Mafia Capitale? I Comuni possono fare la differenza nella lotta alla corruzione (se vogliono)

La trasparenza e l'anticorruzione dovrebbero essere delle priorità per un candidato sindaco: allora perché sono così pochi gli aderenti alla nostra campagna?


Assistiamo sgomenti al quadro che di giorno in giorno emerge dallo scandalo romano di Mafia Capitale.

Al di là dei fatti riportati dalle cronache, viene alla mente un pensiero: se i Comuni possono avere un ruolo così importante per favorire la corruzione, allo stesso modo possono fare moltissimo per tenere fuori dalla porta della vita pubblica corrotti, corruttori, clan criminali.
Gli enti locali sono infatti la prima porta di ingresso o il primo scoglio all’illegalità diffusa. Perciò, quello che più addolora di Mafia Capitale, è che chi era stato chiamato a controllare (politici, forze ispettive) è finito con il diventare protagonista dello scambio corruttivo.

Contemporaneamente alle cronache del caso laziale, Riparte il futuro ha lanciato la sua iniziativa in occasione delle elezioni del 2015, “Election day 2015”, rinnovando l’impegno profuso da oltre un mese anche in occasione dei ballottaggi. Chiediamo trasparenza delle candidature e impegno verificabile sull’anticorruzione.

I risultati? Scoraggianti. Nonostante infatti la forte pressione della società civile, che su tutto il territorio si sta spendendo attivamente per far conoscere le proposte emerse dal basso, i numeri raccontano una storia di mancanza di partecipazione politica: solamente 9 aspiranti sindaci hanno corso il rischio di prendersi l’impegno con noi.

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