T.A.V. TERZO VALICO Scaviamo! ma non con le ruspe
Dopo 22 anni siamo ancora qui a barcamenarci con “l’affare del secolo” con una serie lunghissima di pesci grossi che protegge l’opera più inutile e redditizia che sia emersa a cavallo di due secoli.
In molti hanno già scavato nel “verminaio” del Terzo
Valico, ma senza riuscire a bloccare l’opera. Parecchi magistrati ci hanno
provato, soprattutto il p.m. Pinto (questione Fori piloti nel 1997 finito in
prescrizione nel porto delle nebbie
di Genova) e il giudice Imposimato con il suo libro
“Corruzione ad Alta
Velocità” (Editore Koiné, 1999) nel quale emergono fatti storicamente accertati
da “Mani puliti” e dai pm di Brescia e di Perugia. Ferdinando Imposimato si basa
su quanto dichiarato dall’ex presidente Portaluri, l’unico che se ne andò,
schifato dai personaggi che manovravano il TAV. Inoltre utilizza le
“intercettazioni ambientali, sui
rapporti di lavoro tra i familiari di alcuni pm e gli inquisiti, sulla scelta
arbitraria dei general contractor, sulla presenza in molti subappalti di imprese
criminali e mafiose e sulla costante confusione tra controllori e
controllati”
Ecco dunque la
ricostruzione, mai smentita, sui retroscena dell’affare del secolo di
Imposimato.
“A partire dalla fine degli
anni ottanta opera nel settore economico e finanziario una struttura
ben
organizzata, composta da
manager pubblici e privati che gestisce il controllo degli appalti e la
successiva distribuzione di lavori per grandi opere. Lo scopo di questa gestione
è quello di creare fondi fuori contabilità per pagare tangenti sia al potere
politico che quei vertici manageriali aveva sponsorizzato
(…)”
Ecco quindi delineato i
ruolo chiave del sodalizio criminoso che si incarnerà nelle figure di Lorenzo
Necci e Pierfrancesco Pacini Battaglia”.
Come accertato dai due sostituti procuratori di La
Spezia Alberto Cardino e Silvio Franz che nel 1996 scoprirono la truffa legata
all'AV e accentrarono la loro attenzione su Necci e Pacini
Battaglia.
Secondo l’accusa, le fonti
di prova (costituite essenzialmente da intercettazioni ambientali) dimostravano
l’esistenza di un’associazione per delinquere, operante su tutto il territorio
nazionale, dedita alla gestione occulta di aziende a capitale pubblico, al fine
di conseguire ingentissimi, ingiusti profitti’”.
Tra la fine di luglio e i
primi di agosto del 1995 il senatore Ferdinando Imposimato, in qualità di
relatore sulla situazione della criminalità organizzata in Campania incentra la
sua attenzione, tra l’altro, sulle infiltrazioni mafiose nel grande business
dell’Alta Velocità.
Il relatore dichiara:
“Oggi si assiste all’emergere, come
soggetti protagonisti, di imprese appartenenti a organizzazioni camorristiche o
infiltrate dalla presenza di elementi camorristici, oppure complici della
Camorra. Anche nell’Alta Velocità è stato molto difficile distinguere l’impresa
nella quale si registra una presenza camorristica da quella che si limita solo
ad accettare immissioni di denaro dei camorristi
allo scopo di favorire il
riciclaggio (…)”.
“Le vicende legate alla
realizzazione del Tav, connesse tra di loro, sembrano dimostrare che la Camorra
è non più antagonista dello Stato, ma una sorta di controparte dello Stato, una
forza riconosciuta, rispettata, efficiente e temuta. (…) Il flusso di denaro
pubblico verso la Camorra si alimenta non più per effetto di un rapporto
conflittuale, ma di un patto scellerato che ha per oggetto lo scambio tra denaro
pubblico,ordine sindacale, tangenti e consenso
sociale”.
Tra coloro che risultano
più reticenti, secondo Imposimato, durante i lavori della Commissione antimafia,
vi è l’amministratore delegato della Tav SpA, ossia Ercole Incalza, consulente
del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Lunardi, ancora oggi al suo
posto dopo le nomine Monti, Letta e Renzi.
Il 17 ottobre 1995 arriva
ad Imposimato un nuovo voluminoso rapporto dello Sco. Nel libro “Corruzione ad
alta velocità” si rileva, citando il lavoro investigativo della Guardia di
Finanza: “La ragnatela di interessi poco
puliti, che si sta lentamente tessendo sotto gli occhi di tutti, a questo punto
è lampante. Ci sono infatti altre società scelte dal general contractor che
sembrano invischiate in affari con la
Camorra
Nella seconda metà del 1996 viene svelata dalla
magistratura spezzina la trama della nuova Tangentopoli legata alle vicende
giudiziarie di Necci e Pacini Battaglia.
Dato questo quadro e lo
scoppio nel 1992 del terremoto di Tangentopoli, le inchieste della
magistratura
ordinaria e i lavori della
Commissione Antimafia ci si aspetterebbe un ripensamento radicale
sulla
vicenda dell’Alta Velocità,
ma gli sviluppi dell’affare del secolo non hanno interruzioni e
sopravvivono
al crollo della Prima
Repubblica, venendo rilanciati dal primo Governo Berlusconi e dallo
stesso
Governo
Prodi.
Il Ministero all’ambiente
boccia per tre volte il progetto sia per gli aspetti tecnici assai lacunosi sia
per l’inutilità del’opera che potrebbe essere sostituita da alternative assai
più efficaci e meno costose.
Ma saltiamo ai giorni
nostri: arroganza, nessun rispetto per le popolazioni coinvolte, lavori avviati
confusamente e con unico denominatore comune la distruzione ambientale e
l’assenza di risposte alle obiezioni documentatissime di chi propone soluzioni
diverse per spostare il trasporto su gomma a quello su
rotaia.
Il tutto scandito da
denunce, fogli di via, manganellate, criminalizzazione (i No Tav sono
terroristi, e ora è venuto fuori che in Val di Susa i mezzi di alcune imprese
sono stati danneggiate da altre ditte collegate con la Ndrangheta). I No Tav
Terzo Valico da tempo denunciano la presenza di imprese coinvolte in processi
con gravi capi d’accusa. Da un anno la Lauro viene indicata come ditta sospetta,
ma i sindaci le offrono locali del
Comune e appoggio incondizionato. Una settimana fa il cantiere di Voltaggio è
stato bloccato dalla procura di Torino poiché la Lauro è priva di certificato
antimafia.
Eppure prefettura,
Provincia e sindaci avevano garantito il massimo
controllo!
Ed ora? Il prefetto riceve
i sindacati che, come al solito, invocano la ripresa dei lavori; ed ecco che
arriva un’altra impresa con precedenti gravissimi: coinvolta nel processo
Minotauro, il più grande di sempre in Piemonte per i condizionamenti della
‘Ndrangheta, con personaggi intercettati da carabinieri
a Rivarolo Canavese mentre
discutono su come spartirsi gli appalti per il Terzo
Valico.
Nelle intercettazioni
pubblicate questa mattina risulta che i capiclan dichiarino “Ci mangiamo la
torta TAV e gli antiTAV li asfaltiamo con i nostri
compressori!”
Ho la netta
sensazione che la politica finga di non sapere (stanno seguendo i mondiali?
ascoltano Renzi? devono provvedere alle nomine?) o stia cercando di gestire
questo marciume come un piccolo incidente di percorso, con la solita retorica
sulle mele marce da levare dal cesto.
Sono decenni
che lo ribadiamo e lo documentiamo: è l’intero sistema Tav, per come è
congegnato, ad essere criminogeno. Nessuna utilità dimostrata, nessuna gara
d’appalto, nessun controllo esterno sull’operato del general contractor, nessun
vincolo per tempi e costi. Un sistema marcio alle fondamenta che merita di
essere fermato. Noi non facciamo certo appello ai compressori o alle ruspe, ma
chiediamo che si scavi a fondo e si faccia emergere tutto il lezzo e il pus
racchiuso in questa gigantesca bolla colma di frottole, di interessi privati, di
favori, di economia fasulla.
Qualcuno ha
già tentato di farlo e gliene diamo merito, ma ora basta con i piccoli sfiati
mefitici: Facciamo eruttare il vulcano Malaffare e, fatta pulizia, si ricominci
a fare il Bene comune.
Non servono
le gigantesche talpe o immani ruspe
per scavare nell’”affare del secolo”: basta scavare negli archivi e nelle
relazioni dei tecnici, dei politici e dei magistrati onesti ed ecco apparire la
cupola” in una nitida foto di gruppo, o, meglio, di cricca.
Associazione AFA- Amici delle Ferrovie e
dell'Ambiente
Via Mameli 56 - 15066 Gavi
ONLUS - C.F.:
92025410066
si
rivolge a tutti coloro che sono iscritti all’associazione o desiderano
iscriversi,
oppure
solamente partecipare per
conoscere quanto l’AFA sta facendo
INVITA TUTTI alla Assemblea
dei Soci che si terrà
Giovedì 17 luglio
2014
ore
21,00
a Gavi, via Mameli 113,
presso la sede del
circolo Terra e Libertà,
per discutere il seguente Ordine
del Giorno
:
1. Relazione sull'attività svolta nell'ultimo
periodo e rendiconto finanziario da parte del
tesoriere.
2. Rinnovo delle cariche
sociali.
3. Varie ed eventuali .
InvitandoVi tutti ad essere presenti, invio
cordiali saluti.
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