Ed ora eccoci con una centrale a incenerimento sul groppone!
Lunedì
25 giugno ultima riunione della conferenza ai servizi relativa
alla centrale biomasse di Casei Gerola.
Praticamente la Provincia di Pavia ha
comunicato che il nodo costituito da un terreno da utilizzare e non risultante
di proprietà della ditta era stato risolto.
Il terreno di circa 18.000 metri
quadrati (27 pertiche) di proprietà dell’ ANAS è stato
acquistato per un totale di 350.000 euro più IVA, ossia 13.000 euro alla pertica
quando il valore attuale di un terreno non supera i 3.000 euro per pertica.
Quindi decisamente uno sproposito!
Il signor Gaulio di Pavia ha
redatto il verbale di chiusura della Conferenza che è stato approvato e firmato
da tutti ad eccezione del Comune di Castelnuovo e della Provincia di
Alessandria.
Il Comitato “Per un futuro sostenibile” e gli altri
comuni alessandrini se ne erano andati in precedenza non avendo diritto di
voto.
Naturalmente non si è più parlato di Commissione di
vigilanza (assolutamente inutile, ma condizione sine qua non
posta dal Consiglio provinciale di Pavia) su tutti i passaggi di creazione di
questa immensa centrale da 50 megawatt..
Quattro
considerazioni finali.
- La relazione redatta dalla Coldiretti Piemonte in cui
si sostiene che una centrale a sorgo è un salto nel buio ed è destinata a dover
sostituire il materiale da bruciare non è stata neppure presa in
considerazione.
- È facile intuire, in queste giornate di caldo afoso,
quanto peggiorerà la nostra condizione di vita con l’inserimento costante per
365 giorni all’anno di 52 tonnellate giornaliere di vapori emessi a 80 gradi. Buffo questo modo di combattere
l’effetto serra, soprattutto in una delle due zone mondiali (pianura padana e
costa cinese) più afflitte da afa e smog.
- Occorre essere informati sul momento della delibera
ufficiale, perché da quella data scatteranno i 60
giorni per un eventuale ricorso al TAR (ovviamente, come al solito, in piena
estate).
- Nessuno venga a raccontarci stupidamente che “intanto
se avevano deciso di farla non c’era nulla da fare”. In
quante situazioni sono state bloccate opere devastanti e inutili, si pensi ad esempio al ponte sullo stretto o alla Val di Susa!
Ma occorre la presa di
coscienza e l’impegno della gente a difendere il proprio territorio e la propria
salute. Questo ora non è avvenuto: alle tre assemblee
indette castelnovesi e casellesi erano assenti. Colpa
di chi ha coordinato la protesta? Colpa dei Comuni? Direi proprio di no e le
Amministrazioni comunali, di solito piuttosto defilate, si sono mosse bene e
hanno utilizzato tutti gli argomenti a loro disposizione contro una normativa
lombarda che li escludeva. E allora?
Direi in generale che è venuto meno il senso civile e la
coesione di una comunità e delle sue associazioni produttive e di volontariato
unite nel tutelare i propri componenti. Castelnuovo in
un recente passato ha conosciuto momenti migliori e ho la netta impressione che
la sua struttura civile e il senso della comunità siano fortemente in crisi.
E quindi, mi si perdoni la banalità un po’ retorica, è
anche giusto che i barbari, ossia gli speculatori, le sanguisughe dei contributi
statali, i tecnici schierati dalla parte di chi li paga ci spazzino via.
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