No Tav, un autunno di resistenza agli espropri

Il 5 settembre assemblea popolare ad Arquata, mentre il 10 giornata di mobilitazione contro le immissioni in possesso del terreno dove ha sede parte del presidio di Radimero e di quello nel bosco di Moriassi. Dichiarato espropriabile il terreno di Pozzolo, acquistato da un centinaio di militanti contrari all'opera.

NOVI LIGURE - I comitati che si oppongono al Terzo Valico ferroviario annunciano le mosse del prossimo autunno. Un’assemblea popolare ad Arquata agli inizi di settembre e poi il 10 ancora mobilitazione contro gli espropri. Questa volta, saranno due i fronti caldi: uno ad Arquata, proprio a Radimero, dove il locale comitato ha insediato il presidio, e uno a Serravalle.

“Cercare di espropriare il terreno su cui sorge una parte del presidio di Arquata - commentano dal movimento - significa per il Cociv avere il controllo di tutta l’area di cantiere denominata Cop 20. Cantiere dove dovrà essere portata ‘la talpa’ per cominciare lo scavo del tunnel di valico direzione Genova. Attualmente Cociv è entrato in possesso solo di una parte dell’area di cantiere in cui ha iniziato i lavori propedeutici, mentre la parte mancante è diventata uno dei luoghi simbolo del Movimento No Tav-Terzo Valico proprio perchè vi è allestito il presidio. Parlare di Radimero significa parlare di un luogo dal forte valore simbolico dove vi fu la prima iniziativa di lotta contro le recinzioni dei cantieri del Cociv e dove terminò la marcia popolare dello scorso 5 aprile quando per la prima volta le forze dell’ordine mostrarono i muscoli contro i cittadini che protestavano. Il presidio, oltre ad ospitare le riunioni settimanali del comitato di Arquata, è diventato in questo anno un luogo sempre vivo attraversato da centinaia di persone e un punto di osservazione per monitorare i lavori del Cociv. Insomma, uno dei tanti cuori pulsanti del movimento”.

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