Lo stato di agonia dei nostri torrenti

A Serravalle è avvenuto un incontro fra gli interessati al “Contratto  fiume Scrivia” per dibattere sullo stato di grave abbandono e sfruttamento dei torrenti collegati con la Scrivia.
Interessanti i dati emersi, ma totale assenza di iniziative per contrastare la denaturalizzazione dell’intera valle Scrivia, da Torriglia a Molino dei Torti.
I dati verranno resi ufficiali in futuro e quando li avremo ne faremo una disanima completa.
Limitiamoci per ora a riportare quanto scritto nei suoi appunti da un partecipante.

Lunedì 10 giugno, per conto del comune di Castelnuovo Scrivia, Gianni Girani e Giuseppe Carbonato hanno partecipato, in quel di Serravalle, ad un convegno organizzato dal Contratto Fiume Scrivia. Quattro i tavoli tematici e i due amministratori castelnovesi hanno partecipato a due sessioni di durata, ciascuna, di un’ora e mezza.
- Bilancio idrico (tutela quantitativa della risorsa idrica), Energia
- Qualità delle acque e biodiversità ecosistema acquatico.
Gli interventi prevalenti sono stati quelli dei rappresentanti delle Province di Genova ed Alessandria che hanno illustrato la situazione con la proiezione di copiosi dati e tabelle (soprattutto Genova).
Altri interventi sono stati quelli dei rappresentanti dei Consorzi irrigui, delle Associazioni agricole e di alcuni rappresentanti dei Comuni (in particolare Arquata, Novi, Borghetto Borbera).
Era presente anche Dario Zocco, direttore tecnico del Parco del Po con giurisdizione anche sulle aree di pertinenza fluviale di Molino, Isola, Guazzora e Castelnuovo Scrivia.
Zocco, con riferimento alla mancanza d’acqua che in tutte le relazioni viene citata come fatto grave, ha sottolineato la necessità di effettuare controlli seri sui prelievi effettivi da parte dei concessionari di grande spessore, quali i consorzi irrigui. In poche parole: se i concessionari prelevano più acqua di quanto concesso (e ciò è di fatto “tollerato”) è ovvio che a valle l’acqua manca e, se manca, vengono meno anche le condizioni per una equilibrata qualità delle acque. Ancora meglio: se non c’è acqua è perfettamente inutile dibattere sulla sua qualità.
Si sono poi affrontati i temi dell’inadeguatezza dei depuratori, prospettando ovviamente la necessità di interventi sostanziosi di costruzione, di ammodernamento, di gestione, che però allo stato attuale sono di impossibile realizzazione per mancanza di finanziamenti e perché la situazione dei nostri corsi d’acqua o la loro qualità è, come è sempre stata, l’ultimo problema dei governanti e di buona parte della popolazione… a meno che non arrivi un’alluvione e allora sono urla al cielo!
Il sindaco di Serravalle ha rammentato che da parte governativa sono stati bloccati i finanziamenti per il risanamento dell’Ecolibarna, una bomba di porcherie chimiche che è sempre lì pronta ad infettare le nostre falde. Sul territorio di Arquata insistono ben tre potenziali bombe ecologiche collocate a fianco del fiume.
In conclusione è emerso che:
-         Genova si prende l’acqua di cui necessita per la città, ed è tantissima
-         La scarsità d’acqua nel medio e basso corso della Scrivia è imputabile anche ai prelievi (prevalentemente per scopo agricolo ed industriale), molto spesso superiori al concesso
-         E’ altresì emerso che ad esempio l’ILVA di Novi, grande consumatrice di acqua, pur sollecitata dal Comune, non ha mai attuato un impianto di recupero  ma preferisce attingere dall’acquedotto in quanto il costo dell’acqua dell’acquedotto risulterebbe inferiore a quanto costerebbe un sistema di riciclo acque.
-         A seguito di scarsa sensibilità, eccessiva tolleranza e non adeguati controlli,  per tutto il tratto della Scrivia (territorio genovese compreso) le acque risultano ampiamente compromesse in quantità e qualità
-         Si rendono essenziali ed urgenti interventi sui depuratori, particolarmente su quello di Cassano
-         Per sopperire alla mancanza d’acqua nei periodi estivi qualcuno ha proposto di creare invasi di raccolta delle acque che cadono nelle stagioni piovose.

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