CHE NE DICE RENZI, MA SOPRATTUTTO, COSA INTENDE FARE?
DI GIANFRANCO ISETTA
Il Ministro Maurizio LUPI , con Decreto del mese di
febbraio 2014 ha confermato capo della struttura tecnica di missione che cura le
grandi opere: Ercole
Incalza.
INCALZA è stato nominato nonostante sia indagato per
associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e all’abuso a Firenze
perché avrebbe agevolato il consorzio Nodavia (capeggiato dalla coop rossa
Coopsette) impegnata nei lavori dell’alta velocità di Firenze, in combutta con
la presidente di Italferr, Maria Rita Lorenzetti, ex presidente
dell’Umbria.
Incalza è stato indagato in ben 14 procedimenti nei
quali è sempre stato prosciolto, talvolta grazie alla prescrizione. Nel 1991 è
al fianco di Lorenzo Necci a gestire l’alta velocità con i tre grandi general
contractor guidati da Eni, Iri e Fiat.
Io mi ricordo di averci avuto a che fare come Sindaco
del mio paese opponendomi a un altro grande progetto sostanzialmente inutile ma
foriero di grandi interessi e sostenuto con forza da Incalza: l’ Alta Velocità
ferroviaria MILANO-GENOVA sul quale una serie di personaggi hanno avuto a che
fare a vario titolo: dall’attuale Presidente della Regione Liguria Claudio
Burlando, all’attuale ospite delle patrie galere Luigi Grillo e così
investigando…
Ercole Incalza è infatti dal 1991 che ci conta balle
sull’alta velocità, è stato coinvolto dai giudici in reati legati alla Pubblica
amministrazione, indagato in vent’anni ben 14 volte. Ad esempio
con l’accusa di truffa aggravata nei confronti dello Stato per la questione dei
fori pilota del Terzo Valico nel 1998, reato dal quale non fu assolto, ma che
andò in prescrizione con le lungaggini create ad arte dagli avvocati e dai
politicanti. Così come nel processo in cui era accusato di aver fatto arrivare
soldi al magistrato per agevolare un’archiviazione
Di recente, gennaio 2013, è stato iscritto nel registro
degli indagati per le vicende del Tav fiorentino, con l’ipotesi di reati che
vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata in
danno di enti pubblici, alla corruzione e al traffico di rifiuti. Gli inquirenti
stanno svolgendo accertamenti anche sulla possibile infiltrazione mafiosa.
Incalza è coinvolto in quanto dirigente dell’unità di
missione.
Eppure costui venne nominato dal governo Monti alla
guida della Struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e
dei Trasporti e lo è tuttora con il governo Renzi,
Aveva sostituito l’unico presidente del TAV tecnico,
onesto e disponibile al dialogo, dimessosi per schifo, ossia quel Salvatore
Portaluri che poi fornì volontariamente le informazioni al giudice antimafia
Ferdinando Imposimato sulla melmosa vicenda TAV con conseguente pubblicazione
del famoso libro “Corruzione ad alta velocità”.
La task force, come detto, è coordinata appunto da
Ercole Incalza, 69 anni, ingegnere brindisino, che lavora per l’alta velocità
sin dal 1991, quando Fs fondò il Tav e lui ne divenne amministratore delegato.
La carriera di Incalza comincia con il socialista Claudio Signorile (la cui
corrente politica all’epoca venne definita SINISTRA FERROVIARIA) che gli aprì le
porte del Ministero dei Trasporti. Fu poi il padre, con Lorenzo Necci,
dell’affidamento diretto a Eni, Fiat, Tecnimont e Iri, i quattro General
Contractor per la costruzione delle prime linee ad alta velocità in Italia.
Affidamento diretto e quindi senza appalto (motivato con la panzana del 60%
delle spese a carico dei costruttori) che fece aumentare il costo dell’alta
velocità da 30 mila miliardi di lire a 180 mila. Non vi ricorda qualcosa dei
nostri giorni tutto ciò?
La domanda quindi è molto semplice: che ne dice il
nostro Presidente del Consiglio esperto in rottamazione? Per favore non ci
risponda con un’altra slide sull’impegno a migliorare le leggi e a dare nuovi
poteri a Cantone. Cominci a liberarsi di personaggi così chiacchierati se vuol
dare segnali credibili, altrimenti saranno davvero solo chiacchiere e, prima o
poi, dopo questa ebbrezza collettiva, arriverà il conto da
pagare.
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