Invece di “stare al fresco” e tacere, il Grillo (luigi) CANTA Ancora quattro proclami e poi ha fatto CINQUANTA

Utilizziamo la cronaca apparsa su “Repubblica” e il filmato allegato al sito del Secolo XIXL e vi raccontiamo la Marcia per il Terzo Valico organizzata dai banchieri, dai confindustriali, dai politici  e dai commercianti genovesi.  Calvini, con Vincenzi e Burlando, guida la marcia per il Terzo Valico
Lunedì 4 luglio a piazza De Ferrari.
Anzitutto diamo subito spazio a Luigi Grillo, condannato a 2 anni e otto mesi e ancora presidente della Commissione parlamentare Lavori pubblici
«Lunedì il Terzo Valico parte”,
giura l´ex democristiano, ex prodiano, ex UDC, ora berlusconiano plurinquisito (“che ha già inaugurato il cantiere del Terzo valico un numero ics di volte”).
Diamo un aiutino all’articolista di Repubblica: con questo siamo al 46° annuncio di AVVIO LAVORI! Metà dei quali opera di questo poderoso tagliatore di nastri.
Veramente c’è qualcuno che cerca di superarlo e il sottosegretario alla Semplificazione, il leghista Franco Belsito, semplifica anche i congiuntivi: «L´importante è che questa opera parti».
“Per i più bei nomi di Genova è il sogno di una mattina di mezza estate che si avvera. I Calvini, i Castellano, i Messina, i Malacalza, i Bisagno, gli Spinelli che guidano il corteo di liberazione della città. La "classe dirigente" che finalmente dirige, non fosse altro che un corteo.
E, dietro, tutti intruppati  politici (tutti, meno Repetto il Pierino), dirigenti portuali e amministratori, Burlando & Biasotti, la Vincenzi & Musso, Tullo & Scandroglio, Merlo, Berneschi. Tutti i diavoli ma anche tutte le acquesante.”
Fa caldo e giacca e cravatta fanno sudare, quindi una sfilata di non più di mille passi - da De Ferrari a Corvetto.
E´ un indubbio successo, quello degli industriali: Tutti Insieme Appassionatamente.
Cinquecento in tutto con numero almeno pari di addetti stampa, cioè un comunicatore per ogni comunicando.
Scusi, sottosegretario Belsito, perché secondo lei il Terzo valico stavolta parte sul serio? «Non secondo me, parte e basta. C´era un contenzioso in dieci punti e nove sono stati risolti». Il punto non risolto è che il costruttore vorrebbe sapere se, dopo i primi spiccioli, l´opera verrà finanziata con una seconda tranche di almeno un miliardo di euro”
Parlano in tanti, davanti alla Prefettura, e ognuno ricorda che lui lo diceva già dieci (o venti, o trenta, qualcuno dice anche quaranta) anni fa, che senza Terzo Valico la città sarebbe morta. Del resto fioccano le scommesse: è nata prima l´intuizione del Terzo valico o il Genoa Cricket e football club?
Su dal prefetto salgono in pochi: Calvini, naturalmente, la Vincenzi, Belsito. Pochi altri. Calvini ha ancora in mano un sacchetto di spiccioli da un centesimo - dono provocatorio del leader di Legambiente Andrea Agostini - e consegna un appello stringato. «Gli imprenditori genovesi
manifestano la forte preoccupazione per la perdurante mancata apertura dei cantieri», e chiedono al prefetto di pressare Berlusconi e i ministri competenti «per una rapida definizione dei rapporti contrattuali». Dall´altra parte della strada una trentina di No Tav distribuisce, civilmente, volantini: «Il Terzo Valico è un´opera inutile e ha un costo insostenibile». «Perché lo Stato e tutti i cittadini? Il Terzo Valico pagatevelo voi!»
A differenza di domenica, per fortuna, stavolta non li caricano e non sparano lacrimogeni ad alzo zero.



Leggendo e ascoltando le assurdità che attorniavano la fontana di piazza De Ferrari, mi vengono d’istinto queste schematiche repliche (non sto a precisare a cosa replico, per non tirarla per le lunghe).

- Il nostro vecchio slogan
Un UTILE per ALCUNI
Un LUSSO per POCHI
Un DANNO per MOLTI
A SPESE DI TUTTI

- “Basta guardare al recente passato: la linea Alta Velocità Milano-Torino per esempio è costata 8 miliardi di euro, ha una capacità di 300 treni al giorno e ne porta solo 14, cosa largamente prevedibile e da molti tecnici invano prevista e segnalata per tempo” (Marco Ponti)

- Il costo della Mi-Ge rispetto al 1992 è di ben otto volte, ossia dai tremila miliardi di lire del giugno 1991 ai 6 miliardi e 200 milioni di euro, con un percorso ridotto a meno della metà. Il costo a chilometro lineare è di quattro volte superiore a quello dei percorsi del TGV francese in zone montuose.

- L’opera non serve a nulla
Serve a poco per i passeggeri che percorrono la Milano - Genova e viceversa senza fermate intermedie e che non superano i duemila ( i 150.000 pendolari hanno bisogno di treni con fermate, passaggi frequenti e in orario e non di TAV).
Non è vero che non esistono linee, ce ne sono ben cinque e una, la Voltri-Alessandria ora pressoché inutilizzata, sarebbe sufficiente, con interventi rapidi e poco costosi, ad assorbire da sola almeno due milioni di teu.
Non serve a nulla per le merci perché la saturazione dovuta a una necessità di trasporto per quattro milioni di teu è una bufala

- Nel 2010 i container in arrivo e in uscita a Genova sono stati circa 1.750.000 con un aumento del 14% rispetto allo scorso anno e così sono tornati al livello della fine 2008 (1.766.000 container). Almeno il 40% da Genova va verso la Francia o verso est e quindi rimangono un milione e 50.000 teu.
Secondo l’Authority del porto di Genova solo il 3,5% vengono caricati su treni.
Noi, però, nella nostra generosità ci basiamo sulle dichiarazioni del sindaco di Genova che nel 2007 sosteneva che l’8 - 10% viaggiava su ferro e non su gomma.
Di conseguenza quei pochi treni merci che sopravvivono trasportano annualmente oltre l’Appennino e verso la pianura padana 105.000 container.
Non sono calcoli nostri e quindi prevenuti, 105.000 sono i teu, rispetto alla falsità evidente dei  4 milioni di teu da trasportare da Genova a Rotterdam, che vengono caricati su rotaia con pochi convogli, spesso annullati per mancanza di richiesta.

- Altero Matteoli, in audizione in commissione Lavori pubblici del Senato ha affermato
“è difficile tornare al trasporto su rotaie”. E allora cosa anima questa ansia per il Sesto Valico?
Non certo la sciocchezzuola che il porto di Genova verrà rilanciato da una ulteriore sesta ferrovia che non serve né ai passeggeri né alle merci. Il porto di Genova ha ben altri problemi e la necessità di un retro porto che è già pronto con la Voltri-Ovada. E poi perché nessuno dice che l’Alta Velocità in Francia, in Spagna e in Germania trasporta solo passeggeri non essendo possibile (dopo averlo proclamato ai quattro venti per una quindicina di anni) utilizzare la stessa linea anche per le merci.

- Finalmente qualcuno fa dei calcoli, assai lontani da quanto a noi risulta, sia come movimento di merci, che di percentuale su rotaia che di potenzialità dei valichi. Però per la prima volta
sentiamo dire che sui due attuali valichi dei Giovi c’è disponibilità per un milione di teu mentre l’utilizzo attuale - dicono loro - è  di 192.000 teu.
Hanno impiegato 19 anni per capirlo (solo alcuni, non certo che trarrà vantaggi personali da questa opera inutile) e nel frattempo Grillo è invecchiato (e anche noi, accidenti!): forse ancora qualche annetto e poi capiranno che basterebbe ripristinare la Voltri -Alessandria, finire la Pontremolese, intervenire sulle due linee da Savona e ammodernare le attuali linee per chiudere questa opera che di grande ha solo il fatto di essere immensamente buffa, costosa e inutile.

A partire dal 1992 i comunicati di avvio lavori sono stati ben 45. In questi ultimi anni soprattutto da parte di Scajola e di Luigi Grillo. Chissà se toccherà a loro fare i prossimi annunci viste le pesanti beghe giudiziarie in cui sono coinvolti. L’ultimo, infatti, è stato affidato a Matteoli che ha proclamato che entro il 30 giugno l’opera sarebbe stata assunta dallo Stato (???).
L’unico intervento realizzato è stato quello dei fori pilota nel 1997 per una cifra di 110 miliardi di lire. Fori bloccati l’anno successivo dai carabinieri con una denuncia ( Truffa aggravata nei confronti dello Stato) verso Luigi Grillo, Ercole Incalza e altri. Nessuna assoluzione, ma il processo venne bloccato dopo il trasferimento a Genova e la caduta in prescrizione. Un pessimo avvio per coloro che parlano di legalità, trasparenza, appalti corretti.

- Ricordate la favoletta del 60% a carico dei privati con la quale nel 1992 si era affidato senza appalti, senza studi seri, senza valutazione di alternative e del rapporto costi-benefici, e soprattutto senza concorrenza l’A.V. Mi-Ge al Cociv che doveva progettarla, costruirla, controllare l’esecuzione, farsi pagare e verificare i costi senza alcun rischio gestionale (è appurato: mai entrerà più del 10% di quanto si spenderà).
Tutti i costi saranno a carico dello Stato (6.200 miliardi di euro per il Terzo Valico, con una possibilità di usufruire dei cinque valichi già esistenti e perfettamente ammodernabili con un costo complessivo che abbiamo calcolato non superiore al miliardo, senza così altro consumo di territorio, di impatti ambientali e di tourbillon di tangenti (dichiarazione Lodigiani indagine Mani pulite)..

- La disponibilità, detraendo cifre stanziate per il Mezzogiorno, non supera i 750 milioni e quindi per i governi futuri la palla al piede sarà pesantissima; il costo complessivo è ora di 6 miliardi e 200 milioni! Il che vuol dire:
- trecento dieci euro per famiglia italiana , più poi le aggiunte e la gestione deficitaria ( 100% per la costruzione e 85-90% per la gestione) pagata dallo Stato)  
- 115 euro per ogni millimetro dei 54 chilometri di A.V. Genova – Tortona, o, se vi è più chiaro, 115.000 euro per metro.
Vogliamo solo ricordarvi quello che disse Necci (evidenziandone il senso), nel dicembre 1991, a proposito dell’Alta Velocità Mi-Ge. in un afflato di “onestà” o di spudoratezza.
 La Genova - Milano non ha giustificazioni nel contesto, ma il “Grande affare” dell’Alta Velocità ha creato forti resistenze poiché non tutte le ditte e consorterie politiche sono riuscite a salire in carrozza. Di conseguenza, per non avere ostacoli nel maneggiare cifre così consistenti, tali da far definire la vicenda “ il più grande affare del secolo“, dobbiamo aggiungere una nuova tratta, la MI-GE, da affidare al Co.civ

Su AFFARI&FINANZE  di REPUBBLICA del 27GIUGNO 2011
appare un articolo inconsueto e sorprendente: qualcuno di noi si è infiltrato in REPUBBLICA?
La prospettiva del 2014, col completamento della piattaforma "multipurpose" di Vado Ligure, potrebbe dare una svolta significativa al trasporto merci, su ferro, in Liguria, al di fuori di qualunque legame col Terzo Valico dei Giovi. L'esempio della Pontremolese, che, pur con tempi biblici, vede avanzare in maniera significativa il suo raddoppio, diventando la strada privilegiata per il porto della Spezia, è l'esempio di soluzione ideale anche per il Centro e il Ponente della Liguria, che, già oggi, potrebbero godere degli sbocchi oltre Appennino garantiti dalle ferrovie che valicano Cadibona e Turchino. Il paradosso è che mentre per il tanto agognato Terzo Valico occorrerebbe per il successivo istradamento un indispensabile quadruplicamento dei binari verso Nord, le vecchie SavonaSan Giuseppe di Cairo e Genova (Voltri) — Ovada sono già dotate dei successivi corridoi padani verso i trafori alpini.Itinerari, peraltro, poco e male sfruttati.. Prendiamo la SavonaTorino, che vede circolare, in maniera fissa, una coppia di merci da/per l'acciaieria di Lesegno e il cosiddetto "treno della carta" destinazione Cuneo, affiancati da sparute composizioni per Racconigi e Moncalieri e da un "intermodale" settimanale da Vado per Melzo. Proprio gli effetti del progetto Maersk sono da valutare con estrema attenzione, essendo improponibile pensare di intasare la tortuosa A6 con i Tir.
È vero che, con la sistemazione del Nodo di Genova, il collegamento tra il "camerone" di Borzoli e la "succursale" dei Giovi, presenti anche i binari del Terzo Valico, favorirebbero l'istradamento dei convogli sulla litoranea verso Voltri, ma è altrettanto incontestabile come la ferrovia di Cadibona, col bivio di S. Giuseppe di Cairo, permetterebbe una spedizione ben più veloce e mirata. Da una parte verso Ceva, e quindi Torino e il Frejus; dall'altra su Acqui-Alessandria e il logico proseguimento verso Novara e il Sempione. Il tutto senza la necessità di particolari interventi tecnici: la SavonaS. Giuseppe, via Altare, è stata costruita con ponti e gallerie già predisposte per la posa di un secondo binario, che da Ceva in su esiste, mentre la S. GiuseppeAcqui non avrebbe problemi ad accogliere qualcosa in più degli sporadici treni cisterna o telonati che oggi vi transitano, destinati poi alla OvadaAlessandria.
Sottoutilizzata, quest'ultima, rispetto alla capacità potenziale, cosa assurda poiché si tratta di una linea totalmente elettrificata, senza necessità di presenze negli scali intermedi, che corre in pianura senza la benché minima salitella da superare, con armamento rinnovato due volte in pochi anni (le traversine di cemento permettono il carico assiale elevato tipico dei treni merci). Ma
le ferrovie italiane si sono superate sospendendo a suo tempo il servizio da Piombino e Genova per il trasporto dei laminati d'acciaio alla Siat costringendo all'uso di autotreni che spesso paralizzano la circolazione veicolare a Predosa, pretendendo la garanzia dell'effettuazione di almeno un treno al giorno; scelta opposta a quella delle ferrovie tedesche che non hanno problemi a portare fino allo scalo merci interno alla Siat solo un paio di convogli settimanali dalla Germania o dalla Repubblica Ceca.
Eppure il solo fatto che la Ovada-Alessandria sia indispensabile per il passaggio dei container "high cube" la cui sagoma è improponibile sulla succursale del Giovi, la dice lunga su come più lungimiranti analisi e sfruttamento dell'esistente evitaterebbero di puntare, sempre e solo, su faraonici progetti ad alto rischio.

- Ultima cosa: i giovani della Confindustria - con contorno di banchieri - affermano che il Terzo Valico darà lavoro a un sacco di gente. Ma suvvia, ci sono tanti lavori più utili da fare e che a pari cifra garantirebbero molti più posti di lavoro! Piccole opere capillari di manutenzione delle infrastrutture italiane esistenti, ferrovie da ammodernare e rinforzare, acquedotti, ospedali, protezione idrogeologica, riqualificazione energetica degli edifici, energie rinnovabili.
Non abbiamo bisogno di scavare buchi nelle montagne che a loro volta ne provocheranno altri nelle casse statali, altro che opera strategica!

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