L’acquedotto romano di Libarna
L’arrivo dei Romani in Valle Scrivia è caratterizzato dalla trasformazione viaria, urbanistica, tecnica e tecnologica, che costituì una cesura con il passato e con una parte del futuro, quando, a partire dal IV secolo, si sarebbe tornati a forme di vita meno organizzate.
La storia di Libarna è ampiamente nota e per gli approfondimenti rimandiamo al libro curato da Silvana Finocchi su Libarna: segnaliamo solo che la città ebbe circa 6.000 abitanti – più la popolazione dei sobborghi – ma non raggiunse mai i 10.000; l’acquedotto è probabilmente stato realizzato sotto l’Imperatore Claudio (42 d.C.), che fece costruire anche quelli dell’Aqua Claudia e dell’Anio Novus, a Roma. Una fistula (tubo usato dai Romani per la conduttura delle acque), inglobata in una spalletta dell’acquedotto in località Campora, ne testimonia l’antichità.
A partire dai primi anni del XIX secolo, quando le sue vestigia erano maggiormente visibili, tutti gli storici poterono constatare il suo percorso in alcuni punti dal Rio Borlasca, fino a Libarna.
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