Tre grosse novità in questi giorni
- Raffaella Paita, l'emanazione
vaporosa di Luigi Grillo, dichiara che con il primo luglio 2013 inizieranno i
lavori per il Terzo Valico (ma non aveva già detto tre o quattro volte nel giro
di un anno che erano già stati avviati?)
-
Tecnimont, proprietaria della quota del 20% del Cociv, vende tutto alla
Impregilo-Condotte Salini che così ora hanno il 95% della proprietà con un 5%
ancora del CIV (banche, cooperative e affini). La cifra ricavata appare ad
occhio piuttosto ridotta: 50 milioni di euro.
-
Infine viene annunciato, un po' a sorpresa, che il Governo preleverà, dal miliardo e 360 milioni già
stanziati in precedenza per il Terzo Valico, una quota di 773 milioni da
destinarsi al decreto “Fare” ossia a opere più urgenti o cantierabili. Putiferio
generale fra i notabili genovesi! Si invoca il ritiro del decreto in nome della
"grandiosa manifestazione del SI TAV" di inizio luglio 2011, quando trecento
persone in giacca e cravatta si radunarono in piazza De Ferrari (è stato facile
contare trecento partecipanti, per di più in un corteuccio senza slogan e con
persone a modo che camminavano lentamente, in ordine, chiacchierando del più e
del meno).
Il ministro Lupi li
rassicura che la cifra tolta rientrerà presto nel fagottino del Cociv poiché
la
Genova-Rotterdam è un “corridoio fondamentale e sostenibile”
(finanziato dopo 22 anni con 587 milioni per un’opera che costerebbe ora 7
miliardi).
Ma possibile che nessuno, ma proprio
nessuno, rifletta su questi dati
recentissimi:
•
quanti sarebbero i container da trasportare? Due milioni, con un calo quest’anno, nel
primo trimestre 2013, del 2,7%. La previsione del 1992 era di un aumento del
12% ogni anno portando al 2010
a 4 milioni di teus.
• quanti valicano l'Appennino verso
nord? Il 60%,
quindi intorno al milione e 200. Gli altri vanno verso est, verso ovest e
verso il nord-est.
• quanti utilizzano le
ferrovie? L'8% secondo i dati
del porto forniti da Luigi Merlo direttore dell’Autorità portuale di
Genova. Quindi, largheggiando, 100.000 container.
Lo stesso Merlo e altri, alcuni mesi
fa, si sono lasciati sfuggire la percentuale del 3%, ossia 36.000 container
all’anno.
• quanti ne possono trasportare le tre linee esistenti dietro
Genova? Senza farci nulla
600.000. Con piccoli ammodernamenti sui 2
milioni, ovviamente oltre a quelli già ora transitanti.
• quali sono le condizioni attuali del trasporto
merci? Per almeno tre giorni
alla settimana non ci sono merci sufficienti da
trasportare e i convogli spesso vengono soppressi. A volte mancano locomotori
efficienti, macchinisti e carri adeguati. Va aggiunto che il nodo di Genova non
consentirebbe oggi un serio trasporto merci.
• Il ritornello
genovese è che senza nuove gallerie, senza pendenze e più ampie, le merci non
viaggiano. Il direttore amministrativo
delle ferrovie, Mauro Moretti, ha già detto la sua in merito e quindi ci
esimiamo dal portare un'infinità di dati e soluzioni (tipo Freius) che annullano
questo falso problema. Moretti ha dichiarato: «Le linee esistenti possono
accogliere altri treni, occorre inoltre sfruttare di più la Voltri-Ovada; le pendenze e le gallerie strette non sono un
problema»
Ricevo e giro questo documento che ritengo di grande
interessePenso che meriti la maggior
diffusione possibile (e vi chiedo infatti di diffonderlo il più possibile)
questo comunicato stampa che vi reinoltro, fatto da WWf Liguria, Legambiente
Liguria , pendolari Genova-Milano, del ponente ligure, dell'acquese e novesi e
di consumatori come MDC, in cui si chiede che i fondi del Terzo valico vadano
per le linee esistenti: manutenzione ed interventi di potenziamento. Per fare
qualche esempio, raddoppio nel ponente ligure, incroci sulla Genova-Acqui,
binari di precedenza nel levante, interventi sulla linea Genova-Milano ecc.ecc.
Tutti quegli interventi, insomma, per migliorare la circolazione dei treni in
tutta la regione.
Anche se è giusto parlare di pensioni, varebbe quindi la pena di non dimenticarsi che con una minima parte degli investimenti del Terzo valico si potrebbe migliorare la situazione delle migliaia e migliaia di cittadini che utilizzano tutti i giorni i mezzi pubblici. Non a caso sono diversi i comitati di pendolari che hanno aderito a questo comunicato, persone magari meno coinvolte su altri aspetti dell'opera, ma che capiscono la questione delle risorse sottratte al miglioramento della propria vita quotidiana ed a una mobilità maggiormente sostenibile. Ciao, Stefano
Anche se è giusto parlare di pensioni, varebbe quindi la pena di non dimenticarsi che con una minima parte degli investimenti del Terzo valico si potrebbe migliorare la situazione delle migliaia e migliaia di cittadini che utilizzano tutti i giorni i mezzi pubblici. Non a caso sono diversi i comitati di pendolari che hanno aderito a questo comunicato, persone magari meno coinvolte su altri aspetti dell'opera, ma che capiscono la questione delle risorse sottratte al miglioramento della propria vita quotidiana ed a una mobilità maggiormente sostenibile. Ciao, Stefano
TERZO VALICO: lo storno di fondi verso le opere di manutenzione è un'opportunità!
Utilizziamo anche i
soldi del primo lotto per interventi seri ed utili alla circolazione dei treni,
manutenzione delle linee, acquisto di materiale rotabile e finanziamento del
servizio.
Spendiamo i soldi
pubblici per interventi realmente utili al porto ed ai
pendolari.
Pendolari,
ambientalisti e consumatori accolgono con soddisfazione la decisione del Governo
che sembra “definanziare” un progetto infrastrutturale devastante dal punto di
vista ambientale e scarsamente utile dal punto di vista trasportistico come il
terzo valico. Opere come il terzo valico si dimostrano fragili, dannose e
illusorie per lo sviluppo, e non sarà quest'opera pronta forse tra 20 anni a
“salvare”, come ritiene qualcuno, Genova, mentre è attraverso la
manutenzione continuativa nel tempo e il potenziamento delle linee e dei valichi
ferroviarie esistenti che si potrebbe garantire lo spostamento delle merci dai
nostri porti insieme ad un miglioramento di quello delle persone e “salvare”
Genova e la regione.
Lungi dal considerare
questo uno “scippo”, è da augurarsi che i fondi che verranno destinati a
“migliorare la sicurezza della rete
FS”
, vengano impiegati per fare tutti quegli interventi sulle linee attuali atti
a migliorare il servizio ferroviario pendolare in regione e sulle linee che
convergono verso la Liguria:
si migliori la
manutenzione sulla linea Genova-La Spezia e si investa per riallocare i
binari di precedenza e poter così aumentare i margini di capacità della
linea;
si facciano gli
interventi da tempo richiesti dai pendolari sulla linea Genova-Milano,
quali l'intervento sui nodi di Ronco, Tortona e Voghera e il
quadruplicamento tra Milano e Pavia;
si abbandoni il
faraonico e dannoso progetto dello spostamento a monte della ferrovia nel
ponente ligure e si realizzi in tempi rapidi almeno il raddoppio in sede tra
Finale e Albenga consentendo così - non tra 20 anni, ma tra pochi anni -
tempi di percorrenza un po' più accettabili sulla linea
Genova-Ventimiglia;
si rilanci la linea
Cuneo-Ventimiglia facendo
finalmente i lavori sulle infrastrutture che da più parti vengono
ritenuti necessari per il rilancio della linea;
si intervenga sulla
linea pontremolese e sui valichi e sulle linee di valico savonesi
esistenti.
Ma non ci sono solo
le infrastrutture. Si usino i soldi
per garantire un servizio adeguato sulle linee in Regione ed afferenti la
regione Liguria, e non ai “minimi termini” come ora, reintegrando il servizio
almeno ai livelli del 2011, perché l'offerta di servizio è un elemento
non meno importante di quello infrastrutturale, anzi dovrebbe essere il
servizio l'elemento fondamentale, cui dovrebbe seguire l'adeguamento
infrastrutturale. Avere infrastrutture senza servizio non ha alcun
senso.
E si usino questi
soldi anche per finanziare l'acquisto di materiale rotabile adeguato ad un
servizio pendolare e il rinnovo di quello esistente, che ha superato in
qualche caso i quarant'anni di età e versa in condizioni
disastrose.
E per quel che
riguarda le esigenze del porto, si utilizzino i fondi per fare invece tutte
quelle opere che permetterebbero un reale passaggio delle merci dalla gomma al
ferro, ad esempio gli interventi in area portuale per risolvere il
vero problema, quello di come riuscire a formare i treni da e per il Porto di
Genova.
Che i soldi del Terzo Valico siano
utilizzati per queste opere e si dia una risposta immediata alle esigenze del
Porto. Si lavori per eliminare le cause che favoriscono l’utilizzo dei
TIR invece del treno per far viaggiare le merci!
Si usino le risorse a favore dei
pendolari e del TPL nel suo complesso, per fornire un servizio soddisfacente,
per manutenzionare ed efficientare le linee esistenti, per finanziare l'acquisto
di materiale rotabile e per migliorare la mobilità per il servizio regionale e
sovraregionale!
Genova, 19 giugno
2013
Per contatti: 347 930 05
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