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Il castello di Borgo Adorno nel circuito di Abbonamento Musei Torino Piemonte
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Il castello di Borgo Adorno (AL) con la sua posizione dominante su tutta la Val Borbera entra, dal 2018, a far parte del circuito Abbonamento Musei Torino Piemonte . I possessori della tessera possono accedere liberamente nel castello, la cui storia vede i primi documenti risalire al 1176. Nel 1518 Tolomeo Spinola lascia eredi dei propri feudi, Borgo incluso, i fratelli Antoniotto e Gerolamo Adorno. Intorno al 1650 gli Adorno decisero di intervenire sulla struttura per essere trasformata nella dimora gentilizia che è arrivata fino ai nostri giorni. Punti di forza di questa dimora storica, oltre alla sua posizione, la presenza di un arredamento in gran parte originario e la collezione di arte contemporanea di Clemen Parrocchetti, discendente degli Adorno, che qui ha vissuto e lavorato a lungo. Il castello sarà visitabile da maggio a settembre il secondo e il quarto sabato del mese dalle ore 10.00 alle ore 18.00 Ingresso Gratuito per i possessori di Abbonam
Inaugurato Spazio Torre, un luogo d’incontro in Val Borbera
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Tanti i bimbi, hanno assistito a “ Giulieo e Rometta ”, lo spettacolo teatrale ideato e recitato da Simona Lisco allo “Spazio Torre”, la nuova realtà inaugurata ieri venerdì 29 dicembre a Casa Spinola, la nobiliare residenza di Cantalupo Ligure , sede della Biblioteca comunale “Carlo Torre” e del Centro di Documentazione “Memoria delle Alpi”. “Spazio Torre”, come hanno spiegato gli ideatori del progetto nel corso della presentazione, è un luogo dove potersi riunire per partecipare a eventi socio culturali indicati ad ogni fascia di età, ma in modo particolare ai bambini e ai ragazzi, che potranno riconoscere nello Spazio Torre un luogo dove ritrovarsi per condividere studio e interessi, o dove, semplicemente, stare insieme. Inoltre sarà organizzato un piccolo corso di lettura espressiva destinato agli alunni della scuola primaria, ideato per rendere la lettura un momento di gioco. Dopo anni di inutilizzo, la Biblioteca tornerà a vivere. Qui si può prendere un libro
Carrega, appello del sindaco: “Una mail per spingere la Regione a dire sì al Parco”.
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Marco Guerrini chiede alla popolazione della Val Borbera e non solo di scrivere all'indirizzo parco@comune.carregaligure.al.it affinché Giunta e Consiglio regionale approvino l'istituzione dell'area protetta che rilancerà il territorio Il sindaco di Carrega Ligure (AL) , Marco Guerrini , chiama a raccolta gli abitanti della Val Borbera e non solo per spingere la Regione ad approvare al più presto l’istituzione del Parco naturale Alta Val Borbera . La creazione di un’area protetta è già stata approvata sia dal Consiglio comunale di Carrega sia dalle Aree protette dell’Appennino Piemontese (l’ex Parco Capanne di Marcarolo), ente che gestirà il Parco e che sta già gestendo il sito di importanza comunitaria (sic) denominato Massiccio dell’Antola, Monte Carmo, Monte Legnà, istituito a Carrega e in alcuni Comuni limitrofi nel 2007 per tutelare solo alcune specie animali e vegetali. Il Parco naturale Alta Val Borbera avrà una superficie di 3.200 ettari e altri 2 m
Nasce Borber’eat, un Eataly formato Val Borbera per vendere Montebore e altre tipicità
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Inaugurazione oggi alle 16 in zona piscina Bolleblu a Vignole della vetrina con i prodotti del territorio che si ispira all’intuizione di Oscar Farinetti Agata Marchesotti e Roberto Grattone propongono una bottiglia di Timorasso e il formaggio Montebore Maurizio Iappini Vignole Borbera (AL) Il Montebore scende a valle. N asce a Vignole «Borber’eat», una vetrina dei prodotti tipici della valle che lì inizia e che prende il nome dal fiume omonimo. «Vogliamo avvicinarci alla pianura per far conoscere le nostre eccellenze ai tanti che soprattutto in estate arrivano da Liguria o Lombardia e non conoscono l’esistenza di Montebore, patate quarantine o Timorasso», spiega R oberto Grattone , presidente della azienda agricola Vallenostra , sede a Mongiardino in alta Valle, ideatore del punto vendita ma soprattutto fra i pochi a produrre un formaggio: a Grattone si deve la produzione su scala commerciale di una ricetta che ormai era patrimonio di poche donne che la produ