Violenza sulle donne: reportage dal 1522, il centralino che aiuta le donne. 170 telefonate in un giorno

I telefoni squillano in continuazione. Una professionista quarantenne chiama perché è tormentata dalle telefonate di uno sconosciuto che ora vorrebbe trascinare in tribunale per stalking. Una casalinga invece si abbandona ai singhiozzi: picchiata da anni dal marito già denunciato alla polizia, ora spera di trovare aiuto in un centro antiviolenza. E poi una madre anziana che vorrebbe sapere come aiutare il figlio a liberarsi da una ex fidanzata che pretende di ricucire una relazione a suon di minacce e pedinamenti.

Il centralino del 1522, il numero governativo contro la violenza di genere, si trova in una città che deve rimanere segreta. “L'ultima minaccia seria l'abbiamo ricevuta lo scorso weekend” ci racconta una psicologa che chiameremo Maddalena, una delle due incaricate a rispondere al telefono durante la nostra visita. Era la telefonata di un uomo in collera che promette di trovare l'indirizzo e denunciare il servizio. E Maddalena, come le altre professioniste che ruotano giorno e notte a turni di otto ore, ha compilato come ogni volta il modulo per registrare le molestie.

Disponibile ventiquattr'ore su ventiquattro comprese le festività, il 1522 capta come un radar sottomarino quello che per lungo tempo rimane invisibile perché nascosto dalle mura domestiche o dalla apparente normalità delle relazioni famigliari e sentimentali. E basta dare una cifra per comprendere l'entità del fenomeno: dal 19 dicembre scorso, ossia da quando il 1522 è gestito dall'associazione Telefono Rosa, quei telefoni sono squillati 46mila volte, circa 170 al giorno. Tutti gli squilli finiscono in questa unica stanza dove tre-quattro operatrici per turno rimangono incollate alla cornetta.

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