Gronda e terzo valico dallo "Sblocca Italia" ossigeno per la Liguria
l dettaglio dei contenuti del
documento appena varato dal governo per l'infrastruttura ferroviaria
soldi per non fermare i cantieri. La bretella autostradale attende il
verdetto della conferenza dei servizi
di MASSIMO MINELLA
IL TERZO valico non ferma la sua corsa, anche se di sicuro non accelera. L'aeroporto trova un po' di ossigeno per continuare nel suo piano di sviluppo, ma in verità avrà maggiori entrate con lo sblocco delle tariffe. La gronda resta sempre in piedi ed è nel pacchetto complessivo da 10 miliardi indicato dal governo, anche se sarà la conferenza dei servizi a pronunciare l'ultimo verdetto. Il porto deve aspettare ancora, vista la confusione sull'argomento, ma per come si stanno mettendo le cose, la fusione Genova-Savona non si farà per decreto. Di sicuro però la legge ha bisogno di essere innovata, servono norme più flessibili e in linea con la rivoluzione copernicana che ha interessato gli scali negli ultimi vent'anni. Insomma, lo "Sblocca Italia" emette i suoi verdetti, sfronda l'albero carico di opere senza copertura che aveva disegnato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (facendo arrabbiare anche il premier Matteo Renzi) e fa finalmente chiarezza sulle infrastrutture che il governo può realmente sostenere e condurre fino in fondo. Non è poco, anche se la Liguria esce con il"minimo sindacale"da un elenco che risponde a quella sobrietà chiesta anche dal capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Vediamo nel dettaglio i contenuti del documento, ciò che non è stato inserito e ancor più le mosse successive al varo del
decreto.
Terzo Valico. L'opera viene alimentata con ulteriori duecento milioni di euro, a condizione che i cantieri si aprano entro giugno del 2015. Ottenere di più era oggettivamente difficile, forse impossibile. Finora, infatti, lo Stato ha assicurato la copertura finanziaria per i primi due lotti costruttivi (da 500 milioni e 1,1 miliardi), ma fino a che tutti quanti i soldi non saranno stati impiegati, non si potrà procedere con il finanziamento del terzo lotto, che vale un altro miliardo. Il rischio, a un certo punto del cammino del decreto, era quello di restare a bocca asciutta, proprio perché i soldi dei primi due lotti non erano ancora stati tutti quanti spesi. Si è deciso di assegnare all'infrastruttura duecento milioni, che indica la volontà del governo di continuare a puntare sull'opera, e che in sostanza restituisce quello che al valico era stato tolto. Negli anni passati, infatti, l'allora a. d. delle Fs Mauro Moretti aveva sfilato dal primo lotto del valico proprio 200 milioni, destinandoli a sostenere la manutenzione della rete ordinaria. Ora si rimettono i conti a posto e si riallinea il plafond iniziale. Il limite del giugno 2015 è inoltre un invito a procedere celermente con i cantieri, per consentire di alimentare il flusso di cassa che fa vivere l'opera.
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IL TERZO valico non ferma la sua corsa, anche se di sicuro non accelera. L'aeroporto trova un po' di ossigeno per continuare nel suo piano di sviluppo, ma in verità avrà maggiori entrate con lo sblocco delle tariffe. La gronda resta sempre in piedi ed è nel pacchetto complessivo da 10 miliardi indicato dal governo, anche se sarà la conferenza dei servizi a pronunciare l'ultimo verdetto. Il porto deve aspettare ancora, vista la confusione sull'argomento, ma per come si stanno mettendo le cose, la fusione Genova-Savona non si farà per decreto. Di sicuro però la legge ha bisogno di essere innovata, servono norme più flessibili e in linea con la rivoluzione copernicana che ha interessato gli scali negli ultimi vent'anni. Insomma, lo "Sblocca Italia" emette i suoi verdetti, sfronda l'albero carico di opere senza copertura che aveva disegnato il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi (facendo arrabbiare anche il premier Matteo Renzi) e fa finalmente chiarezza sulle infrastrutture che il governo può realmente sostenere e condurre fino in fondo. Non è poco, anche se la Liguria esce con il"minimo sindacale"da un elenco che risponde a quella sobrietà chiesta anche dal capo dello Stato Giorgio Napolitano.
Vediamo nel dettaglio i contenuti del documento, ciò che non è stato inserito e ancor più le mosse successive al varo del
decreto.
Terzo Valico. L'opera viene alimentata con ulteriori duecento milioni di euro, a condizione che i cantieri si aprano entro giugno del 2015. Ottenere di più era oggettivamente difficile, forse impossibile. Finora, infatti, lo Stato ha assicurato la copertura finanziaria per i primi due lotti costruttivi (da 500 milioni e 1,1 miliardi), ma fino a che tutti quanti i soldi non saranno stati impiegati, non si potrà procedere con il finanziamento del terzo lotto, che vale un altro miliardo. Il rischio, a un certo punto del cammino del decreto, era quello di restare a bocca asciutta, proprio perché i soldi dei primi due lotti non erano ancora stati tutti quanti spesi. Si è deciso di assegnare all'infrastruttura duecento milioni, che indica la volontà del governo di continuare a puntare sull'opera, e che in sostanza restituisce quello che al valico era stato tolto. Negli anni passati, infatti, l'allora a. d. delle Fs Mauro Moretti aveva sfilato dal primo lotto del valico proprio 200 milioni, destinandoli a sostenere la manutenzione della rete ordinaria. Ora si rimettono i conti a posto e si riallinea il plafond iniziale. Il limite del giugno 2015 è inoltre un invito a procedere celermente con i cantieri, per consentire di alimentare il flusso di cassa che fa vivere l'opera.
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