Trivelle: appello di 50 scienziati per 'sì' a referendum
"Votiamo sì perché vogliamo che il governo intraprenda con decisione la strada della transizione energetica, per favorire la ricerca e la diffusione di tecnologie e fonti energetiche che ci liberino dalla dipendenza dai combustibili fossili". E' l'inizio di un appello per votare sì al referendum sulle trivelle del 17 aprile, firmato da una cinquantina di scienziati. Tra i primi firmatari Gianni Silvestrini, Luca Mercalli, Flavia Marzano, Giorgio Parisi, Vincenzo Balzani, Mario Tozzi, Enzo Boschi, Marcello Buiatti, Stefano Caserini.
"Il prossimo 22 aprile capi di Stato e di governo firmeranno l'Accordo di Parigi, risultato della COP 21 sui cambiamenti climatici di dicembre - si legge nel documento -. L'accordo, raggiunto all'unanimità da 195 paesi più l'Unione Europea, rappresenta l'avvio definitivo del passaggio dai combustibili fossili, responsabili principali del cambiamento climatico oggi in atto, alle energie rinnovabili, all'efficienza e al risparmio energetico".
"Il quantitativo di petrolio e di gas naturale fornito al nostro Paese dalle piattaforme entro le 12 miglia non supera rispettivamente lo 0,9% ed il 3% dei consumi nazionali. Una quantità irrisoria - prosegue l'appello -. Le rinnovabili rappresentano la prima voce di investimento nel mondo" che nel 2015 "hanno raggiunto 329 mld di dollari (quintuplicati rispetto a 5 anni prima). La crescita nel mondo dell'energia elettrica prodotta da rinnovabili nel 2015 è stata dell'8,3%".
"Le stime ufficiali (fonte Isfol) sull'intero settore di estrazione di petrolio e gas in Italia parlano di 9mila impiegati in tutta Italia e 3mila nelle piattaforme oggetto del referendum - sostengono i firmatari -. Un settore in crisi da tempo. Se vince il Sì, le piattaforme non chiuderanno il 18 aprile, ma saranno ripristinate le scadenze delle concessioni rilasciate".
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