Lupi ed Ercoli …e noi saremmo terroristi criminali!
Con tutta la simpatia
innata che provo per i lupi (quelli a quattro zampe), ritengo emblematico che ora ad occuparsi della TAV Genova - Tortona
siano proprio due
LUPI.
Il primo, Walter Lupi,
è quel signore che non sa nulla di progetti e impatti, che sorride sempre
dicendo che poi vedrà, spiegherà, considererà … e poi nulla. Quel Walter
nominato da Berlusconi anni fa come supervisore del Cociv e del Terzo Valico, di un’opera, oltre che inutile,
pericolosa sia per la salute che per le infiltrazioni
criminali. Quel Walter che è andato sotto processo due anni fa con l'accusa di
essersi auto aggiudicato una casa di proprietà statale, trasformandola a spese
dello Stato (300.000 euro) in una villa sul mare per le sue
vacanze.
L’altro Lupi è più
accigliato, ma è anche lui un lacché di Berlusconi, è
quel tal ministro Maurizio Lupi nominato
di recente a capo delle infrastrutture e dei trasporti, ossia delle TAV (delle
ferrovie tradizionali non gliene frega niente!).
Ora 16 maggio la situazione
peggiora perché arrivano anche gli Ercoli (poi magari verranno anche Ursus e Polifemo), facendo la
gioia degli Angiolini Alfano, dei Coti, degli Espositi
senatori che hanno gioito cum magna goduria
della nomina di Ercole Incalza
a capo della task force che spezzerà le reni agli antitav della Val di Susa, quelli che, secondo Maurizio Lupi, hanno come unico
obiettivo l’assassinio.
Ercole Incalza è dal 1991
che ci conta balle sull’alta velocità, che è stato
coinvolto dai giudici in reati legati alla Pubblica amministrazione, indagato in
vent’anni ben 14 volte.
Ad esempio con l’accusa di Truffa aggravata nei confronti dello Stato per la
questione dei fori pilota del Terzo Valico nel 1998, reato dal quale non fu
assolto, ma che andò in prescrizione con le lungaggini create ad arte dagli
avvocati e dai politicanti. Così come nel processo in cui era accusato di aver
fatto arrivare soldi al magistrato per agevolare un’archiviazione
Di recente, gennaio 2013, è
stato iscritto nel registro degli indagati per le vicende del Tav fiorentino, con l’ipotesi
di reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata alla truffa
aggravata in danno di enti pubblici, alla corruzione e al traffico di
rifiuti. Gli inquirenti stanno svolgendo accertamenti anche sulla possibile
infiltrazione
mafiosa. Incalza è coinvolto in
quanto dirigente dell’unità di missione.
Eppure costui venne nominato dal governo Monti alla guida
della Struttura tecnica di missione del Ministero delle Infrastrutture e dei
Trasporti
e lo è tuttora con il governo Letta, anzi ora gli hanno
affidato il comando delle forze di occupazione in Val
di Susa.
Mi ricordo di averlo
sentito una volta nel centro incontri della stazione di Firenze: trasudava
arroganza. Mi pare che avesse da poco sostituito l’unico presidente del TAV
tecnico, onesto e disponibile al dialogo, dimessosi per schifo, ossia quel
Salvatore Portaluri che poi fornì volontariamente le
informazioni al giudice antimafia Ferdinando Imposimato sulla melmosa vicenda TAV con conseguente
pubblicazione del famoso libro “Corruzione ad alta velocità”.
La task force, come detto, sarà coordinato da Ettore Incalza, 69 anni, ingegnere brindisino,
che lavora per l’alta velocità sin da ’91, quando Fs fondò il Tav e lui ne divenne amministratore delegato. La carriera di
Incalza comincia con il socialista Claudio
Signorile che gli apri le porte del Ministero dei Trasporti.
Fu poi il padre, con Lorenzo Necci, dell’affidamento diretto a Eni,
Fiat, Tecnimont e Iri, i quattro “General Contractor” per la costruzione delle prime linee ad
alta velocità in Italia. Affidamento diretto e quindi senza appalto (motivato
con la panzana del 60% delle spese a carico dei costruttori) che fece aumentare il
costo dell’alta velocità da 30 mila miliardi di lire a
180 mila.
Sempre in rappresentanza
del Ministero ai trasporti è stato a lungo anche il responsabile dell’Italia a
Bruxelles in seno alla Comunità europea.
Ma non hanno nulla da dire su un simile personaggio i
partecipanti alla riunione di Torino? Non dico l’irrecuperabile pd Esposito, che da trombato alle primarie è diventato
addirittura vicepresidente della Commissione trasporti; ma i vari Fassino, Saitta, Bargero, Fornaro, Borioli
?
A denunciare
l’inadeguatezza di Incalza a coordinare la task force
è Marco Scibona, senatore M5s: “Incalza è totalmente
incompatibile con qualsiasi incarico di responsabilità inerente il Tav Torino-Lione, proprio per il suo passato e per i suoi
coinvolgimenti nei vari scandali e indagini che hanno riguardato e riguardano
l’opacità che da sempre caratterizza l’Alta velocità in Italia”. Ma Scibona non si ferma qui: “Se il
governo voleva dare un segnale di chiarezza e
di pulizia rispetto al
passato, ha fatto la scelta peggiore e questo non farà che acuire le tensioni
già esistenti”.
Anziché preparare task
force contro una popolazione che difende il suo
diritto di tutelare il territorio in cui vive, sarebbe buona cosa che Angiolino
si occupi di ciò che avviene nel cantiere per lo scavo del tunnel geognostico della Maddalena, luogo delle tensioni fra forze
dell’ordine e NoTav. Cantiere che la Procura di Torino ha
definito a “rischio d’infiltrazioni mafiose”. Due delle ditte che lavorano nel
cantiere, Italcoge e Martina, sono state coinvolte
nell’inchiesta Minotauro che scoprì ruoli e interessi
della ‘ndrangheta in Piemonte (anche in merito al Terzo Valico). Sia Italcoge sia Martina srl sono
fallite e in entrambi i casi sono state sostituite nel cantiere da ditte legate
alle stessa proprietà.
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