Sblocca Italia: per il Terzo Valico solo le briciole

Ci sono voluti la bellezza di quattordici giorni perché il decreto “sblocca Italia” venisse pubblicato in gazzetta ufficiale. Il 29 agosto ci fu l’ennesima conferenza stampa di Renzi che annunciava l’urgenza di dar via al provvedimento ma nei giorni successivi pare sia scoppiato il caos fra palazzo Chigi e gli uffici legislativi dei vari Ministeri.

Che il Terzo Valico rientrasse nel decreto era stato annunciato il 1 agosto in una conferenza stampa in cui quello straordinario venditore di fumo di Matteo Renzi aveva promesso che sarebbero stati stanziati 2,1 miliardi per la nuova linea ferroviaria e a conferma di questo era stata presentata una bella cartina datata dell’Italia raffigurante il libro dei sogni del Governo.

Ma si sa che i sogni molte volte sono destinati a rimanere nella testa di chi li fa, soprattutto se non sono alimentati da passione e vengono fatti da una classe politica stracciona per cui le priorità del paese sono regalare soldi ai soliti noti per costruire opere pubbliche del tutto inutili.
Così dai 2,1 miliardi promessi per il solo Terzo Valico si è passati ad aver stanziato 3,9 miliardi complessivi spalmati in un arco temporale che va dal 2013 fino al 2020 per la bellezza di 28 diverse opere pubbliche come è possibile leggere consultando il testo del decreto. La ripartizione di questi fondi è ad oggi ignota, occorrerà attendere un nuovo decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da emanarsi di concerto col Ministero dell’Economia entro i prossimi 30 giorni. L’unica ad essersi sbilanciata nei giorni scorsi è stata la solita Raffaella Paita, candidata in pectore al ruolo di Governatrice della Regione Liguria e attuale braccio destro di Burlando. Secondo l’assessora (una fonte con ottime entrature a palazzo Chigi ma per nulla imparziale) al Terzo Valico verrebbero destinati 200 milioni di euro. Briciole se paragonati alle promesse del premier fatte nella conferenza stampa del 1 agosto. Capiamoci, per un paese che scopre di essere in deflazione per la prima volta dal 1959, con una disoccupazione del 12,6% e una disoccupazione giovanile del 42,9%, 200 milioni di Euro rappresenterebbero dei bei soldini con cui poter fare tante piccole opere utili per il territorio. Sappiamo però bene che il Governo preferisce spendere i soldi in grandi opere inutili che hanno costi esorbitanti. Così, date le sempre più strette compatibilità di bilancio, il decreto sblocca Italia sul nodo del Terzo Valico ha partorito il topolino.

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