'I costi dell'amianto non considerati': esposto alla Corte dei Conti per sospendere i lavori del Terzo Valico

Medici, biologi, ingegneri hanno chiesto di sospendere, in via precauzionale, i lavori del Terzo Valico ferroviario. La richiesta è contenuta in un esposto inviato alla Corte dei Conti di Piemonte, Liguria e Lazio, alla Procura della Repubblica di Genova e Alessandria e al dott. Guariniello e, per conoscenza, al Ministero di Giustizia. Nel documento il movimento No Tav e i sottoscrittori chiedono alle autorità di verificare che nei costi per l'opera siano contemplati anche quelli relativi alla gestione del rischio amianto.

"Il motivo principale dell'esposto - ha spiegato l'ingegnere Francesco De Milato - riguarda la realizzazione dell'opera per lotti costruttivi non funzionali. Con questa definizione, in base alla Finanziaria 2010, si dice che è possibile avere determinate risorse economiche per finanziare un lotto e questo può essere cantierizzato anche se non sarà funzionale. Ad esempio si può costruire una galleria in mezzo a un monte senza sbucare dall'altra parte. Prima occorreva che ogni lotto avesse una sua funzionalità e quindi poteva essere utilizzato per altre esigenze nel caso in cui l'opera non si concludesse. Questo è quanto ha portato all'avvio dei cantieri del Terzo Valico ed è stato possibile perché l'opera è stata quantificata in 6.200 milioni di euro. Il tetto massimo previsto dalla finanziaria per l'opera era di 10 miliardi. Quello che manca però è il costo relativo alla gestione dell'amianto. 

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