Una notizia passata sotto silenzio
Con il ricambio alla guida della Cassa Depositi e prestiti, che investe circa 250 miliardi di euro (frutto principalmente del risparmio postale degli italiani gestito in modo verticistico), Renzi ha intenzione di rilanciarne il ruolo a sostegno dell’economia nazionale. Il governo, che tramite il Tesoro ha l’81% del capitale della Cassa sta cercando un’intesa con le Fondazioni ex bancarie azioniste al 18% di Cdp e titolari del diritto di nomina del presidente.
Questa la notizia.
In poche parole Bassanini è stato defenestrato “dandogli un incarico di gestione della Banda larga”.
Insomma un promoveatur ut admoveatur.
Adesso l'esecutivo insedia dunque il presidente di Salini-Impregilo, Claudio Costamagna.
La Cassa Depositi e Prestiti che recentemente era stata messa da Berlusconi nelle mani di quel Cosentino che tutti conosciamo, per poi passare all’amministrazione assai più corretta e rigida di Franco Bassanini, ora è in mano a Claudio Costamagna per anni uomo chiave della Goldman Sachs, una delle banche d’investimento e di consulenza finanziaria più grandi del mondo. Si aggiunga che Costamagna siede tuttora in diversi consigli di amministrazione di società quali Luxottica ed è Presidente della Salini-Impregilo.
Perché nominare Presidente di una società a controllo pubblico un uomo cresciuto negli ambienti della finanza e della grande industria privata?
Al di là delle dichiarazioni di circostanza, a confessare i reali propositi di questo commissariamento è lo stesso Presidente del Consiglio, l’ex rottamatore, quando afferma che “l’Italia si trova oggi a un passaggio decisivo per la ripresa. Le riforme strutturali, l’attrazione degli investimenti esteri, e una politica di bilancio basata sul taglio delle tasse sul lavoro stanno riportando il Paese alla crescita. In questo contesto il rafforzamento del ruolo di CDP risulta ancora più cruciale”.
Incredibile! Costui afferma che: l’Italia non crescerà sostenendo i redditi e creando lavoro, ma aprendosi allegramente agli investimenti esteri che, tradotto, significa cedere le eccellenze italiane e i settori strategici al profitto estero.
Insomma, il nostro premier affida 250 miliardi di risparmi postali dei cittadini italiani all’ennesimo uomo del destino che probabilmente svenderà i nostri gioielli nazionali per un piatto di lenticchie. Costamagna sarà anche un tipo preparato, ma ha o ha avuto troppi legami con banche e poteri economici di rilievo.
Non mi sorprenderei se dal Cipe prossimamente arrivassero centinaia di milioni per il Terzo Valico, affidato senza appalto nel 1992 al Cociv, emanazione della Salini-Impregilo.
L’Europa ribadisce che non darà un centesimo per il Terzo Valico
A proposito di Terzo Valico, finalmente l’Europa ha detto con chiarezza che del grande buco non gliene frega nulla. Noi lo riportiamo dal 1992 sulla base di tutta una serie di documenti, mentre, come sempre, i sostenitori raccontavano balle tra le quali “Dobbiamo farlo perché l’Europa lo vuole”
Ricordo che questo era lo slogan della marcia dei trecento in giacca e cravatta, quella che vide quattro anni fa, a Genova, Burlando, Berneschi, Merlo, Marta Vincenzi, i sindacalisti, gli industriali e le cooperative farsi una breve camminata intorno a piazza De Ferrari.
A questi sordi la Commissione europea dei trasporti, per fare definitiva chiarezza, ha dovuto due giorni fa dichiarare in modo secco che “non vi daremo un euro per la Genova-Tortona”.
In Tribunale
Non sappiamo nulla dei processi che dovrebbero farsi nei confronti dei tanti inquisiti che hanno avuto a che fare con la cosiddetta TAV - Terzo Valico. A cominciare da Ercole Incalza. Aspettiamo.
Non dobbiamo aspettare molto, invece, per i processi nei confronti di chi si è opposto a quest’opera definita sin dal 1992 inutile, costosissima, a beneficio di pochissimi e con danni per tutti.
Mi riferisco alla comunicazione ricevuta ieri dal sottoscritto e proveniente dal Tribunale di Alessandria, per cui devo presentarmi il 5 novembre al processo intentatomi con l’imputazione del
“DELITTO p. e p. dell’art. 595 perché, comunicando con più persone ed utilizzando quale mezzo di pubblicità il sito internet www.notavgenova.altervista. org afferente l’associazione Amici delle ferrovie e dell’ambiente, con sede in Genova, nell’ambito dell’articolo “Cronistoria dell’Alta Velocità Mi-Ge e Terzo Valico, a partire da maggio 1991 all’11 novembre 2001” offendeva la reputazione e il decoro del Consorzio Cociv (società consortile partecipata da Impregilo e CIV) mediante le seguenti affermazioni:
- “Il Terzo Valico è come il ponte di Messina: lo dovrebbe costruire la stessa ditta e cioè Impregilo; c’è stata tutt’attorno una fitta rete tangentizia (...)”
- “Il giorno prima delle dimissioni di Berlusconi nella razzia finale viene inserito anche la firma fra Cociv e governo per l’avvio del Terzo valico: il primo lotto è di 500 milioni (ma non erano 750?) dove sono finiti gli altri 250? Un rimborso per le tangenti pagate a suo tempo?”
In tal modo ingenerava nel lettore la convinzione che la COCIV e i soggetti apicali della stessa si fossero resi responsabili di fatti di corruzione”.
di Antonello Brunetti
Questa la notizia.
In poche parole Bassanini è stato defenestrato “dandogli un incarico di gestione della Banda larga”.
Insomma un promoveatur ut admoveatur.
Adesso l'esecutivo insedia dunque il presidente di Salini-Impregilo, Claudio Costamagna.
La Cassa Depositi e Prestiti che recentemente era stata messa da Berlusconi nelle mani di quel Cosentino che tutti conosciamo, per poi passare all’amministrazione assai più corretta e rigida di Franco Bassanini, ora è in mano a Claudio Costamagna per anni uomo chiave della Goldman Sachs, una delle banche d’investimento e di consulenza finanziaria più grandi del mondo. Si aggiunga che Costamagna siede tuttora in diversi consigli di amministrazione di società quali Luxottica ed è Presidente della Salini-Impregilo.
Perché nominare Presidente di una società a controllo pubblico un uomo cresciuto negli ambienti della finanza e della grande industria privata?
Al di là delle dichiarazioni di circostanza, a confessare i reali propositi di questo commissariamento è lo stesso Presidente del Consiglio, l’ex rottamatore, quando afferma che “l’Italia si trova oggi a un passaggio decisivo per la ripresa. Le riforme strutturali, l’attrazione degli investimenti esteri, e una politica di bilancio basata sul taglio delle tasse sul lavoro stanno riportando il Paese alla crescita. In questo contesto il rafforzamento del ruolo di CDP risulta ancora più cruciale”.
Incredibile! Costui afferma che: l’Italia non crescerà sostenendo i redditi e creando lavoro, ma aprendosi allegramente agli investimenti esteri che, tradotto, significa cedere le eccellenze italiane e i settori strategici al profitto estero.
Insomma, il nostro premier affida 250 miliardi di risparmi postali dei cittadini italiani all’ennesimo uomo del destino che probabilmente svenderà i nostri gioielli nazionali per un piatto di lenticchie. Costamagna sarà anche un tipo preparato, ma ha o ha avuto troppi legami con banche e poteri economici di rilievo.
Non mi sorprenderei se dal Cipe prossimamente arrivassero centinaia di milioni per il Terzo Valico, affidato senza appalto nel 1992 al Cociv, emanazione della Salini-Impregilo.
L’Europa ribadisce che non darà un centesimo per il Terzo Valico
A proposito di Terzo Valico, finalmente l’Europa ha detto con chiarezza che del grande buco non gliene frega nulla. Noi lo riportiamo dal 1992 sulla base di tutta una serie di documenti, mentre, come sempre, i sostenitori raccontavano balle tra le quali “Dobbiamo farlo perché l’Europa lo vuole”
Ricordo che questo era lo slogan della marcia dei trecento in giacca e cravatta, quella che vide quattro anni fa, a Genova, Burlando, Berneschi, Merlo, Marta Vincenzi, i sindacalisti, gli industriali e le cooperative farsi una breve camminata intorno a piazza De Ferrari.
A questi sordi la Commissione europea dei trasporti, per fare definitiva chiarezza, ha dovuto due giorni fa dichiarare in modo secco che “non vi daremo un euro per la Genova-Tortona”.
In Tribunale
Non sappiamo nulla dei processi che dovrebbero farsi nei confronti dei tanti inquisiti che hanno avuto a che fare con la cosiddetta TAV - Terzo Valico. A cominciare da Ercole Incalza. Aspettiamo.
Non dobbiamo aspettare molto, invece, per i processi nei confronti di chi si è opposto a quest’opera definita sin dal 1992 inutile, costosissima, a beneficio di pochissimi e con danni per tutti.
Mi riferisco alla comunicazione ricevuta ieri dal sottoscritto e proveniente dal Tribunale di Alessandria, per cui devo presentarmi il 5 novembre al processo intentatomi con l’imputazione del
“DELITTO p. e p. dell’art. 595 perché, comunicando con più persone ed utilizzando quale mezzo di pubblicità il sito internet www.notavgenova.altervista. org afferente l’associazione Amici delle ferrovie e dell’ambiente, con sede in Genova, nell’ambito dell’articolo “Cronistoria dell’Alta Velocità Mi-Ge e Terzo Valico, a partire da maggio 1991 all’11 novembre 2001” offendeva la reputazione e il decoro del Consorzio Cociv (società consortile partecipata da Impregilo e CIV) mediante le seguenti affermazioni:
- “Il Terzo Valico è come il ponte di Messina: lo dovrebbe costruire la stessa ditta e cioè Impregilo; c’è stata tutt’attorno una fitta rete tangentizia (...)”
- “Il giorno prima delle dimissioni di Berlusconi nella razzia finale viene inserito anche la firma fra Cociv e governo per l’avvio del Terzo valico: il primo lotto è di 500 milioni (ma non erano 750?) dove sono finiti gli altri 250? Un rimborso per le tangenti pagate a suo tempo?”
In tal modo ingenerava nel lettore la convinzione che la COCIV e i soggetti apicali della stessa si fossero resi responsabili di fatti di corruzione”.
di Antonello Brunetti
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