Il partito degli “onesti” e il Terzo Valico

Ieri ulteriore spruzzatina di cacca sul Terzo Valico con una sentenza emessa dal tribunale di Genova.
Un anno fa Berlusconi e Scajola nominavano il signor Walter Lupi a commissario straordinario per accelerare l’avvio del Terzo Valico. Ora è emerso che questo tale Lupi utilizzava una villetta del demanio (Corpo forestale) come casa al mare, in posizione peraltro incantevole. E per questo Walter Lupi, ex dirigente del Genio civile della Liguria e attuale commissario per il Terzo Valico, è stato condannato a un anno di reclusione, essendo riconosciuto colpevole dai giudici del tribunale penale di Genova nell’ambito dell’inchiesta per la ristrutturazione della villetta a Mulinetti, nel comune di Recco.
Ma che bella brigata quella che ha preso le mosse nel 1991-92 dal trio Necci, Bernini e Prandini!
Di Scajola ultimo patron del T.Valico sappiamo tutto in merito alle sue vicende giudiziarie. Di Luigi Grillo altrettanto, con tanto di condanna a 2 anni e 8 mesi. Di Matteoli sappiamo che deve essere processato (ma il Parlamento non ha dato il via libera) poiché informò gli inquisiti di una indagine che stava esplodendo all’isola d’Elba, un’isola completamente cementificata. L’indagine si bloccò e l’accusa è rivolta alla talpa Matteoli, allora, paradossalmente, ministro alla tutela ambientale.
Non dovrebbe passare molto tempo e un quarto protagonista della vicenda verrà condannato per qualche milioncino di euro dirottato all’estero.
A questi personaggi fa riferimento il senatore alessandrino Stradella che ha chiesto due giorni fa alla Provincia di Filippi una delibera di sostegno al Terzo Valico, magari anche con un consiglio “aperto”, ma solo a banchieri, industriali, Camere di commercio, dirigenti degli autotrasportatori, sindacati e politici scelti  a seconda dell’entusiasmo per l’opera più ridicola, inutile e contradditoria che l’Italia possa avviare.


    LA TAV, I CITTADINI E L’ORGIA DEL POTERE
Articolo di Franco Casagrande, apparso su www.alessandrianews.it
I recenti avvenimenti relativi alla ripresa del cantiere  valsusino della linea Tav Torino – Lione, suscitano sempre più inquietanti interrogativi e riflessioni.
Premesso l’utilizzo sempre più massiccio, costante ed aggressivo di forze di polizia, contro i cittadini che vogliono difendere con decisione ma pacificamente il diritto al proprio futuro, è concreta la sensazione che stia cambiando qualcosa.
Sarà per il segnale fornito dalle ultime elezioni amministrative e dai referendum?
Con una sorta di risveglio sociale dei cittadini, determinato dalla grave situazione economica e sociale. Stufi dell’arroganza del potere politico, sempre uguale a se stesso, ferocemente determinato a difendere interessi di casta.
Quello che è emerso, è la pretesa dei cittadini di partecipare alla gestione dei beni comuni, operando con competenza, onestà e trasparenza. Con i principi della democrazia diretta e cittadinanza attiva.
E allora spolveriamo un po’ di dati vecchi e nuovi su quel “meraviglioso” dono tecnologico che è l’impianto complessivo del TAV italiano…
Sicuramente è stato “l’affare” del secolo per quelle categorie politiche-economico, le quali hanno inopinatamente dilapidato somme astronomiche, con molte opere inutili e sovradimensionate, devastanti per l’ambiente, gravando sulle future generazioni i costi insostenibili delle stesse. TAV in testa. Senza val Susa e Terzo Valico si stima per l’esistente rete TAV un costo che varia da 67 ad 88 miliardi di euro.
Mediamente un costo del 500% in più, rispetto alle corrispondenti TAV di Francia, Spagna e Giappone. Addirittura si stimano oltre cento milioni a chilometro sulla tratta Bologna –Firenze. Ricordando il prosciugamento di una enorme falda idrica nel Mugello, solo per non aver voluto deviare di pochi chilometri il tragitto della linea…
Con quali costi aggiuntivi per far arrivare l’acqua da altrove si può immaginare.
Dato che noi italiani siamo “maestri” nella realizzazione di grandi opere come strade e dighe all’estero, non si capisce come mai qui siano occorsi 4 / 5 anni in più dei paesi sopracitati nella costruzione delle linee TAV…
Un paese ad elevato rischio sismico ed idrogeologico non avrebbe affatto avuto bisogno del TAV! Risparmiare un’ora e mezza da Milano a Roma quanto ci è costato? Ne è valsa la pena?
Il famoso “Pendolino” era un treno ad alta tecnologia, invidiato da altri paesi.
Che fine ha fatto? Quella macchina sarebbe ampiamente bastata per il rinnovamento delle ferrovie italiane. Con aggiustamenti ed integrazioni sulle linee principali, come la Bologna - Firenze.
Spendendo e devastando infinitamente meno. Però questo “balzo verso il futuro” del TAV, ha lasciato irrisolte questioni associabili a realtà da “terzo mondo”.
Ovvero molte linee secondarie, ma importanti per l’utilizzo dei pendolari, a rischio chiusura. Decine di migliaia di persone costrette a viaggiare in condizioni pietose, con pochi treni, sempre in ritardo, molto sporchi.
E questo riguarda anche linee a media / lunga percorrenza.
Emerge l’assurdità di una linea internazionale come la Genova – Ventimiglia ancora a binario unico!
Il trasporto ferroviario merci nazionale praticamente azzerato, mentre quello stradale ha costipato pericolosamente le strade ed avvelenato l’ambiente.
Però non si capisce come le merci possano viaggiare a duecento all’ora, come auspicano i “luminari” della TAV commerciale, quando negli USA viaggiano a 40 / 50 all’ora.
Per ultimo è da rilevare la recente marcia genovese (4 u.s.) del mondo politico ed economico che conta in Liguria, per sollecitare finalmente l’avvio dei lavori per il Terzo Valico ferroviario tra Liguria e Piemonte.
Da notare che mentre alla scorsa manifestazione in val Susa dei cinquantamila, decisamente sottovalutata da giornali e Telegiornali, a Genova per quegli stessi organi  le 200 persone diventano oltre mille…
A differenza dei costo di 17 miliardi di euro del tunnel valsusino, questo ne costerebbe “solo” 6/7. Con la differenza che ci sono ben cinque linee ferroviarie sottoutilizzate, di cui tre a pochi chilometri l’una dall’altra.
E la politica bipartisan a fare a gara per sostenere il grottesco ed inverosimile incremento del traffico delle merci, dal porto di Genova per il nord Italia ed Europa, quando le statistiche sentenziano regresso e stasi.
Ormai siamo quasi a quasi cinquanta annunci di inizio lavori, con due inutili gallerie appenniniche (fori pilota) costati 150 miliardi di lire.
Ricordate quando agli inizi del progetto, primi anni ’90, furoreggiava l’ipotetico, enorme traffico passeggeri (50.000 persone al giorno) tra Genova e Milano (poi trasformato in traffico merci)
Per queste “grandi opere”, quello che conta è realizzare il massimo profitto possibile, fregandosene altamente dell’interesse collettivo.
E come sostiene il vecchio slogan (sempre attuale anche per il resto del TAV) del Comitato contro il Terzo Valico:

UN UTILE PER ALCUNI, UN LUSSO PER POCHI
UN DANNO PER MOLTI, A SPESE DI TUTTI             
     
       Franco Casagrande – Comitato contro il Terzo Valico

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