I tredici Comuni alessandrini del Terzo Valico chiedono un rinvio
Una
richiesta di moratoria, firmata dai sindaci di tredici Comuni piemontesi, è
stata presentata sabato 9 marzo in una conferenza stampa svoltasi nel Comune di
Novi Ligure.
I sindaci
di Alessandria, Arquata, Carrosio, Castelnuovo Scrivia, Fraconalto, Gavi, Novi, Pontecurone, Pozzolo, Serravalle, Tortona, Vignole e
Voltaggio richiedono una moratoria dei lavori del Terzo Valico prima dell’avvio del primo lotto.
Un
passetto avanti
per i sindaci da sempre Sì Tav (ad esclusione di Arquata e Pozzolo) dovuto certamente ad una attenta lettura dei risultati
delle ultime elezioni (molti Comuni hanno visto il M5S raggiungere il 35-40% dei
voti).
Certamente
questa richiesta non sarebbe mai arrivata senza un anno e più di generosa
mobilitazione dei cittadini e dei comitati contrari al Terzo Valico, che con
decine di assemblee, marce, documenti, blocco degli espropri (ne sono previsti
altri per lunedì 18 marzo), ma del resto questa è una delle funzioni dei
movimenti: cercare di svegliare chi dorme e non ha la forza o la capacità di
tutelare adeguatamente il territorio.
Peccato
che di fronte a questa “grande opera inutile”
- non venga assolutamente messa in discussione la realizzazione del
Terzo Valico, l’assurdità di spendere 6,2 miliardi di Euro al tempo della crisi
economica e sociale.
- Non una
parola sulla vergogna della Legge Obiettivo, che
governi di tutti i colori si sono guardati bene dall’abrogare dal 2001 ad
oggi.
- Mentre i Comuni sono sull’orlo del
baratro, si blatera ancora di studi sulla logistica, di aree retroportuali a Novi e Alessandria, quando è stato
ampiamente dimostrato, in vent’anni di opposizione, che le cinque linee attuali
sono sottoutilizzate, le merci non ci sono, i treni merci non possono viaggiare
ad alta velocità e l’intera opera non riuscirebbe mai a ripagarsi da sola
neppure per un quinto dei costi di gestione (quelli di costruzione sono già
tutti a carico dei cittadini sotto forma di tasse e tagli
terrificanti).
- Viene
“solo” chiesto di svolgere ulteriori controlli sulla presenza di amianto,
l’isterilimento delle fonti, la possibilità di trasportare 11 milioni di smarino utilizzando le linee ferroviarie esistenti e non i
camion (come se il problema dell’amianto fosse quello di come verrebbe
trasportato!).
Una volta
risolte queste questioni, secondo i tredici Sindaci il Terzo Valico si può
fare?.
Quello che
deve essere chiaro a tutti è che nessuna richiesta di moratoria fermerà mai la
lotta di chi si oppone alla costruzione di un’opera inutile, devastante per
l’ambiente, immorale, imposta, in un alone di tangenti, sulle teste dei
cittadini.
Una
comunità di migliaia di donne e uomini si è rimessa in cammino, riprendendo i
temi del 1992, per fermare la costruzione del Terzo Valico e non certamente per
chiedere che venga fatto in tempi più lunghi e
trattando le persone e le comunità territoriali con meno
arroganza.
Del resto,
come in passato, si persiste nel trattare la cosa solo a livello istituzionale,
come se le persone, i documenti di proposte alternative, la ricerca di tutelare ambienti, culture e memorie locali, insomma le
comunità, non esistessero e non contassero nulla.
Detto brevemente con chiarezza il nostro
pensiero vediamo in sintesi cosa sostiene questa nuova
posizione.
“ In qualità di Sindaci dei Comuni territorialmente coinvolti
dal progetto della linea AV/AC Milano – Genova, Tratta AV/AC Terzo Valico, siamo
a sottolineare un crescente livello
di preoccupazione sulla realizzazione dell’opera a causa di una modalità
attuativa conflittuale col territorio che rischia di provocare ricadute
ambientali insostenibili.
Tale
preoccupazione è motivata dalla reiterata
latitanza di R.F.I.
S.p.A., in qualità di proponente l’opera, e dalle
difficoltà di interlocuzione nei confronti del General
Contractor, il Consorzio Co.C.I.V. che – con un atteggiamento non collaborativo in
sede di progettazione esecutiva del 1° lotto dell’opera – ha ampiamento disatteso le prescrizioni dettate dalle Delibere
C.I.P.E. ed ha puntualmente ignorato le istanze presentate dagli Enti locali,
impedendo, di fatto, ai territori di poter partecipare attivamente al processo
decisionale sull’assetto della nuova linea di
valico.
Se a ciò si
aggiunge:
- la scelta di procedere con una progettazione esecutiva articolata per lotti che impedisce una visione chiara e completa della portata effettiva dell’intera opera;
- la pervicace ostinazione da parte dell’Osservatorio Ambientale, istituito presso il Ministero dell’Ambiente, a negare il trasferimento di parte della propria attività sul territorio interessato dal passaggio della linea ferroviaria;
- la mancata costituzione dell’Osservatorio Tecnico;
- la gestione arbitraria e non condivisa del tema degli espropri effettuata da parte del General Contractor;
- l’assenza di coinvolgimento nella fase di redazione dello studio di fattibilità per valutare l’eliminazione dello Shunt di Novi Ligure nell’interconnessione della nuova linea Terzo Valico con la linea storica Torino-Genova;
ne risulta un quadro complessivo teso a
ridurre drasticamente qualsiasi opportunità per gli Enti locali di poter
prendere parte all’iter decisionale della realizzazione
dell’opera Terzo Valico ed a precludere ai Comuni il conseguimento di
sostanziali ricadute positive per i territori coinvolti.
Alla luce di
quanto premesso i sottoscritti
rivolgono istanza al Governo affinché si apra una
moratoria che imponga ad R.F.I. e a Co.C.I.V.,
prima dell’avvio dei lavori del 1°
lotto, di:
- presentare uno studio approfondito e dettagliato sulla presenza di amianto nelle aree interessate dai lavori di scavo. Studio che dovrà essere condotto secondo i criteri indicati dai dipartimenti ambientali della Regione Piemonte e della Provincia di Alessandria e che dovrà essere reso pubblico sia nella fase di definizione metodologica sia nella successiva fase di analisi dei risultati dei campionamenti in loco. Dai risultati di tale studio si otterranno preziose indicazione per la messa in pratica di accurati piani di monitoraggio ambientale e di un protocollo operativo adeguato;
- presentare uno studio sul rischio di isterilimento di tutte le fonti e dei corsi d’acqua interferiti dall’opera nel suo complesso. Dai risultati di tale studio discenderanno indicazioni in grado di orientare oculate decisioni future e precise scelte operative;
- presentare uno studio dettagliato che contempli l’utilizzo delle linee ferroviarie esistenti quale veicolo per il trasporto del materiale di smarino in sostituzione del traffico su gomma;
- presentare un piano completo sulla logistica influenzata dal progetto del Terzo Valico e sulle azioni correlate sia sui porti liguri che sulle aree retro-portuali alessandrine, chiarendo quali benefici l’opera potrà conseguire a livello europeo, nazionale e locale.
I Sindaci dei
Comuni
Alessandria, Arquata, Carrosio, Castelnuovo
Scrivia, Fraconalto, Gavi,
Novi, Pontecurone, Pozzolo,
Serravalle, Tortona, Vignole, Voltaggio”
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