C’è da vergognarsi a essere piemontesi
Lasciamo
perdere il vuoto rappresentato dal “governatore” Cota. Per saperne a sufficienza
basterebbe leggere il servizio pubblicato sull’ultimo numero dell’Espresso.
Mi limito a poche
considerazioni su fatti vissuti.
-
Questo signore che fa parte di quella categoria di “dirigenti” puntualmente e
abbondantemente pagati, con benefizi a gogò, ha avuto una
ulteriore pensata: tagliare 120 milioni di euro dal trasporto pubblico,
ossia il 30 % (dopo il 15% già tagliato in precedenza). In poche parole a giugno
verrà eliminato un treno su tre in
una Regione in cui i treni per i pendolari sono già stracolmi ora.
Costui deve essere andato
fuori di testa!
A parte la forte ricaduta
occupazionale, che senso ha portare avanti la TAV ed eliminare sempre più i mezzi di trasporto
che riguardano il 95% delle persone che usufruiscono dei treni per recarsi al
lavoro?
-
E non è solo una dichiarazione di principio, purtroppo seguono
i fatti. Ad esempio la
Regione
Piemonte darà 45 milioni (più di un terzo di quello che
ci taglierà) alle ditte del Terzo Valico per creare un collegamento di
8
chilometri a quattro corsie fra casello di Tortona e
l’immensa (1.700.000
m.3 di smarino) cava della Montemerla in zona Oasi. Il tutto camuffato, con la
collaborazione del Comune, come ulteriore tangenziale
al servizio del debole traffico tortonese. Ed ecco un altro
spreco con anche conseguenze ambientali quali svincoli, tre gigantesche rotonde,
ancora un altro ponte sulla Scrivia, un sottopasso ferroviario, consumo
di territorio e tanto amianto.
Questo per l’”intensissimo
traffico” della tratta ad Alta Velocità Genova-Milano
(dovrebbero essere 4 milioni di container, in realtà non superano
i 150.00o teus). Saturo forse perché
(l’ho visto con i miei occhi ieri, ma capita spesso) un lungo treno di carri
merci vuoti ha stazionato per oltre 24 ore su uno dei
binari appena fuori dalla stazione di Tortona.
-
Un’altra esperienza personale è la sanità. Purtroppo in questi
ultimi anni ho dovuto fare del “turismo ospedaliero” e sto constatando che si sta sgretolando tutto, a cominciare dai
distretti dove prenotazioni, esami, pratiche burocratiche sono ridotti al
lumicino, hanno tempi lunghi e gestioni pasticciate presentate come
“riorganizzazione”. Un sistema sanitario tra i migliori del mondo che stiamo
demolendo come già fatto nell’artigianato, nell’arte, nell’agricoltura, nella
ricerca, nella piccola industria.
-
Infine una vicenda emblematica che oltretutto mi
riguarda in prima persona.
La mia terzogenita Micol ha fatto la scelta di aprire un negozio ad Alessandria
per la categoria dei celiaci di cui fa parte. Unico negozio alessandrino fornito
di tutto e quindi successone di clientela. Dopo 20 mesi
ha dovuto chiudere per “eccesso di crediti”. Mi spiego. La Regione Piemonte deve rimborsare
ai prestatori d’opera un buono, a parziale copertura delle spese sostenute da
ciascun celiaco, normativa che esiste in tutta Europa. Nonostante solleciti alle
Asl e alla Regione la risposta è stata: non abbiamo
soldi e abbiamo altre priorità. Nel tempo si è accumulato un credito che verrà colmato chissà quando e quindi ha dovuto desistere. E
questa sarebbe la politica di incentivi nei confronti
dei giovani? E non parliamo delle banche!
Scusatemi
questa divagazione personale, ma alla base delle nostre scelte di vita ci sono
persone che ti arricchiscono di valori etici, buone letture, amicizie stimolanti, ma anche bastonate sui denti che ti indignano.
Commenti
Posta un commento