanto la
qualità della sua aria è peggiore a quella che la Legge oggi giudica
accettabile per la salute di chi quell'aria respira, il Decreto normativo
impone alle Regioni interessate l'attivazione d'interventi finalizzati a
migliorare la qualità dell'aria e a portarla a valori almeno pari all'obiettivo
di qualità.
Per raggiungere quest'obiettivo è necessario individuare la fonte che
produce la maggiore quantità di polveri sottili (soprattutto il traffico
veicolare, gli impianti di riscaldamento, aziende che producono fumi da
incenerimento) e adottare tutti gli accorgimenti utili per ridurre le sue
emissioni in atmosfera.
L'altissima presenza nella nostra zona di Pm10 (e anche di biossido di
azoto) crea un impatto negativo sulla salute pubblica, soprattutto per la
continuità nell'esposizione ai livelli pericolosi di quella frazione
respirabile di polveri atmosferiche, in grado di penetrare nel tratto
superiore dell'apparato respiratorio (dal naso alla laringe).
Un'esposizione di breve periodo può irritare i polmoni e causare
broncocostrizione, tosse e mancanza di respiro. Un'esposizione di lungo
periodo, anche a basse concentrazioni, può indurre il cancro.
A fronte di questi dati, illegalmente, visto che non si ottempera alle
disposizioni europee che pongono dei limiti e impongono misure alternative,
ora i partiti governativi, i sindacati, le consorterie (dopo aver distrutto
l'importante struttura dello zuccherficio) si sono inventati una nuova
gallina dalle uova d'oro: mettere a rischio la nostra salute e minare l'immagine
dell'agricoltura locale.
Ricordiamo cosa ci vogliono appioppare i signori Resca, Bosone e company . e
poi non dite "ma noi non lo sapevamo ."
- 3500 ettari sprecati per coltivare sorgo (75.000 tonnellate)
- Grandi quantitativi di legname da bruciare (34.000 tonnellate).
- Il tutto per produrre qualche decina di megawatt in un territorio ove già
operano la gigantesca centrale di Sannazzaro e quella di Voghera-Menapace.
- Per le strutture della centrale verranno occupate 240 pertiche di terreno
coltivabile (nessun recupero quindi degli spazi dell'ex-zuccherificio) in un
paese, come ha recentemente sintetizzato Salvatore Settis, dove ogni secondo
si distruggono otto metri quadrati di terreno fertile e naturale.
- Nessuna previsione di recupero di calore per i riscaldamenti urbani
- Il 60% dell'energia termica verrà dispersa nell'atmosfera insieme a 52
tonnellate di fumi e vapori emessi a 80 gradi ogni giorno.
- La centralina Arpa collocata a ottobre a Castelnuovo ha indicato che i
venti hanno due direzioni prevalenti. Verso sud - ovest e verso nord - est;
ossia verso Alzano- Castelnuovo e verso Cornale e Bastida. Comuni
privilegiati? Ma no, nei momenti di calma piatta, ce ne sarà per tutti,
senza alcun favoritismo!
Apprendiamo oggi che il TAR della Lombardia ha respinto il ricorso
presentato dai comuni di Castelnuovo, Molino, Alzano, Pontecurone, Isola S.
Antonio e Guazzora nel settembre 2012 contro l'autorizzazione alla
realizzazione della centrale a biomasse di Casei. I Comuni alessandrini
chiedevano "l'annullamento dell'autorizzazione e di ogni altro atto ad esso
conseguente relativo alla centrale di Casei Gerola». Il presidente della
Provincia di Pavia, Daniele Bosone del P.D., ha affermato che l'impianto,
collocato a cento metri dal confine con la Provincia di Alessandria, "potrà
entrare a pieno regime nel 2016».
Tutti sanno che le centrali biomasse, soprattutto quelle di elevata entità
(questa, fra le più grandi d'Italia, brucerà 110 mila tonnellate di legna e
di sorgo), producono livelli notevoli di inquinamento dell'aria. Siamo in un
periodo di cali notevoli nel consumo di energia elettrica ed è noto che la
produzione di energie alternative in Italia è la più alta di tutta Europa.
Perché produrre altra corrente elettrica in una zona (Piemonte-Lombardia)
già superfornita? Perché elevare ulteriormente i livelli di polveri sottili
e di altri inquinanti, depaurare ulteriormente il territorio di alberi,
sottrarre migliaia di ettari alle produzioni agricole di tipo alimentare?
Facile la risposta: succhiare i fondi statali distribuiti con abbondanza a
questo tipo di centrali. Poiché non tutti lo sanno, è utile ricordare che
questi soldi vengono da una tassa sulla bolletta della luce (denominata A3),
introdotta nel 1999 per incentivare le fonti di energia rinnovabile e che,
mediamente, pesa nel bilancio famigliare con 83 euro all'anno, usati per
alimentare il mercato dei "Certificati Verdi".
Quasi tutte le Regioni poi non verificano, come dovrebbe avvenire secondo
una normativa europea tassativa, che il calore disperso in aria venga
dirottato per chiudere le centraline famigliari o condominiali.
Non si conoscono ancora le motivazioni della sentenza Tar, ma rimane il
fatto certo che i componenti della Commissione con tutta probabilità non
tengono conto dei dati appurati di recente a livello regionale piemontese.
Va detto altresì che le amministrazioni comunali alessandrine coinvolte
hanno agito correttamente, unendosi e presentando un ricorso al Tar. In
questo caso sono state più sensibili dei loro ammininistrati, decisamente
poco presenti alle assemblee indette.
Eppure la zona di Tortona è quella più intasata dalle polveri sottili di
tutta la Regione e più si viene a nord - verso Castelnuovo, Pontecurone,
Sale, Casei - e peggio è.
Basti un dato per tutti.
I giornali hanno indicato come zona disastrata Tortona nel cui centro la
centralina dell'Arpa aveva registrato valori di Pm10 addirittura di 152
microgrammi e il giorno successivo di 151 micro.
Ebbene negli stessi giorni la centralina situata nella periferia di
Castelnuovo, in via Caduti per la patria, registrava 159 microgrammi di
polveri sottili. Riflettiamo: 159!
E quindi i valori più alti in tutto il Piemonte!
Se il territorio controllato dalla centralina è fuori legge, in quanto la
qualità della sua aria è peggiore a quella che la Legge oggi giudica
accettabile per la salute di chi quell'aria respira, il Decreto normativo
impone alle Regioni interessate l'attivazione d'interventi finalizzati a
migliorare la qualità dell'aria e a portarla a valori almeno pari all'obiettivo
di qualità.
Per raggiungere quest'obiettivo è necessario individuare la fonte che
produce la maggiore quantità di polveri sottili (soprattutto il traffico
veicolare, gli impianti di riscaldamento, aziende che producono fumi da
incenerimento) e adottare tutti gli accorgimenti utili per ridurre le sue
emissioni in atmosfera.
L'altissima presenza nella nostra zona di Pm10 (e anche di biossido di
azoto) crea un impatto negativo sulla salute pubblica, soprattutto per la
continuità nell'esposizione ai livelli pericolosi di quella frazione
respirabile di polveri atmosferiche, in grado di penetrare nel tratto
superiore dell'apparato respiratorio (dal naso alla laringe).
Un'esposizione di breve periodo può irritare i polmoni e causare
broncocostrizione, tosse e mancanza di respiro. Un'esposizione di lungo
periodo, anche a basse concentrazioni, può indurre il cancro.
A fronte di questi dati, illegalmente, visto che non si ottempera alle
disposizioni europee che pongono dei limiti e impongono misure alternative,
ora i partiti governativi, i sindacati, le consorterie (dopo aver distrutto
l'importante struttura dello zuccherficio) si sono inventati una nuova
gallina dalle uova d'oro: mettere a rischio la nostra salute e minare l'immagine
dell'agricoltura locale.
Ricordiamo cosa ci vogliono appioppare i signori Resca, Bosone e company . e
poi non dite "ma noi non lo sapevamo ."
- 3500 ettari sprecati per coltivare sorgo (75.000 tonnellate)
- Grandi quantitativi di legname da bruciare (34.000 tonnellate).
- Il tutto per produrre qualche decina di megawatt in un territorio ove già
operano la gigantesca centrale di Sannazzaro e quella di Voghera-Menapace.
- Per le strutture della centrale verranno occupate 240 pertiche di terreno
coltivabile (nessun recupero quindi degli spazi dell'ex-zuccherificio) in un
paese, come ha recentemente sintetizzato Salvatore Settis, dove ogni secondo
si distruggono otto metri quadrati di terreno fertile e naturale.
- Nessuna previsione di recupero di calore per i riscaldamenti urbani
- Il 60% dell'energia termica verrà dispersa nell'atmosfera insieme a 52
tonnellate di fumi e vapori emessi a 80 gradi ogni giorno.
- La centralina Arpa collocata a ottobre a Castelnuovo ha indicato che i
venti hanno due direzioni prevalenti. Verso sud - ovest e verso nord - est;
ossia verso Alzano- Castelnuovo e verso Cornale e Bastida. Comuni
privilegiati? Ma no, nei momenti di calma piatta, ce ne sarà per tutti,
senza alcun favoritismo!
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