MARZO 2013 - TERZO VALICO: 7 CONSIDERAZIONI

MARZO 2013 - TERZO VALICO: 7 CONSIDERAZIONI

Achtung banditen !
Dai giornali    Terzo Valico, allarme dei Servizi: "Frange insurrezionaliste in movimento"
Nella relazione annuale per la sicurezza evidenziata la protesta contro l'opera ferroviaria tra Liguria e basso Piemonte e i pericoli che ne possono derivare. Intorno alla protesta contro il Terzo Valico, anche nel territorio genovese e nel Basso Piemonte,  affermano i Servizi di sicurezza, si potrebbero coagulare frange anarco-insurrezionaliste. E uno degli elementi scatenanti delle proteste - per la Tav e di conseguenza per il Terzo valico - che secondo gli 007, vede un ruolo trainante da parte degli anarco-insurrezionalisti, è sicuramente lo stato di tensione diffuso dovuto alla crisi economica. Nella relazione degli 007 si sottolinea che la protesta No Tav della Valsusa sta superando  "i limiti localistici per diffondere il 'conflitto nei territori". A proposito si citano appunto "ulteriori fermenti di lotta si registrano contro la tratta Genova-Milano, nell'ambito del progetto denominato Terzo Valico per la linea Genova-Rotterdam ".
Nella relazione si fa riferimento ad “azioni continue ma di 'bassa intensita’, secondo una prassi di 'strategia di logoramento') ritenuta cautelativa per gli antagonisti ma fortemente onerosa per
l'azione di contrasto".  Da qualche tempo si sarebbero tra l'altro intensificati controlli continui nei pressi dei cantieri per i lavori preparatori, anche in Valpolcevera.
-Anzitutto non ho mai capito cosa siano questi anarco-insurrezionalisti, a mio avviso una assurda invenzione di Lor signori.
-Si dimenticano che dal 1992 esiste un movimento NO TAV Genova-Milano a cui mai è stata data risposta o udienza dagli Enti e dai partiti.
-Denunce tante e alcune con buon esito (tre bocciature di un progetto malfatto, lacunoso e basato sulle falsità - blocco dei fori pilota nel 1997, ecc.), mai alcun atto prevaricatore o violento da parte nostra, ma solo documentazioni dettagliate e proposte di dibattito mai prese in considerazione dalla controparte.
-Ma quel che è più grave è l’essere considerati dei violenti irrecuperabili, da tenere sott’occhio ed eventualmente da trattare con modalità Diaz. Conosco tantissimi No TAV Terzo Valico. Persone che ammiro, capaci, con spesso storie di militanza seria nei partiti della sinistra, legatissime al territorio dal punto di vista ambientale ma anche alle sue radici culturali, giovani che rifiutano l’arroganza del potere e chiedono un futuro diverso da quello che viene loro prospettato. Tutti questi sarebbero anarco insurrezionalisti? Ma non fate ridere! Dovreste gioire per il fatto che esistano.
Io sarei un anarco-insurrezionalista? Al massimo potete accusarmi di non essere un ipocrita e pertanto incapace di piangere di fronte alla dedica di Maroni al capo della polizia più pagato del mondo (650.000 euro), a quel Manganelli super abbronzato e sempre al fianco della Cancellieri, che ha autorizzato, lui sì, azioni di violenza feroce contro chi si batteva per la comunità e per una possibilità di gestione onesta e responsabile dell’economia.

Luigi Grillo
Dai giornali genovesi         Finanziamenti del Cipe che tardano, passaggi procedurali che non si perfezionano, firme mancanti,  rinvii, contenziosi milionari, problemi legati alla progettazione. Oltre all’opposizione dei movimenti NO-TAV c’è sempre una buona ragione per non aprire i cantieri del Terzo valico. I cantieri veri, per scavare i 39 chilometri di gallerie necessarie all’Alta velocità Genova-Milano: un tracciato lungo solo 54 chilometri, ma destinato a costare 6,2 miliardi di euro, se non di più. La lentezza con la quale il progetto procede è talmente insolita che in ambienti vicini al Cociv si dice che a frenare sul Terzo valico sia l’amministratore delegato delle Ferrovie Mauro Moretti, da sempre per nulla  convinto della sostenibilità economica dell’infrastruttura.
Negli ultimi due mesi sono intervenuti nuovi ostacoli. Molti sono convinti che l’evoluzione dell’azionariato di Impregilo, che ha visto Salini subentrare nel controllo a Gavio, abbia comportato «riorganizzazioni gestionali e operative».
Il senatore Luigi Grillo (Pdl), a cui i giornali genovesi danno ancora incredibilmente ampio spazio,  conferma questa tesi e aggiunge che il costruttore dovrà alzare la posta in gioco poiché i 6,2 miliardi di euro non basterebbero per costruire l’Alta velocità tra Genova-Milano. Grillo aggiunge che “i lavori sono rallentati anche perché si è reso necessario superare alcune criticità progettuali”.
Per rinfrescare la memoria di chi si è già dimenticato, questo è il Grillo che in 15 anni ha inaugurato, con tanto di elmetto in testa, per ben una quarantina di volte l’avvio dei lavori per il Terzo Valico.
Colui che, iniziata la sua carriera politica con la Dc e poi con Martinazzoli, entrò nel primo governo di Centro sinistra, ma poi per ben due volte fece il salto della quaglia alla De Gregorio e fu fondamentale per la creazione dei governi iniziali di Berlusconi. Ne ebbe in cambio, tra l’altro, la presidenza delle Commissioni trasporti, infrastrutture e Lavori pubblici. Nel 1997 finì sotto inchiesta con l’accusa di truffa aggravata da cui fu prosciolto per le prescrizioni accelerate volute da Berlusconi. E’ stato indagato per concorso morale in aggiotaggio nell’ambito dell’inchiesta Bancopoli. Risultava nell’elenco, acquisito dall’Agenzia delle Entrate, degli italiani intestatari di conto corrente nel paradiso fiscale in Liechtenstein. Viene processato per la questione Fazio-Fiorani e condannato in primo grado a due anni e 8 mesi.

Parliamo di soldi
Il primo lotto del Terzo Valico è già stato finanziato con 720 milioni, ma ben 220 milioni se ne sono andati per risolvere “vecchi contenziosi Cociv-Rfi e solo poche decine di milioni di euro sono finiti nei cantieri veri. Il secondo lotto da 1,1 miliardi è stato approvato dal Cipe e ha ricevuto pure l’ok della Corte dei Conti. Manca, però, la firma dell’accordo tra Cociv e Rfi. Come mai? Lo scorso 19 gennaio l’assessore ligure Paita (quella che ha sostituito Luigi Grillo nel raccontarle grosse) confidava che «in meno di un mese» sarebbero decollate le opere stradali: galleria Val Chiaravagna, accesso a Trasta, nodo di Pontedecimo, variante Isoverde e strada di Ceranesi. Ora che il mese è trascorso Paita dice: «Ormai è davvero questione di poche settimane». Il Cociv è sulla stessa linea quando assicura che «in Valpocevera e Fegino i cantieri apriranno a marzo».
Intanto, però, (è notizia di questi giorni)  Mauro Moretti propone di prelevare altri 200 milioni di euro dal primo lotto per finalizzarli alla manutenzione delle ferrovie esistenti.
Ecco spiegata una delle ragioni per cui la realizzazione della linea ferroviaria Genova-Milano ad alta velocità-capacità procede così a rilento. O meglio: ecco spiegato il motivo per cui il costruttore Cociv e il concessionario Rfi ancora non hanno firmato l’accordo sul secondo lotto, che è già finanziato dal Cipe.  Rispetto a cosa Cociv e Rfi devono trovare accordo? Fonti qualificate raccontano che, poiché a causa del ritardi sui lavori i 520 milioni rimasti del primo lotto ancora devono essere spesi, le Ferrovie (che come ha rivelato il Secolo XIX nutrono dubbi sulla sostenibilità economica dell’opera) intendono “prendere in prestito” una parte dei fondi per fare fronte alla manutenzione della rete.
E’ previsto un incontro nei prossimi giorni a Roma: parteciperanno tutti, il general contractor Cociv, il concessionario Rfi e il commissario del governo Walter Lupi (quello della villa di proprietà statale, ristrutturata dalla Forestale e destinata a sua residenza sul mare). Parleranno di centinaia di milioni di euro e vedremo cosa ne scaturirà.

Beppe Grillo
In merito alle recenti elezioni ci interessa guardare all’esito del voto nei Comuni delle valli Polcevera, Lemme e Scrivia interessati dal progetto del Terzo Valico e trarne alcune considerazioni sul legame fra i risultati elettorali e la lotta che il Movimento No Tav – Terzo Valico porta avanti contro la costruzione della grande opera.
Il movimento non ha fatto nessuna dichiarazione di voto, geloso della propria autonomia e della propria pluralità di punti di vista. Il primo dato che balza immediatamente agli occhi è che in un territorio dove da sempre vi è una grande predominanza di consenso elettorale a favore del centrosinistra e particolarmente del PD (favorevole al Terzo Valico) questa volta le cose sono andate diversamente.
Nella roccaforte storica di Novi Ligure il PD perde quasi dieci punti percentuali rispetto alle politiche precedenti e il Movimento 5 Stelle diventa il primo partito con oltre il 30% dei voti.
Stessa cosa ad Arquata Scrivia col Movimento 5 Stelle primo partito con il 32%.
Il Movimento 5 stelle è il primo partito anche a Serravalle e a Pozzolo dove prende quasi il 37%.
A Ronco Movimento 5 Stelle al 35% e PD in flessione di oltre dieci punti.
Solo a Tortona, Sale e Castelnuovo è il PDL il primo partito.
Lega Nord in pesante calo, con dimezzamento dei voti. Pochi i voti ottenuti da Sel e Rivoluzione Civile.
Rispetto alla media nazionale e a quella nel collegio del Piemonte 2 dove il Movimento 5 Stelle si assesta al 25%, in Valle Scrivia la media è del 32.
Anche in Val Lemme è boom 5 Stelle: Fraconalto 33,67%, Carrosio 35,59% e Gavi 32,61%.
In Valverde si ripete il copione col PD che perde 14 punti a Campomorone rispetto alle scorse elezioni politiche e il Movimento 5 Stelle al 32,70%. A Ceranesi M5S al 37,18%.
A questi dati si aggiungono quelli di Genova città con il Movimento 5 Stelle al 32%.
Dopo questa carrellata di dati alcune considerazioni riguardanti i territori interessati dal Terzo Valico:
1. L’affermazione del Movimento 5 Stelle è ben oltre il dato nazionale, quello del Piemonte 2 e quello della Provincia di Alessandria. Sette punti percentuali in più di media. Effetto opposizione al Terzo Valico? Crediamo proprio di sì.
3. A Sel non viene perdonato di governare in molti posti insieme al PD e viene bastonata ovunque (di particolare interesse il dato di Genova dove il Sel, che è ondivago sulla questione TAV, raggiunge una percentuale miserrima, trascinando con sé Rivoluzione civile.
4. il movimento prosegue la sua strada geloso della propria autonomia e indipendenza, ma le donne e gli uomini che si sono recati alle urne hanno espresso chiaramente anche il loro parere sul Tav – Terzo Valico. L’hanno fatto indiscutibilmente, dando fiducia a chi è stato compagno di viaggio onesto e sincero. Non una cambiale in bianco, ma il riconoscimento di una capacità di relazione politica basata su confronto e rispetto reciproci.

I Comuni del NI
Da una situazione nel 1993 di ben 28 Comuni sui 33 della intera tratta Genova-Rogoredo decisamente contrari, il fronte del No si era sgretolato - con l’azione del Cociv, dei mass media, dei partiti e dei sindacati - e sino allo scorso anno solo il Comune di Arquata si batteva con estrema coerenza contro l’opera nel suo complesso senza chiedere contropartite, rotonde, nuove strade e privilegi. Qualcosa è cambiato negli ultimi mesi ed ecco che è sorto il gruppo dei NI che limita le sue perplessità (non affiancate da una richiesta forte di documentazioni non di parte) solo ad alcuni aspetti (traffico e amianto). Ecco quindi (per citarne alcuni) Pozzolo Formigaro, Alessandria, Pontecurone. Quest’ultimo Comune, ad esempio, nonostante gli fosse stata fatta presente già dal 2006 la decisione Cipe di utilizzare la cava Dossi per lo smarino di Moriassi, avrebbe scoperto solo poco prima delle elezioni dell’esistenza di questa destinazione e fa presente che la cosa è da birichini distratti: non un cenno su tutto il resto (evidentemente Arquata è un Comune amministrato da alieni!).
Comunque qualcosa sta cambiando e forse il risultato delle elezioni e la marcia del prossimo 20 aprile Novi - Pozzolo stimolerà, ce lo auguriamo, un atteggiamento più attento e meno legato ai vecchi schemi di una politica con decisioni calate dall’alto.

Gli imbecilli
La motivazione più profonda espressa dai SI - TAV, come quel tizio che è intervenuto alla recente trasmissione di Telecity, condotta benissimo da Alessandra Dellacà, è che i No - Tav bloccano le grandi opere perché sono “degli imbecilli” e sono contro il progresso.
Quante volte abbiamo spiegato perché il Terzo valico non serve a nulla, costa cifre mostruose, mette a repentaglio la salute e la bellezza delle nostre valli! Quante volte abbiamo fatto controproposte concrete su opere alternative che creerebbero almeno dieci volte di più posti di lavoro!
Facile replicare che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.
Sulla storia del “progresso” vorrei citare un aforisma di Jorge Luis Borges: “ Non credo più in questo progresso. Che sia un progresso?”

Prossimi appuntamenti
Alla assemblea tenutasi il primo marzo ad Arquata, con la partecipazione di 400 persone, è stato deciso di:
- continuare a bloccare gli espropri, con primo appuntamento a Campomorone mercoledì 13 marzo a partire dalle ore 8.
- Il 23 marzo centinaia di No Tav – Terzo Valico si recheranno in Valsusa per la manifestazione nazionale indetta dal Movimento No Tav.
- Nella giornata di Sabato 20 Aprile il Movimento No Tav – Terzo Valico percorrerà per la quarta volta le strade della Valle Scrivia con una manifestazione popolare che partirà da Novi Ligure e raggiungerà Pozzolo Formigaro. Probabile la presenza di parecchi parlamentari.
- Nel frattempo assemblee, cene di autofinanziamento, azioni estemporanee dettate da urgenze improvvise.

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