Oggi, 11 febbraio, sono stati resi noti i dati sull'attività del porto di Genova per tutto il 2013.

Il quantitativo di merci rispetto al 2012 è calato da 51,4 milioni di tonnellate di merci a 49,5, con una riduzione in percentuale del 3,7.
Per quanto riguarda i container  non si è giunti ai 2 milioni come i dati di metà anno lasciavano prevedere. In totale 1.988.013 teu, che, rispetto ai 2.064.806 del 2012, equivale anche in questo settore a un - 3,7%.   
Attenzione, sono i TEU che girano per il porto, non quelli che vanno su treno, che sono molti meno!
Presumibilmente, e largheggiando, non più di 200.000 prendono la via ferrata per raggiungere la Valle padana.
Ma la saturazione, secondo loro, non doveva avvenire nel 2006 con 5 milioni di TEU?
A onor del vero dobbiamo registrare che ultimamente sono state fatte correzioni, ad esempio Michele Elia di RFI non più tardi di tre mesi fa aveva dichiarato che la prospettiva a breve scadenza è di arrivare a 4 milioni e 800.000 teu annui. Con questo ritmo? Ma che faccia di tolla!
Un po’ più contenuta, ma ugualmente “spiritosa”, la relatrice al recente “incontro” di Carrosio, per la presentazione (si sono però dimenticati di presentarlo) dello studio Amianto, la quale ha ridotto l’obiettivo a 4 milioni di container.
Lascio a voi ogni commento sul fantomatico rapporto costi-benefici
Un’altra risatina…amara
Tutti siamo coscienti del fatto che se RFI avesse a cuore il sistema trasporti in Italia non taglierebbe i treni ai pendolari obbligandoli ad abbandonare il treno e a inquinare con auto e pullman.
Se RFI si preoccupasse a fondo della sicurezza, l’incidente di Andora  non si sarebbe verificato e la linea a un solo binario verso Sanremo- Ventimiglia- Francia- Marsiglia-Barcellona- ecc. ecc. non sarebbe ancora oggi bloccata.
Se RFI si interessasse dell’aspetto economico, migliorerebbe le linee esistenti con investimenti minori, a beneficio di passeggeri e merci.
Se RFI volesse migliorare il collegamento del porto alla rete ferroviaria, raddoppierebbe subito il singolo binario per uscire dal porto stesso, che fa da collo di bottiglia.
Mi fermo qui e vi propongo la lettura di un articolo apparso su Repubblica del 2011, con intervista a Paolo Odone, presidente della Camera di Commercio di Genova. Tratta della tratta Genova-Ventimiglia: godetevi l’intervista.
Repubblica Genova articolo di Massimo Minella
Odone: "Una Riviera ad Alta velocità così conquisteremo i traffici francesi". "Nel 2020 arriveremo fino al confine di Ventimiglia, in vantaggio su tutti". "Quattro tracciati già definiti, ora è necessario scegliere quello più adatto"

Di fronte alla cartina che disegna il grande arco mediterraneo ferroviario che da Barcellona arriva fino a Genova, Paolo Odone ha come un sussulto.
«Proviamo a guardarla da un´altra angolazione, questa cartina - dice il presidente della Camera di Commercio - cioè da Genova alla Francia e poi avanti fino alla Spagna. Perché in silenzio, senza proclami, con un gran lavoro di lobby virtuosa con le imprese, probabilmente arriveremo prima di
tutti gli altri» (si riferisce alla Val di Susa?)Addirittura, presidente Odone?
«Nel 2020 la linea veloce che da Genova arriva al confine di Ventimiglia sarà completata».
«Vede, sono arrivato a 520 pranzi e cene (lo si intuisce anche dal suo aspetto fisico), in questi ultimi dodici anni, legati ai temi delle infrastrutture. I risultati, però, si vedono, e non solo per il mio peso, ma per quanto siamo riusciti a realizzare. Nessuno, all´inizio, avrebbe scommesso sulla linea costiera».
E invece?
«Si sono dovuti ricredere. Siamo riusciti a far inserire la linea costiera ad alta velocità nelle reti transnazionali. Abbiamo coinvolto decine di realtà economiche, imprese e camere di commercio. E ce l´abbiamo fatta. Ma attenzione a pensare che il lavoro sia finito».
Quali altri passaggi sono ancora necessari?
«In Francia hanno inventato il Debat Publique. E ovviamente su un tema come questo lo stanno utilizzando con grande attenzione. Si stanno mettendo a confronto quattro progetti, si discute, ci si confronta. A metà dicembre le ferrovie francesi terranno qui a Genova una sessione del Debat.
Prima che l´opera passi ai decisori, infatti, ritengono opportuno sentire ogni voce. E anche questa, mi creda, non è una scelta che avviene per caso».
Anche lei crede che la linea costiera possa essere alternativa alla Torino-Lione?
«Non porrei la questione in termini alternativi che poi finiscono per essere conflittuali. E´ un dato di fatto, però, che la linea costiera è un adduttore formidabile di traffico per il Terzo Valico. Basti pensare al porto di Marsiglia. Poi il progetto è decisamente più "delicato" degli altri nei confronti del territorio. Il terzo valico è un lungo tunnel, la linea costiera c´era già. È realmente una grande opportunità da cogliere».

Dovevano essere un po’ pesantini questi pranzi e cene. Catalessi post-prandiali  hanno intorpiditi lor signori e ora l’unico binario verso la Francia è andato in ferie e manco sull’Aurelia si passa più. Non vorrei fare il menagramo, per carità, ma se si blocca l’autostrada dovremo far ricorso alla vecchia categoria degli “spalloni” o chiedere una consulenza al buon Annibale e al suo circo di elefanti su come superare le Alpi da est a ovest.

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