IL COMITATO “Per un futuro sostenibile” SI ALLARGA A MACCHIA D’OLIO

Domenica 18 marzo, festa di San Giuseppe, a Castelnuovo è stato allestito un gazebo con diffusione di volantini relativi alla centrale biomasse di Casei. Un migliaio i volantini prelevati e 168 le firme di cittadini che aderiscono al neonato Comitato costituitosi giovedì 15 marzo.
Ciò che colpisce soprattutto è la enormità della centrale (quasi 50 megawatt), quando quelle a biogas già concesse sul territorio non superano i due megawatt) ed esistono opposizioni fortissime nell’Alessandrino per centrali termiche a potenza assai più modesta (tre rapidi cenni: Predosa un m.w. - assemblea popolare il 30 marzo); Voltaggio di 4 mw con ricorsi al TAR; due mw a Carrosio con forti opposizioni e appello rivolto al presidente Napolitano).
Da Pavia si tenta il blitz e la Conferenza dei servizi è stata fissata in tempi strettissimi, ossia per venerdì 30 marzo
Ecco il testo del volantino 


CENTRALE A BIOMASSE DI CASEI GEROLA
UN BRUCIATORE DI SORGO E VEGETALI ?
NON RIGUARDERA’ L’EX AREA ZUCCHERIFICIO?
FUMI E VAPORI IN ATMOSFERA A 80 GRADI?
NUOVO MICROCLIMA?
SCOMPARIRANNO LE CULTURE ESISTENTI?
COSA RESPIREREMO ?
Il 18 gennaio è stato presentato al Comune di Castelnuovo Scrivia un fitto carteggio relativo ad una nuova Centrale a Casei Gerola (sempre a Casei Gerola, come già accaduto per la centrale Edison e l’impianto della Solchem) sul confine con Castelnuovo Scrivia, la Provincia di Alessandria e la Regione Piemonte.
Una nuova centrale che si aggiunge a quelle di Ferrera Erbognone e Torremenapace per complessivi 1500 MGW, energia sufficiente per una intera Regione (la Lombardia!!!!!!)
A-   L’accordo di riconversione produttiva dello stabilimento saccarifero di Casei Gerola prevede la costruzione a Casei di una centrale a combustione di biomassa. ATTENZIONE però: a dispetto del titolo dell’accordo l’impianto non sorgerebbe nell’area dell’ex zuccherificio (né in quello ex Solmag) ma sembra che occupi nuovi terreni di cui una parte attualmente a destinazione agricola.
B-   Perché una centrale così gigantesca, con produzione di quasi 50 megawatt, quando le altre centrali a biomassa non superano i 10 megawatt? Una così esagerata produzione si può ottenere solo bruciando un po’ di tutto!
C-  L’impianto costa quasi 80 milioni di euro e dovrebbe servire a dar lavoro a 20-25 dipendenti, rimasti dall’ex Zuccherificio. Per reinserire queste figure nel mondo del lavoro basterebbe non più di un milione di euro, senza danni al territorio. Ma sappiamo di chi sono gli 80 milioni e chi li sta gestendo?
D-  Alcuni dati: le strutture occuperanno 155.200 mq, ossia 240 pertiche. Impermeabilizzeranno 105.700 metri quadri. Scaricheranno acque nei fossi circostanti. Costruiranno un grosso bruciatore con fumi al camino a 80 gradi. Bruceranno 75.000 tonnellate di sorgo (secco) togliendo 3.500 ettari lordi alla produzioni agricole vere e proprie. Altre 34.000 tonnellate arriveranno da biomasse legnose. Ma da dove arriveranno non si sa.
OSSERVAZIONI

1)       Perché non hanno coinvolto i Comuni confinanti con Casei Gerola (Molino dei Torti,  Alzano Scrivia,  Isola Sant’Antonio, Guazzora, Pontecurone, Cornale, Bastida de Dossi, Silvano Pietra e Voghera) che sono direttamente interessati dall’impianto per le falde nelle quali verseranno le acque, sui quali ricadranno i fumi e nei quali passerà il traffico per la centrale?

2)      La combustione del sorgo e di biomasse legnose comporterà l’emissione in atmosfera di fumi e vapori a 80 gradi di calore. Ogni giorno dal camino alto 60 metri (per dimensioni vedere quelli della Raffineria di Sannazzaro) ne usciranno grandi quantità: cosa contengono e dove andranno a finire?
Il vapore saturerà di umidità l’ambiente sottovento alla sorgente per qualche chilometro. Nei periodi freddi e umidi il fenomeno risulterebbe ancor più preoccupante. E cosa dire circa nebbie e piogge acide che ricadranno al suolo?
3)      I controlli sono previsti solo all’interno dell’impianto e non sul territorio circostante.
4)   Tra i 70 camion giornalieri che andranno ed usciranno dalla centrale 2 trasporteranno 36 tonnellate/giorno di residui solidi e ceneri. Di cosa si tratta e dove finiranno?
5)                In merito ai fumi che usciranno dal camino, esiste il reale rischio che fonti inquinanti vadano a sommarsi a quelle esistenti, con effetti deleteri sulla salute pubblica e sull’immagine e qualità della produzione orticola della Bassa Valle Scrivia.
Per i motivi e i dubbi qui sopra riportati, sentite le numerose Amministrazioni comunali intervenute, la Provincia di Alessandria, le associazione agricole interessate, le associazioni ambientaliste coinvolte, il 15 marzo 2012 è ufficialmente nato il comitato spontaneo
“FUTURO SOSTENIBILE TRA SCRIVIA E CURONE”.
Invitiamo i cittadini interessati al problema ad unirsi al comitato.
La VOSTRA adesione per il bene della nostra terra.

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