INTERVENTO ARQUATA 30 marzo

L’intervento di Antonello Brunetti, che vi leggerò io, poiché impossibilitato a essere qui con noi, è incentrato su tre punti, tralasciando i tanti aspetti storici e tecnici che potrete leggervi collegandovi con il sito WWW.comitatiscrivia.it , alla voce Trasporti.

1 - Un’opera immorale
Sapevo dell’evolversi del TAV fin dalla fine degli anni Ottanta quando la cosiddetta sinistra ferroviaria di Signorile impostava il più grosso affare del secolo. La vicenda mi fu più chiara quando, nell’agosto del 1991, seppi che i dirigenti dell’Itinera con relative consorti erano volati a Roma per festeggiare l’annuncio del ministro Bernini relativo all’assegnazione al Cociv della tratta Milano-Genova.
La tratta più assurda e inutile del progetto TAV (lo disse persino Necci, il truffaldino direttore generale delle ferrovie, il che è tutto dire). Ma da quell’enorme pasticciaccio erano rimaste fuori alcune potenze economiche, quali banche, cooperative edili e soprattutto imprese. La cosa venne sistemata in pochi mesi, si inventò la Milano-Genova, e le tangenti ai partiti vennero versate nell’ordine di un anticipo del 4% sul valore complessivo (dichiarazione Lodigiani a Mani pulite).
Un sistema simile a quello precedente delle autostrade, ma più lucroso, messo in piedi dalla banda dei quattro, ossia Andreotti, Cirino Pomicino, Bernini e Prandini.
La suddivisione dei lavori senza alcun appalto venne motivata dal fatto che imprese e banche avrebbero coperto il 60% delle spese. Sapevano benissimo che così non sarebbe mai stato e l’assegnazione avvenne il 31 dicembre 1992, un giorno prima che scattasse la disposizione europea che qualsiasi opera di una certa consistenza doveva essere sottoposta ad appalto, coinvolgendo pure tutte le ditte europee. Un anno dopo la colossale truffa emerge con evidenza: banche e imprese non tireranno fuori una lira, progetto, lavori e controlli gestiti da loro: La gestione sicuramente deficitaria andrà a carico dello Stato.  Nessun rischio, enormi proventi per i privati e tutto pagato per decenni dai contribuenti italiani con il consenso (con poche eccezioni) di partiti, sindacati, istituzioni.
Ma la reazione è forte e i tre progetti della Genova Milano vengono bocciati nel 1994, nel 1998 e nel 2000. Ciò nonostante si spendono un sacco di soldi per pubblicità, convegni, libretti patinati, tutti a carico dello Stato. Nel 1997, con beneplacito dei politici, in prima fila Luigi Grillo e Fabrizio Palenzona dotati di elmetti gialli, si dà il via a scavi nella zona di Voltaggio per 200 miliardi di lire. Si racconta che si stanno facendo indagini geognostiche e invece si scava la prima galleria. Su denuncia nostra intervengono i Noe e bloccano ogni attività. Si apre un procedimento giudiziari con una imputazione pesantissima: TRUFFA AGGRAVATA nei confronti dello Stato. Tredici imputati fra i quali Ercole Incalza e Luigi Grillo. Dopo anni il procedimento, trasferito da Milano alle catacombe genovesi, finirà nelle prescrizioni berlusconiane e non, come raccontano lor signori, nella assoluzione.
Poi la legge obiettivo impedirà ai cittadini di opporsi legalmente con i procedimenti di Valutazione di impatto ambientale e il Cociv ritornerà in pista protetto da Luigi Grillo (lo stesso della Truffa aggravata e di altri procedimenti giudiziari), da Fabrizio Palenzona (altre catacombe, quelle alessandrine non danno segno di vita sulla sua vicenda con Fiorani), da Altero Matteoli (anch’egli inquisito) e or ora da quel Walter Lupi commissario per il Terzo Valico che si è beccato una condanna ad un anno per essersi trasformato una foresteria statale in una arredatissima e personale villa sul mare in quel di Recco e non con soldi propri, ma con una “spesuccia” a carico dello Stato di oltre 300.000 euro.
Vi risparmio tante altre schifezze; il dato di fatto che, limitandoci al Terzo Valico, quest’opera è piena di lordure, di immoralità, di assenza di etica politica ed economica, di interessi personali che già stanno allargandosi (vedi servizio televisivo del 15 gennaio in Presa diretta) alla criminalità organizzata. Solo per questo l’unica reazione possibile è quella di rifiuto e di rigetto per poi rielaborare una progettualità seria per il rilancio delle ferrovie. E che dire infine sul costo ora prevedibile intorno ai 7 miliardi di euro (130.000 euro al metro lineare) corrispondente a quanto ricavato dal governo Monti con i feroci tagli sulle pensioni e sugli stipendi?

2 - FALSITÁ a ripetizione
- Il TAV Mi-Ge nasce per trasportare ogni giorno, con un anticipo di 15 minuti rispetto al Pendolino, 50.000 persone da Genova a Milano e viceversa. Ovviamente senza fermate intermedie.
- Una risata li seppellisce e allora ecco che appare un misto TAV e trasporto merci leggere (famoso l’intervento di Palenzona a Tortona nel 1993 in cui presentava mirabolanti trasporti in poche ore delle gustose fragoline di Tortona ai ristoranti di Monaco di Baviera (tra l’altro gli orti tortonesi di un tempo non esistono più poiché sommersi da supermercati, capannoni, condomini e distese di asfalto).
- Non regge e allora ecco che il supertreno nostrano si collegherà a Milano con la linea Lisbona-Lione-Kiev. Ipotesi in voga nel 1993 ma ora sparita, anche perché i governi portoghesi e spagnoli hanno cancellato da tempo questa ipotesi e, pare pure che le badanti ucraine si accontentino di treni normali e non sentano l’esigenza di costosi vagoni superveloci.
- Ecco apparire improvvisamente il trasporto misto passeggeri e merci pesanti , il TAV-TAC. Eppure sanno che in nessun paese del mondo lo si utilizza poiché non sono compatibili. Silenzio su questo e la linea rimane ad alta velocità e trasporta le merci del porto di Genova: IMPOSSIBILE! Eppure ancora oggi questo sarebbe il loro cavallo di punta.
- Ora è il momento della linea merci superveloce Genova-Rotterdam. Dicono, veramente dicevano tre anni fa, che si tratta di 4 milioni di container; ma non ci dicono anche che le tre linee esistenti dietro Genova non hanno quasi più convogli merci, che solo il 3%- 5% viaggia su binari e che per bene che vada si giungerà al massimo a trasportare verso nord 300.000 container all’anno.
- Aggiungono che queste merci trasferite dal porto di Genova daranno ricchezza alle aree piemontesi. Balle! Non è affatto prevista alcuna sosta per lavorazione di merci, assemblaggi o cose del genere. I container viaggeranno senza alcun intervento e al massimo con sosta e carico a Rivalta su camion. - - Nessuno più accenna, a parte qualche politico sprovveduto, alla massa di passeggeri che lievitano dalle poltrone come astronauti, circondati da hostess bellissime. Un dato serio: tre anni fa per la Torino - Milano erano previsti 220 treni TAV al giorno; dopo due anni di rodaggio, ora sono nove, ripeto nove!

3 - FUTURO, PROGRESSO, LAVORO
Per il terzo e ultimo aspetto prendo spunto da un commento apparso su Noviline, in cui un tizio (non si è firmato) afferma: è l’ora di fermare chi vuole fermare il FUTURO!. Ma credete che sia meglio il trasporto su gomma?. Il vostro obiettivo è destabilizzare. Con le vostre idee saremmo rimasti alla ruota quadra!
È chiaro che la nostra concezione del Futuro è diversa. Noi puntiamo sulla Decrescita programmata che elimini sprechi di risorse e di qualità umane, che rispetti ciò che Dio o i nostri antenati ci hanno dato, che finalizzi le scelte politiche alla vivibilità , al bene collettivo, allo sviluppo della cultura e delle intelligenze e non del consumismo sfrenato e barbarico.
Vogliamo il trasporto su gomma? Ma questo veramente è quanto vogliono i nostri governi che non fanno manutenzione delle linee ferroviarie esistenti, non le migliorano, non abbassano i costi per il trasporto merci e sfornano a getto continuo leggi a favore del trasporto su gomma.
L’abbiamo sempre detto: Viva la ferrovia! Quella che vogliono rendere più efficiente e confortevole i pendolari, coloro che percorrono tratte a un solo binario, coloro che abbisognano di treni più frequenti e anche notturni.
Abbiamo, è vero, bloccato tre progetti nel 1994, nel 1998 e nel 2000; ma nello stesso tempo abbiamo presentato un’infinità di studi con soluzioni alternative a costi più bassi e effettivamente necessarie, studi redatti da Santel, da Zambrini, Tartaglia, Bettini, Cancelli, da Maria Rosa Vittadini, da Stefano Lenzi, da Renato Milano, da Anna Donati. Mai presi in considerazione da un potere che puntava esclusivamente agli interessi di setta e alle tangenti.
Ci raccontano che l’opera darà lavoro, ma paradossalmente anche la Mafia ne dà. Lavoro a ruspe e con costi altissimi per ogni persona. Se si vuole utilizzare i soldi toltici dalle tasche per creare posti di lavoro si migliori e si faccia manutenzione di tutto l’esistente sia esso ferrovia, strade e territorio. -
Basta con il consumo di paesaggio e di terreni agricoli! Un esempio per tutti, anziché fare centrali ovunque pagate dai contribuenti con l’8 per cento in più sulle bollette della luce, perché non si interviene su tutti gli edifici pubblici, scuole, ospedali e si provvede ad un isolamento termico che ci farebbe risparmiare migliaia di megawatt e darebbe lavoro a centinaia di migliaia di persone nel settore artigianale ed edile?
Perché attendere ancora a mettere in sicurezza e risanare il nostro territorio devastato sempre più da frane, alluvioni e totale mancanza di manutenzione?
Ma se queste cose le capisco io con le mie modeste capacità mentali, cosa diavolo frulla nelle zucche di quei soloni pontificanti che fanno politica, soprattutto, e ciò mi lascia l’amaro in bocca, nei partiti della sinistra ufficiale, cosi pieni di spocchia e pronti a darti del terrorista o del preistorico?
Infine un cenno a noi tacciati di essere tutti Nimby e che, secondo gli imbecilli, saremmo colpevoli di pensare solo alla difesa del nostro giardino (il che poi non mi pare per nulla riprovevole).
Ma i Nimby  sono gli Enti pubblici, che hanno una visione piccola ed egoistica delle grandi opere. Dicono che loro non vogliono esprimere giudizi su interventi che potrebbero essere inutili e sporchi. Non è loro compito, dicono. Si limitano a chiedere tavoli di trattativa per ottenere cavalcavia ferroviari giganteschi, rotonde a più non posso, altro asfalto e altro cemento, con magari in mezzo un campetto di calcio. Cosa c’è di più meschino, di più nimby di tale atteggiamento totalmente privo di una visione di insieme e di una visione politico economica proiettata nel futuro?  A onor del vero non tutti i Comuni hanno questo atteggiamento, qualcosa sta maturando per merito di amministratori più capaci e riflessivi. Tanto per citarne un paio, mi riferisco, ad esempio, ad Arquata Scrivia e a Voltaggio".
 
 Per concludere vi auguro buon lavoro e nello stesso tempo ricordarvi un passaggio della Premessa alle Osservazioni del primo progetto, datate luglio 1992.
Queste 57 pagine redatte in tutta fretta, dopo aver raccolto in un mese ben tremila adesioni, sono firmate da una ventina di persone e le prime firme sono quelle di Alberto Santel, Antonello Brunetti, Franco Corti, Vincenzo Fasciolo, Pina Magrì, Roberto Drigo, Baldo Romeri.
Ecco la frase:
La questione della linea Milano-Genova presenta peculiarità  tali da far ritenere agli scriventi che il luogo più indicato in cui dibattere della possibilità di realizzarla non debba essere il servizio V.I.A. del Ministero all’Ambiente, bensì l’aula di un tribunale con un’accusa ben precisa: truffa aggravata.

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